Oggi affrontiamo una tematica già accennata in passato, che è quella del “passing”, ovvero del “PASSARE”.
Volgarmente il “passing” è la capacità estetica e comportamentale di una persona di “apparire” e “passare per” il genere d’elezione a dispetto del sesso biologico.
PASSING “m to f”.
La società maschilista fa si che la figura dell’uomo sia sobria e austera e quella della donna sia agghindata e carica di simbolismi, come il tacco, la gonna, il capello tinto e acconciato, il trucco…
Per una persona di sesso maschile apparire “travestita” da donna è molto più semplice che per una persona di sesso femminile apparire “travestita” da uomo: piuttosto sembrerà trasandata, sportiva, maschiaccia…ma non “un uomo“.
Di contro, i lineamenti di un uomo a parte rari casi sono spigolosi, e le corde vocali sono spesse, quindi il timbro di voce spesso è inequivocabilemente maschile, così come è vero che c’è il pomo d’adamo e spesso delle proporzioni diverse da quelle di una donna (altezza, numero di scarpe..).
Se una transizione m t f dà ottimi risultati a livello di ricostruzione genitale (piacere escluso), genera comunque un’ambiguità.
Se è semplice capire che si tratta di una persona trans, è difficile che la trans “passi” come donna biologica.
PASSING “f to m”
Come già detto, un ftm “non medicalizzato” o pre-t, ovvero prima della transizione, avrà grosse difficoltà a comunicare visivamente di non essere una donna biologica mascolina, visto che molte donne rinunciano, per comodità o gusto, agli orpelli simbolo di femminilità canonica, o comunque le mode sono sempre più spinte verso la proposta di un modello femminile androgino e aggressivo. Sulle passerelle vi sono giacche, cravatte, ambiguità, tagli di capelli con sfumature esagerate.
Di contro, un transgender ftm pre-t (o non medicalizzato) può “passare” come ragazzo molto giovane, ma con gli anni vi riesce sempre meno, e dopo i 30 il suo fisico assume sempre di più le connotazioni di quello femminile.
Di contro, il transgender post-t, se ha il grosso problema della ricostruzione genitale, da vestito, pomo d’adamo escluso e altezza trascurata, è indistinguibile da un uomo biologico, poiché la voce bassa (causata dall’inspessimento definitivo delle corde vocali) e la peluria sul viso, causano l’identificazione da parte dell’osservatore distratto e non del soggetto col genere maschile. Molti transgender ftm preferiscono far crescere la barba per accentuare il loro passing: nessuno dà il femminile a un uomo barbuto e può essere nascosto il “non pomo“.
Il passing semplificato del transgender post-t fa si che spesso il soggetto, non dovendo soffrire del fatto di essere continuamente scambiato per una donna, se non per questioni legate ai documenti (questioni svanite dopo l’isterectomia), spesso non fa l’attivista e preferisce sparire dalla circolazione nei pochi mesi di ambiguità fisica per poi tornare in società al maschile dimenticando il passato in sembianze femminili (modaltà stealth).
Questa riflessione maturata in questo post la faccio poichè spesso sento parlare persone transgender e dire che per loro il passing è qualcosa di importante, e che comunque l’aumentare il proprio passing non è stato elemento irrilevante nella scelta di transizionare, anche se in realtà la transizione è una prerogativa di chi sta male con il proprio corpo, e le questioni sociali non dovrebbero entrarci, anche se poi, inevitabilmente, il soggetto vive collocato nella società e ne paga i dovuti prezzi.
Nath