Ho spesso notato che tutte le persone autodefinite queer, genderqueer, genderrebel, genderbender, sono persone XX, e che inoltre poche di queste hanno anche una questione di identità di genere /transgenderismo/transessualismo ma fanno una discussione interna al tema del ruolo, e non appunto all’identità (spesso non sono coscienti che le due cose sono ben diverse e indipendenti).
Mi chiedo quindi se non sia un problema storico del ruolo femminile.
In fondo questo “rifiuto del ruolo” si trova raramente in persone XY (che ne so…l’uomo stanco di non poter dire fieramente di amare l’uncinetto).
.Queste persone “xy” sono realmente poche, e non raramente si definiscono queer, gendeerqueer o altro, e molto stesso fanno propri i termini come travestito e crossdresser invece che termini come genderbender o genderqueer (soprattutto coloro che sono velate, con la doppia vita, e on/off)
Per non parlare del fatto che quasi tutte le persone cisgender che si definiscono queer sono di fatto persone provenienti da un passato di omosessualità (maschile o femminile) e di militanza gaylesbica.
Addirittura il gruppo queer di milano si è divisa in femmine queer (tomboys don’t cry) e maschi queer (ponrflakes):mi chiedo che senso abbia per un gruppo queer dividersi in base all’organo genitale in dotazione, a meno che non si tratti di gruppi di persone omosessuali che socializzano con finaltà di incontro, e quindi con persone dello stesso sesso.
Pare che ci siano invece, nel mondo trans, molte più persone in transizione medicalizzata verso il femminile che verso il maschile. Forse è una questione di coraggio? o che forse ci si “arrabatta” più come xx androgino che come xy androgina visti gli stereotipi machisti vigenti?
Se fosse cosi’, si comprenderebbe perché è più “sostenibile” vivere “queer” come persona xx che va verso il maschile, mentre nel caso inverso l’unica alternativa al velatismo totale o all’on/off sia una transizione.
Spesso i blog queer sono, in soldoni, blog di tematica lesbica.
Un tempo dicevo, con goliardica arroganza, che “definirsi queer è il trucco per poterci provare con me senza che possa incacchiarmi“. In effetti lesbiche e uomini etero “queer” credono che questa definizione mi distragga dal fatto che sono attratti, sostanzialmente, solo da persone vaginodotate (seppur maschili o androgine).
In sostanza, questo blog ha pochissime lettrici lesbiche. Forse per come mazzulo sia il lesbismo, sia il femminismo, sia la teoria queer tradizionale.
Di contro mi ha messo in contatto con uomini di ogni orientamento sessuale, con persone trans non binarie, con persone etero che volevano mettere in discussione i ruoli, e con persone bisessuali.
Di cio’ sono solo contento, perché la causa “non binaria” coinvolge tutti/e/u, anche se indubbiamente renderebbe la vita più semplice soprattutto alle persone LGBT