Vai al contenuto
Home » Articoli Non Binary – Progetto Genderqueer » Etichette? solo ciò che è storicamente denigratorio

Etichette? solo ciò che è storicamente denigratorio

images

Cari lettori,

una cosa che ho notato da parte di un certo tipo di mondo “anarco-queer” (che fanno del “definirsi è limitarsi” un motto), è che questo discorso delle “scatole” e delle “etichette” esce fuori se si parla della definizione “gay“, “lesbica“, “transessuale“, “bisessuale” etc etc.

Ma le stesse persone si definiscono, con tranquillità medico, tennista, chitarrista, biondo, interprete, professoressa….
E’ molto semplice: quando una definizione non ha, storicamente, un’accezione negativa, non viene percepita come etichetta, scatoletta etc etc…ma stranamente se escono fuori parole storicamente denigratorie scatta la semantofobia e immediatamente si parla, anche modo improprio, di fluidità.

Vi faccio un esempio pratico.
Un milanese nato a milano da genitori e nonni milanesi non ha alcun problema a definirsi (orgogliosamente) milanese.

Ma un napoletano a milano potrebbe dire, quando parlano della sua “napoletanità“, che è “cittadino del mondo” e che “non vuole essere identificato come napoletano“…
e questo perché?
perché storicamente “milanese” non è vittima di pregiudizi e stereotipi, mentre il napoletano, in certi ambienti, si.

Di conseguenza, ogni volta che sento qualcuno che reagisce alle mie parole dicendo “basta scatole e recinti” mi metto le mani in fronte disperato.

A parte il fatto che…come posso difendere i diritti della mia “condizione” se non ho un nome? ma questo è un altro discorso…

6 commenti su “Etichette? solo ciò che è storicamente denigratorio”

  1. Che piaccia o no la soluzione sta nel ritrovarsi all’interno di un gruppo omogeneo, fra simili, insomma.
    Fare clan appartenervi, in questa società caotica, non ci sono alternative.
    Possiamo dar l’addio all’omogeneità di un tempo, con le tante nazionalità, etnie di oggi, e oltre, con i diversi generi sessuali che si vorrebbero introdurre.

  2. A me i gruppi omogenei annoiano di brutto, ma come fa certa gente? Continuo a dire che dove c’è meno ignoranza e si è cresciuti in un certo modo, a contatto con la maggiore diversità, questo si supera.

  3. mi stupisce che tu ti sia dato questa sorta di comandamento – slogan, di chiara derivazione comunista/anarchica (Gori). Dopo oltre un secolo siamo agli antipodi.
    I centinaia di conflitti in atto nel mondo ruotano tutti sulla territorialità, sull’etnia, sulla religione, nell’intento, appunto, di darsi dei confini o difenderli.
    Abbiamo vissuto circa 80 anni di comunismo, ora è finita, dopo orrori (stalinismo, maoismo, Polpot, Corea del Nord, Cuba, ecc.) con circa un centinaio di milioni di morti; pure è esistito; ma l’anarchia no, mai in nessun luogo al mondo è salita al potere, semplicemente non funzione, si sfascia nel momento stesso che certi di applicarla, appartiene al mondo della fantasia, non si adatta al genere umano.
    Nath:
    Ma un napoletano a milano potrebbe dire, quando parlano della sua “napoletanità”, che è “cittadino del mondo” e che “non vuole essere identificato coi napoletani”…e questo perchè? perchè storicamente “milanese” non è associato a negatività ma napoletano, in certi ambienti, si.

    I pregiudizi nascono in base a fatti reali, non si inventano.
    Quando si rimane scottati, fregati da qualcuno, si è diffidenti per l’intera categoria.
    Se un cane ti morde, ogni volta che vedi una bestia che gli somiglia ne stai lontano.
    Non si tratta di essere fascisti, razzisti o simili, ma di funzionamento della psiche.
    La storia dimostra che non giova etichettare, a nostra volta, il razzista, egli ha i suoi buoni motivi per essere così.
    Non muore e non scompare qualsiasi cosa si faccia, ameno di non rimuovere la causa del razzismo, vale a dire, quel cane, il tizio che ha fatto del male, il gruppo etnico ostico che guasta o entra in conflitto con le proprie tradizioni

  4. Ora la mafia ha attechito anche a Milano, la coppola e gli
    Azzeccagarbugli stanno bene insieme :).
    Capisco la tua smania di affermare il male come inevitabile, certamente non si toglierà mai, ovvio, per la nostra stessa natura, ma quella deve essere la tendenza. Di avvocare la grossolanità di scusare limiti che qualcuno è riuscito a superare, dichiarandoli insormontabili.

