Molti ragazzi e ragazze, etero e non etero (persino attivisti/e gay e lesbiche), mi chiedono se un ftm “si sente” uomo.
Io ci tengo a precisare che un ftm, come una mft, non “si sente“, ma è.
Spiego la differenza:
il matto del cottolengo che “si sente” Napoleone, in effetti, senza ombra di dubbio, NON è Napoleone, neanche psicologicamente. Non è di identità di genere “napoleonica”…
Un ftm ha realmente un’identità di genere maschile, anche se non è “maschio”.
E’ uomo, ma non è maschio.
Qualcuno a questo punto, quando parla di transizione, usa il termine “diventare uomo”.
E’ scorretto: l’ftm è già uomo.
Poi allora si correggono dicendo “diventare maschio“….ma anche questo è scorretto.
La transizione non rende maschio un soggetto xx. Lo rende simile al maschio, esteticamente e anche funzionalmente, socialmente, e (in italia con la rimozione degli organi riproduttivi), anche legalmente.
Dopo quel momento, dopo la “garanzia di sterilità” e il cambio dei documenti, l’ftm diventa, per la legge italiana, maschio. Maschio sterile che può adottare, con una moglie. Maschio che può sposare civilmente una donna. Ha i diritti del nato maschio.
Chi ha un’identità di genere maschile è un uomo, ma non un maschio biologico. Alla luce di questo, “sentirsi” uomo e “diventare” uomo sono semplificazioni errate.