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Visite e dispositivi penetrativi, salute, sessi e generi

Dai corpi femminili ci si aspetta “agio” rispetto alle pratiche penetrative medicali e non. Dai corpi maschili ci si aspetta disagio, soprattutto se si tratta di maschi etero. Questa disuguaglianza tutela o no la salute delle persone?

colonscopia uomo

Questo articolo è stato ispirato dalla notizia del politico, maschio eterosessuale, che, per giustificare l’iva al 22% (come i beni di lusso) per gli assorbenti, ha consigliato alle donne di infilarsi la coppetta mestruale o tuttalpiù usare i pannolini lavabili.

Premetto che ci sarebbero tante cose da dire sulla notizia: sul fatto che ogni politico che ha parlato di agevolazioni per gli assorbenti è stato deriso, che gli stessi che inneggiano all’ecologia poi sfottano Greta, che a proporre il tutto sia un maschio etero, e che magari i pannolini lavabili dovrebbero lavarli ogni sera i mariti/compagni.

coppetta fecale

Non sono gli aspetti su cui mi soffermerò: voglio soffermarmi sul fatto che i corpi umani siano fatti di cavità, sia quelli femminili, che quelli maschili.
Sono però i corpi xx quelli da cui viene atteso un “agio” con la penetratività/ispezionabilità delle parti del corpo cave, e non solo per pratiche salvavita.

Ad esempio, si fa grande promozione della coppetta mestruale, e sicuramente ci sono motivazioni ecologiche, e magari anche di risparmio economico, ma se ogni volta si precisa che non è consigliato alle vergini, alle suore, alle testimoni di geova e via dicendo, le si “consiglia” a coloro che fanno un uso sessuale passivo della vagina. Il sottotesto è che “dove entra un cazzo, perché non altro?“. Questo però è un aspetto che trascura molte cose: la prima è che il rapporto vaginale passivo dura il tempo di procurare piacere, e quindi è cosa ben diversa dal portarsi un corpo estraneo dentro il corpo per la città, tra l’altro con una forma diversa da quella di un pene, una forma semisferica che spinge verso i lati. Un maschio lo farebbe mai?
Per carità, io so che molte persone xx la trovano comoda, economica, ecologica, e non vuole essere una crociata “contro” la coppetta mestruale, anzi.
So che il 99% dei commenti al post saranno fuoritema e saranno elogi alla coppetta, ma se accadrà vuol dire che non è chiaro il punto della critica che voglio porre.
Anche in pratica direi affatto “salvavita”, si dà per scontata la penetrazione del corpo femminile, come naturale, soprattutto da parte di donne che sono sessualmente “attive” tramite rapporti in cui la vagina viene penetrata (donne etero, donne non etero che usano dildi…).

visita ginecologica uomo

Ci sono molte pratiche penetrative salvavita: colonscopie, rettoscopie, ma tutti sappiamo quante sceneggiate mediamente fa l’uomo etero prima di sottoporsi a queste pratiche, a volte mettendo in mezzo anche il fatto che è etero e che non si farebbe mai penetrare (neanche da un medico per un controllo, o da un dispositivo per un esame).
Se si pensa alla banale supposta, che, scavalcando il fegato, fa arrivare dritto agli organi il principio attivo, esse vengono maggiormente prescritte alle donne, spesso testimonial il pubblicità televisive di supposte…
Si pensa, quindi, che la donna sia maggiormente a suo agio con tutto ciò che “penetra” il corpo (non solo in vagina).
I medici devono combattere contro l’ignoranza sessista che fa si che i “maschi” non vogliano ispezionare e porre a controlli le “cavità” del corpo.

Come infilare la coppetta mestruale

Infatti, sono molto, ma molto, più diffuse le campagne per la prevenzione di malattie ai genitali femminili, controlli che richiedono penetrazioni vaginali, ma anche il corpo maschile avrebbe bisogno, periodicamente, di controlli che richiedono ispezioni alle cavità (prostata, etc etc), solo che queste pratiche sono molto meno promosse.
So che andrologi, gastroenterologi, vorrebbero che i pazienti maschi si liberassero di questi pregiudizi, atto che a molti salverebbe la vita, o farebbe arrivare molto prima a diagnosticare malattie, tuttavia quanto si fa non è abbastanza.

colonscopia (2)

Tempo fa, su un social parlai di quanto gli ftm fossero restii a pratiche di ispezione corporea che richiedono la penetrazione. Molte donne biologiche, anche etero, anche “attive” sessualmente tramite penetrazione della loro vagina, hanno confessato che anche loro trovano sgradevoli le visite ginecologiche, e che il fatto di trovare piacevole un rapporto vaginale in cui vengono penetrate da dita, pene, o altro, non significa automaticamente che gradiscono le visite ginecologiche.
Molte di loro le fanno periodicamente anche in quanto madri, o future madri: entrano in un loop di visite “necessarie” a processi che poi portano a gravidanza, parto, profilassi varie, etc etc.
Ne rimangono tagliati e tagliate fuori donne lesbiche, ftm , persone non binary di biologia xx.
A volte penso che il problema, la ritrosia delle persone xx di identità di genere “non femminile” non sia solo la disforia coi genitali, ma anche un approccio “maschile” alle ispezioni corporee. Hanno assorbito lo stereotipo del maschio che, di fronte ad una visita in cui verrà penetrato, fa scenate, e quindi non vogliono sentirsi da meno.
Perché in un caso di parla di “disforia” (uomini t, xx non binary) e in un caso di legittimo fastidio (uomo etero)?