    “rimuovere la causa del razzismo”” , “il gruppo etnico ostico”
    Tu scherzi. Qualche innocente lo risparmieresti, ne sono sicuro. Si probabilmente tu parli di una pacifica raffica di espulsioni su base etnica, niente di cruento. Però se mi permetti, io eliminerei o contrasterei in un modo più intelligente la causa del razzismo.
    Primo con gli esempi di integrazione di cui ho parlato altrove, secondo, essendo l’immigrazione di massa perfettamente confacente al capitalismo e alle sue altrettando fisiologiche e sistemiche crisi, quello che servirebbe è mettere da parte la paura ed allearsi per costruire un’economia parallela di sussistenza, combattendo i problemi comuni. Si è tutti vittime a parte pochi (che comunque lo sono anch’essi, a modo loro, anche gli altolocati hanno una paura isterica, una dipendenza)

    “mi stupisce che tu ti sia dato questa sorta di comandamento – slogan, di chiara derivazione comunista/anarchica (Gori). Dopo oltre un secolo siamo agli antipodi.”

    So che era di Gori e non me ne vergogno affatto.

    “I centinaia di conflitti in atto nel mondo ruotano tutti sulla territorialità, sull’etnia, sulla religione, nell’intento, appunto, di darsi dei confini o difenderli.
    Abbiamo vissuto circa 80 anni di comunismo, ora è finita, dopo orrori (stalinismo, maoismo, Polpot, Corea del Nord, Cuba, ecc.) con circa un centinaio di milioni di morti;”

    Dimostrazione del fallimento, del caos, generato dalla soggezione psicologica all'”ordine” del potere e del comando imposto dall’alto, tendente all’autoreferenzialità e avente un fine totalmente avulso (il più delle volte) da ciò che è bene per gli individui governati. Poi come ho detto esso riesce a plagiare molto bene i cittadini, creare finti nemici, coalizzarli su base territoriale per asservirli a sè. Non si potrebbe certo definire ciò un modo efficiente di agire, al giorno d’oggi. Basta far star male i cittadini, dargli un futuro incerto, castrare la loro iniziativa e proporsi come soluzione, in realtà sfruttandoli.

    “ma l’anarchia no, mai in nessun luogo al mondo è salita al potere, semplicemente non funzione, si sfascia nel momento stesso che certi di applicarla, appartiene al mondo della fantasia, non si adatta al genere umano.”

    In spagna e a Parigi, l’anarchismo è caduto per cause esterne, nel caso della Spagna, per il massacro franchista, ma localmente funzionava. Il problema forse è che dovrebbe creare connessioni anche più sparse, ma essere più diffuso, nelle città circostanti e magari nel mondo, sarebbe molto più difficile da estirpare di una piccola resistenza localizzata, come è avvenuto in Spagna e a Parigi. Più gente lo pratica, più questa gente è organizzata, più settori produttivi coinvolge, più il modello sara funzionante e autonomo, chiaramente è un processo, non può pretendere di essere subito avulso al 100% dal mondo globalizzato e dalle sue brutture, altrimenti, come dici giustamente, cade subito. Tanto più se “sale al potere” come un partito qualunque”, in quanto è un equilibrio, un modo di pensare.

    A proposito di identità potrei dirti che molti sardi nella “mia terra” (appunto ;)) hanno trovato un modo positivo di vivere tradizioni ed identità, senza rinnegarle, ma incanalandone spesso nell’accoglienza e nella curiosità verso l’esterno. E’ vero che spesso questa fascinazione l’hanno pagata con le invasioni di spagnoli, aragonesi e Savoia, ma credo si potrebbe trovare un equilibrio.
    Lo stesso vale per la religione e la ricerca spirituale, una volta che consegni il monopolio ad una organizzazionie gerarchica ricominciano i problemi.
    Adesso però non stroncarmi ogni sintesi positiva ;).

