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L’attivismo LGBT e il problema della comunicabilità all’esterno

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Oggi voglio parlare di un punto “dolente” dell’attivismo LGBT: la comunicabilità.

La causa omosessuale ha una comunicabilità semplice:
– il nome dell’associazione contiene la parola gay o lesbica o omosessuale
– il nome del progetto contiene l’argomento orientamento sessuale
– le battaglie sono due: matrimoni gay e legge contro l’omofobia.

Poi nasce l’esigenza di un movimento unico: LGBT
Gay e lesbiche, a quel punto, iniziano a vedere tutti gli altri come zavorre. quindi la b è un problema perché non vogliono ereditare i pregiudizi verso i bisessuali, e poi “non ho mai visto un attivista bisex!“.
I trans sono un problema perché devi aggiungere “identità di genere” e “le leggi che chiedono sono diverse“.
E poi un’associazione LGBT contiene la parola “LGBT” che “nessuno sa cosa significhi, all’esterno” e soprattutto “per esteso è lunga” ma se vuoi usare un sinonimo cosa usi?
queer? arcobaleno? rainbow? l’arcobaleno l’hanno usato pacifisti, sinistroidi..cani e porci.

C’è anche un problema di ignoranza.
In diversi “ring” di associazioni, di cui alcune erano LGBT (ovvero avevano tra gli obiettivi di attivismo tutte e 4 le realtà, nonché spesso anche soci B e T), ci si lamentava di “dover perdere tempo in battaglie T quando non c’era un’associazione T”: era quindi necessario che ci fosse una associazione che percentualmente aveva, non so, il cinquanta per cento più uno di tesserati T? (si sa quanto le persone T soprattutto non rettificate amino fare tessere..)

E da un noto attivista milanese, ma di fama nazionale, ho dovuto persino sentire:
 “ma che volete voi trans? una legge l’avete. dopo la rimozione di pene e vagina, potete cambiare sesso sui documenti e finalmente sposarvi”
E quindi ho dovuto rispondere dicendo
“anche voi gay e voi lesbiche potete sposarvi. infatti è ben noto che i gay possano sposare le lesbiche, per la legge italiana”
Del resto credo che purtroppo alcuni di loro, soprattutto di stampo anni ottanta, siano convinti che le persone t siano
“gay e lesbiche che non si accettano, e vogliono diventare etero per sposarsi”…

Il problema della comunicabilità viene sempre fuori quando si vuole tagliare fuori le minoranze da una battaglia già complessa…
Estendo a voi il dibattito su possibili soluzioni o alternative

3 commenti su “L’attivismo LGBT e il problema della comunicabilità all’esterno”

  1. Abbi pazienza Nath, ma nel secondo pararafo non si sarebbe dovuto scrivere “I trans sono un problema perchè devi aggiungere “IDENTITA’ DI GENERE” e “le leggi che chiedono sono diverse”? Perché sennò non colgo il senso della frase…
    Marco

  2. Siamo al paradosso che il trans si può sposare con una persona del genere opposto solo dopo aver però proceduto alla rimozione dei genitali (transizione completa) o sbaglio?
    Comunque riconosce il matrimonio tra sessi ufficialmente cambiati.
    Mentre manca il matrimonio gay.

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