Lavoro in un ufficio dove tutti e tutte sono in “età da marito/moglie”, e in contemporanea assisto a vari preparativi di matrimoni, anche di più colleghi e colleghe, contemporaneamente.
Per essere precisi, più o meno mentre alcuni sono in viaggio di nozze, già altri sono in ballo con addii al celibato e al nubilato, e, grazie al grande affiatamento esistente e comunione di interessi e hobbyes (calcio, aperitivi, balli latinoamericani, discoteca…), spesso gli invitati agli “addii al” e al matrimonio stesso, valletti, vallette, testimoni, sono gli stessi colleghi e colleghe.

Sento talmente tanto parlare di matrimoni che alla fine finisco anche io in questi siti.
MatrimonioAnticonvenzionale.it, matrimonioAlternativo.net, etc etc (non ricordo il nome preciso).
Balza all’occhio che questi siti di alternativo non propongono nulla.
Il vestito di lei, sempre molto più caro di quello di lui, cambia al massimo solo di colore. Come confermano i chiacchiericci preparativi dei miei colleghi e colleghe, il matrimonio assume lo stile di lui. Se lui è appassionato di Harley, ci sarà un arrivo in chiesa con le Harley, se lui è metallaro, suonerà la rockband al banchetto, e magari lei sarà gothichella, ma sempre in lungo abito largo e fino ai piedi, capelli rigorosamente lunghi e addobbati tipo albero di natale, al massimo il delcoltè sarà decorato di truculenti tatuaggi.
Anche cercando tra le parole chiave matrimoni laici, buddhisti, in comune, matrimoni veg, etc etc, vengono fuori sempre le stesse immagini binarie, di vestiti rigorosamente di eleganza maschile (al massimo il marito coi capelli un po’ lunghi, ma non troppo), e vestiti di lei classicamente bianchi o al massimo “panna“, adornati di fiori, con capelli mai troppo corti.
Le uniche proposte che rompono gli stereotipi di genere, sono quelle riguardanti le spose lesbiche, e in particolare “una delle due”, per riproporre comunque un modello binario dove una delle due “fa la maschia”.
Ad ogni modo non c’è proprio alcuna proposta di abito da matrimonio per una donna che non sia spiccatamente legata agli stereotipi binari femminili. Solo le lesbiche, ah , pardon, una delle due, puo’ fare una piu’ o meno leggera trasgressione di genere. La donna etero deve per forza essere un tripudio di femminilità, non esistono altri modelli proposti dal mercato, e le bambine non vengono abituate, fin da piccole, se non a questo immaginario.

E cosi’ le mie colleghe, ma ancor prima le mie cugine, percorrono la strada stereotipata e “iniziatica” del dimagrimento dukan, della scelta dell’abito, della lunga maratona per far crescere i capelli (anche chi li portava corti), per poi tornare molto piu’ “butch” dopo il viaggio di nozze (grassa e coi capelli di nuovo corti o comunque, “pratici”).

L’addio al nubilato ha preparazioni tristemente binarie di vallette, reginette, damigelle in frenchising con vestiti e fiori in testa tutti uguali, e cosi’ l’addio al celibato rappresenta il piu vile machismo, con oggetti tipo vagine finte, bambole gonfiabili, spogliarelliste, pornostar e mignotte, tutto nel più bieco binarismo atto a dire che il povero pirla è un fesso, che lei lo terrà per le palle, etc etc.
Al banchetto non si può fare torto alla pro-pro-pro-zia e non invitarla, quindi le liste non finiscono mai, e la lista nozze viene “dirottata” in un negozio di casalinghi che servirà a fornire lei di tutti gli strumenti per tenere la casa pulita e ordinata mentre lui invece deve dedicarsi alla sua professione (con la differenza che ovviamente anche lei lavora, ma deve prendersi cura lei della casa, perché è un ruolo innato avendo lei la vagina…)

Infine, molto più modeste le coppie che si sposano in  comune, spesso già conviventi con figli, che si sposano solo per i diritti, spesso presi in giro dai “normali” per gli abiti sobri e il poco sfarzo. Queste coppie vengono viste un po’ con compassione, come se dovessero fare il “matrimonio riparatore“, e quindi non meritassero chissà quale sfarzo.
Di contro, giovani coppie atee ed agnostiche amano rinunciare anche alla ritualità, e si mettono in fila come polli in batteria al comune, come se dovessero pagare la “colpa” di non essere credenti e quindi dover avere per forza un matrimonio austero e sbrigativo.

Pare che il matrimonio in se, ovviamente inteso come cattolico e non come civile, sia un trionfo stesso del binarismo, della celebrazione del matrimonio tra diversi e complementari, e che questa diversità non tanto tra due persone, ma tra “il maschio” e “la femmina” sia celebrata e ostentata sotto tutte le forme, estetiche e comportamentali.

Non giudico chi sceglie un’espressione binaria per le sue nozze, portando avanti cio’ che da sempre ha conosciuto come “normale “(gli stereotipi di genere), ma mi disturba che non ci siano alternative, neanche commercialmente, per chi vorrebbe esprimere se stesso e la sua diversità (anche si trattasse di uomini e donne etero) anche nel “momento piu felice della propria vita”, ma si vede a dover ripiegare (per pressioni esterne e per l’offerta commerciale disponibile) su stilemi manieristi e binari.

(KIKA) - DEVON - Neil Vaughan e Sharon Wetherell, una coppia inglese appassionata di fumetti, si e' sposata a Devon prendendo le distanze dal matrimonio tradizionale. Infatti sia gli sposi sia gli invitati si sono presentati alla cerimonia indossando i costumi dei loro supereroi preferiti. Neil Vaughan ha scelto di diventare Batman e Sharon Wetherell Wonder Woman, tra gli invitati si sono potuti riconoscere Iron Man, Hulk, Robin, Joker, Superman Poison Ivy, Lara Croft, Joker e Bananaman. Adam Gerrard/SS©kikapres.com
(KIKA) – DEVON – Neil Vaughan e Sharon Wetherell, una coppia inglese appassionata di fumetti, si e’ sposata a Devon prendendo le distanze dal matrimonio tradizionale. Infatti sia gli sposi sia gli invitati si sono presentati alla cerimonia indossando i costumi dei loro supereroi preferiti. Neil Vaughan ha scelto di diventare Batman e Sharon Wetherell Wonder Woman, tra gli invitati si sono potuti riconoscere Iron Man, Hulk, Robin, Joker, Superman Poison Ivy, Lara Croft, Joker e Bananaman.
Adam Gerrard/SS©kikapres.com