  5. Concordo che lo scopriremo solo vivendo, non ci guadagno nulla dall’avere ragione, se ciò per cui mi batto non si verifica, spero che le tendenze positive che ho ravvisato non si invertano quindi. Sei diventato molto cinico e in un certo senso ti capisco, vedi fregature ovunque e gli esseri umani non ti fanno una buona impressione. Tuttavia se devo spendere energie le spendo più volentieri per progredire, piuttosto che per tornare ai bei tempi andati che non ci son mai stati. Ciò che desideri è un mondo di insicurezze che non si vogliono affrontare, credo, dove tutto e sotto controllo e nulla si concede a ciò che non si comprende bene, perchè sembra più sicuro così, uomini, donne,tutti al loro posto solo etero, solo “normali”. Quali guizzi ci si potrà concedere per non offendere un senso del pudore stabilito per legge, molto delicato e suscettibile, per non essere considerati contronatura? Come prosegue il mondo senza stravaganze? Cassando le cose che sembrano impossibili, le sperimentazioni?
    Eh altrimenti arrivano li turchi, non sia, mai.
    E’ vero certe volte ci viene da pensare che l’uomo è fondamentalmente così, questo vuole, vuole il suo male, nel perseguire il suo bene, tantissimi che arricchiscono poche persone sfidandosi a milioni,massacrandosi, illudendosi ognuno di trovare il posto al sole, nel frattempo che i rispettivi capibranco se la godono dai frutti delle loro energie spese a contendersi le poche risorse rimaste, poche perchè ce le hanno tutte pochissima gente, e il bello è che lo sanno, ma credono alla propaganda, pensano che gli altri poveracci delle nazioni o fazioni avversarie sono plagiati e fregati, e che quindi loro devono combatterli, perchè però è un fatto che loro arrivano e quando arrivano devono difendersi.
    Simmetricamente la fazione avversaria pensa lo stesso, una favola plausibile, dove un solo essenziale dettaglio differisce dalla realtà delle cose, ma è tanto che basta a tenere su il teatrino.
    E’ evidente che non ravvisi in ciò qualcosa di positivo, la tua posizione, comprensibile è che questa è la nostra natura non ci si può fare niente, ci si è provato e si ha fallito, è quindi ora che i governi e il potere governino assecondando completamente questa natura, perchè nella sua crudeltà a tuo dire avrebbe un suo fondamento. Il fondamento certamente ce l’ha, quello della sopravvivenza del singolo e dei singoli nuclei che si competono la coppa del presunto gene migliore. Tuttavia come te l’ho presentato io è poco efficiente, ci si massacra di più in guerra e povertà di quanto non accadrebbe con la pace e la solidarietà.
    Certamente contribuisce più questo che l’omosessualità, all’estinzione.
    Certo tu hai i tuoi dogmi, Freud, Darwin, intoccabili, che dicono il primo del gene recessivo, il secondo degli “invertiti” (significato in sè neutrale se non figlio della constatazione che l’oggetto sessuale è il sesso inverso a quello con cui si produrrebbe prole) e la loro presunta eziologia che fa capo al complesso edipico o della madre castratrice, cosa che al giorno d’oggi non regge più molto, per i motivi che ho detto. E una serie di stravaganti teorie che già elencai, di cui qualcuna si può discutere comunque.
    Come ho detto le eccezioni al tuo modello di umanità naturale, i solidali, gli antirazzisti, i post identitari, i sistemi complessi, esistono. Sarà perchè esiste la coscienza di essere tutti delle vittime, chi più chi meno, di un sistema che non va. Questa coscienza può unire, senza spersonalizzare.
    In fondo mi chiedo cosa unisca i fondamentalisti di ogni religione, un’allucinazione? Un fuoco sacro? Il tuo stesso timore di perdere il controlle delle cose e affidarsi ad un facile libretto delle istruzioni da applicare liberamente illudendosi di scacciare il male? So la differenza, tu non lo vuoi scacciare, comunque scongiuri un avvenire catastrofico su cui ti sei un po’ fissato, 😉 vuoi un mondo diverso, quindi metti dei binari che ritieni prevengano ciò che ritieni essere devianze e causa del declino dell’attuale società, tra cui appunto la parità e la polivalenza dei sessi.
    Dici che le cose avevano funzionato bene fino a che ciò non venne messo in discussione, ma bene per chi mi chiedo? Se l’individuo non ha da guadagnare nulla, nella sua piena espressione e libertà da un sistema efficiente, si può davvero ritenere efficiente il sistema se lui non è parte del suo scopo, ma solo il benessere di un astratto alveare e delle solite api regine? Non è lo stesso sistema che era già diretto sull’iceberg del titanic delle fonti inquinanti ma redditizie (sempre per le elità) che già allora potevano essere in parte sostituite?
    Non è che non contestare l’autorità e i ruoli ci avrebbe fatto arrivare ancora più in ritardo a questa presa di coscienza che non si può continuare così? Combattere pregiudizi e ottusità almeno quelle non ha aiutato a schiaririsi un po’ le idee?
    Magari tu non ci credi più, non ti biasimo, anche se la tua età secondo me c’entra tanto quanto, ma le cosiddette utopie possono fare passi avanti con la spinta e il contributo di più persone possibile. Non è che creda in una metafisica osmosi, ma nel contributo e nel passaparola sì.

Rispondi