Come infilare la coppetta mestruale

Se non fosse ancora chiaro che questo non è un articolo “contro” la coppetta mestruale  e il suo utilizzo, concludo dicendo che quando le donne hanno risposto al politico pentastellato che, con nonchalance, consigliava la coppetta, dicendo di “mettersela nel culo lui”, i social sono impazziti: uomini (presumo etero), chiarivano che giammai avrebbero messo qualcosa nel “culo”, e che la sola idea era ridicola, “perché” non erano donne o gay.
Del resto, se non erro, anche da un gay ci si aspetta maggiormente che “non faccia storie” per rettoscopie e supposte.
Quindi, si torna alla mia triste teoria: ci si aspetta che chi si fa penetrare per piacere sessuale, deve poi farlo “senza troppe storie” per ragioni sanitarie.
Gli altri, invece no, o solo per ragioni “salvavita”, e a volte neanche in quei casi.

Rimane che il corpo xx è sempre territorio di “caccia”, anche per la medicina. Non sono lontani gli anni in cui veniva curata l’isteria, con metodi penetrativi.
Il poco garbo degli operatori rimane ancora, e lo testimonia il disagio che riportano molte persone xx pazienti, che non si sono sentite comprese e accompagnate in una visita “invasiva” rispetto ai propri genitali.
Professioniste come Marina rimangono un’eccezione.

Penetrativa suppostatermometro in culo

Cosa chiedo in questo post? Che i corpi delle donne siano meno “penetrati” per ragioni di salute? no di certo.
Che si dia meno per scontato che le persone “sessualmente passive” siano a proprio agio con l’ispezione delle cavità del corpo? ecco, questo si.
Che si facciano campagne di sensibilizzazione dell’uomo biologico verso gli esami “penetrativi” e le profilassi? Di certo anche questo.
In sostanza, chiedo che il binarismo dei ruoli di genere lasci la medicina.
Ci sono differenze fisiche, questo è sicuro, ma non sovraccarichiamole di dati culturali e sociali.

Gastrologist. Doctor's office

 

3 commenti su “Visite e dispositivi penetrativi, salute, sessi e generi”

  1. sono un uomo etero e se è in gioco la mia salute mi faccio ogni esame invasivo senza sceneggiate come penso molti uomini etero. poi penso che pure donne etero e bisessuali che gradiscono molto la penetrazione del pene possono essere a disagio con esami medici invasivi ma se salvano la vita che tu sia uomoo donna secondo me devi farli

  2. Ecco esattamente. Proprio l’altro giorno mi sono sottoposta ad una visita ginecologica di routine. Un paptest “di controllo” con una medica sconosciuta. Io non sono a mio agio con la penetrazione vaginale, ma di certo non ho mai sognato di saltare un esame che poteva essere utile alla mia salute, non si tratta quindi di “non volerlo fare”. Non è questo. Ma questa è la mia esperienza.
    Quando mi metto sul lettino e la dottoressa mi si avvicina e comincia a tastarmi sento i miei muscoli irrigidirsi così le chiedo di darmi un momento. Lei mi risponde “Tranquilla sto solo mettendo il lubrificante”. Non lo ha neanche finito di dire che mi ha provato ad infilare il dilatatore con un gesto brusco. Mi fa malissimo, non ero preparata. Quando grido per il dolore si ritrae.
    “Se non riesci fa niente, possiamo lasciar perdere… ” Mi dice.
    “Le ho solo chiesto si darmi un momento”. Le rispondo io “voglio fare la visita ma per favore faccia piano”.
    Riprova, di nuovo mi irrigidisco automaticamente nel sentire pressione all’ingresso ma questa volta sembra un po’ meno brusca. Mi prendo questo benedetto momento (non parliamo comunque di più di cinque secondi) per cercare di spingere e rilassare i muscoli e poi infila il suo strumento. Fa male ma in qualche modo lo gestisco con un lamento. Proprio in quel momento, mentre sta ancora infilando e io sto lottando per rilassarmi, se ne esce con:
    “Potresti sanguinare nelle prossime ore”.
    E certo, quale pensiero può aiutare a rilassarsi meglio del pensare di star subendo delle lacerazioni da cui esce sangue! Poteva dirmelo subito dopo, o subito prima, invece no, ha pensato che mentre stava muovendosi dentro di me fosse il momento migliore, grazie mille per il tatto.
    E glielo ho detto, non tanto per fare polemica ho cercato di usare un tono leggero, ma magari con la prossima paziente ci pensa.
    Ora io non so se era un approccio “maschile”, lei era una donna, e in realtà qualche mese fa sempre per una visita ospedaliera con un medico sconosciuto mi è capitato un uomo, ed era tutto gentilezza e battute per cercare di rilassarti, e mi sono trovata molto meglio. Poi sarà stato anche un minor diametro dello strumento per quell’esame lì, ma mi pare proprio che ci fosse più attenzione a far sentire a proprio agio e soprattutto ad ascoltare nel momento in cui ti chiedo qualche secondo per combattere la tensione. Conosco anche ginecologhe donne molto brave ovviamente. Penso quindi sia più una questione di essere bravi professionisti che del genere effettivo della persona. Ovviamente so che nell’articolo si parlava di “approccio maschile” in senso filosofico, ma comunque.
    Ora io non so se nelle visite andrologiche usino comportamenti così sbrigativi, o a volte proprio irrispettosi. Io credo che sia contro questo genere di cose che si esprime l’ articolo, certo non suggerisce di far evitare alle persone con la vagina i controlli medici.

    1. Ho scordato di aggiungere: la conseguenza della ma la grazia durante la visita raccontata è che mi ha fatto male là sotto per giorni.

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