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Leoni da tastiera ed “antagonisti”: meritano di avere voce in capitolo?

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Ci sono tante poltrone calde in Italia.
Non parlo di posti in parlamento, ma delle poltrone di casa che ospitano tanti bei sederi di persone pseudoLGBT che decidono di fare attivismo “antagonista“, ovvero di usare le proprie energie non tanto per i diritti civili, ma per contrastare l’attività delle associazioni.
Questi movimenti non hanno un’origine precisa.

Abbiamo il filone di quelli che impiegano tutto il loro tempo a contrastare la teoria queer (e automanticamente, tutto l’attivismo antibinario portato avanti sia da persone che portano personali istanze antibinarie, come i transgender non medicalizzati, i bisessuali etc etc, sia altre persone LGBT e non).

Abbiamo il filone anarcoide dei veg-queer-feminist, che sono contro ogni “piramide e gerarchia“, quindi anche contro un banalissimo direttivo del circolo pro piadina romagnola, e quindi in toto contro ogni associazione (anche quelle che non conoscono, a cui attribuiscono di default un fare dittatoriale), e sono vicini ad idee complottare. Essi preferiscono forme di attivismo come serate dee-jay oppure riunioni in case occupate popolate personaggi esistenzialisti usciti magicamente dagli anni settanta.

Abbiamo il filone dei cyberGLBT, ovvero persone col doppio account facebook, che vivono da etero cisgender, ma sfogano la loro identità LGBT tramite un account farlocco, con foto e cognome farlocco, da cui sentenziano sulla condizione LGBT, sulla disforia, sui matrimoni, senza provare sulla propria pelle i problemi reali delle persone LGBT

La cosa grave è che questi poltronari, cattedratici dediti all’antiquariato del superfluo, pretendono di avere voce in capitolo quanto le persone che offrono il loro volontariato per fornire servizi gratuiti alla popolazione LGBT e friendly, o che fanno cultura tramite eventi.

Capisco il “sinistrismo” che invade il popolo dei diritti civili, ma è legittimo concedere a queste fluttuanti persone lo stesso peso di chi agisce in modo concreto e visibile?
A voi la parola

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