Un giorno mi sono visto in bacheca, da parte di ogni mio contatto “donna eterosessuale“, delle simpatiche vignette che chiedevano allo Stato di dare loro dei soldi e lavoro per rendere possibile il diventare madre.
Ho in seguito scoperto che questa indignazione era dovuta alla proclamazione del “fertility day“, campagna mirata non solo alla donna (l’uomo non è fertile? non ha il dovere di far figli?) ma che più che come donna la trattava come un utero, un utero che ha il dovere di sfornare figli italici e che soprattutto ha una data di scadenza.

 

1938865_fertility_day.jpg.pagespeed.ce.lS116zc4Lj

L’indignazione per il fatto che probabilmente non si fanno figli per motivi di soldi e di crisi economica ci sta, ma …perché non viene colto il vero problema?
Molte donne non fanno figli perché semplicemente non desiderano diventare madri. Altre, alcune di queste, non amano i bambini, cosa che è a quanto pare ancora un tabù, tanto che se una donna dice chiaramente di non amare i bambini viene guardata come cattiva e snaturata (ciò non accade se un uomo non ama i bambini).

 

Questo slideshow richiede JavaScript.

Mi rendo conto della critica politica di chi accusa uno Stato che chiede di fare figli non dando la possibilità di farli. Va ancora “di moda” firmare le dimissioni in bianco nel caso l’assunta donna rimanesse incinta…
Ma se dimenticassimo per un attimo tutto questo, e ci concentrassimo sul binarismo e sul sessismo che chiede alle donne di adempiere un “dovere” innato e naturale?

Tutto questo mi ricorda…

PdRIl-numero-è-potenzap.1