Siamo tutti antropologi esperti in Islam…
In quest’ultimo anno siamo diventati tutti esperti di islam. L’opinionista medio di facebook decide se tifare a favore del burqa o contro, e poi si lancia nell’arena dei flame war.
Prima di invitarvi alla lettura del mio modesto pensiero a riguardo, premetto di non essere assolutamente esperto di islam, ma di essere un discreto esperto di binarismo di genere.
Alla luce di questo, vi invito alla presentazione del libro “Dio odia le donne“, di Giuliana Sgrena (clicca qui per il suo articolo sul burqini), lunedì 12 settembre dalle ore 21:00 alle ore 23:30, Villa Pallavicini, Milano (proposto dal Milk e da UAAR), in cui l’autrice, ovviamente, usa “dio” per indicare chi ha manipolato e deciso i dettami religiosi in modo che fossero svalutanti per il femminile.
Una mutilazione che non riguarda solo i genitali
A volte mi chiedo come io possa perdere tempo a trovare sfumature binarie in un maestro di batteria che sottolinea che io sia bravo “per essere xx” a fare un paradiddle, quando poi su molte regioni del mondo stia calando un oscurantismo pericoloso che censura e mutila il femminile. Ho appena la forza di filosofeggiare in Occidente per far notare i binarismi striscianti che pervadono le vite di uomini e donne italiani/e, al massimo sottolineando il retaggio cattolico, anche se di solito sono binarismi secolarizzati: come posso addentrarmi a parlare di una religione che non conosco, sebbene io, nel farmi un’idea, rimanga attaccato al postulato secondo il quale tutto ciò che è binario è oppressivo?
Non riesco a mettermi nell’ottica del pretendere molta più parità di genere in occidente, e, invece, quando si parla di mondo musulmano, guardare quel binarismo così estremo e violento con l‘occhio compassionevole del caucasico del “primo mondo“, che non pretende di sollevare la donna non caucasica dal suo destino, perchè “tanto è di un’altra cultura, che non ho gli strumenti per giudicare“.
Il binarismo dei ruoli è il male: assegna un destino alle persone a seconda del loro corredo genetico. Se il binarismo è male in occidente, perchè va “rispettato” nelle culture musulmane?
Una sinistra confusa e senza identità
Rimango molto perplesso osservando una sinistra, confusa e senza identità, che si limita ad esprimere idee opposte a quella che oggi è la controparte: l’unica destra rimasta, quella di Salvini e dei partiti della destra conservatrice, leggasi reazionaria. Se questa gente, in malafede, attacca il maschilismo islamico, non per preoccupazione per la donna nata nella cultura musulmana (poi, guardacaso, si manifestano come sessisti con la donna italiana, basti vedere come trattano, usando pretesti legati al sesso e al genere, Appendino, Raggi, Kyenge e Boldrini), ma semplicemente per avere un appiglio in più per odiare e fomentare l’odio per gli stranieri (in grande percentuale musulmani), allora, di contro, la sinistra (anche quella femminista) pone l’accento sulla presunta autodeterminazione della donna nel mettere un velo integrale e tramite esso “autodeterminarsi“, prendendo come esempio quattro donne intellettuali francesi di terza generazione, donne col velo (facendo confusione volutamente tra velo e burqa…tanto nel casino della polemica chi guarda queste differenze?), e facendo finta che invece non ci siano intere popolazioni di persone musulmane in cui le donne (ma a volte non solo loro) sono oppresse da dettami binari e teocratici, di cui il velo integrale è solo un simbolo riepilogativo. Non dànno qualche indizio le foto che si vedono di uomini e donne che felici tagliano barbe e bruciano veli?
O quando gli uomini indossano burqa e veli per solidarietà alle donne?
Oppure la curiosa protesta di una ragazza iraniana rasata che non vuole indossare il velo
Non credete che la nostra connivenza radical chic col sessismo dell’islam politico sia offensivo verso questi popoli che vorrebbero la nostra solidarietà?
Vi rendete conto che a subire il binarismo in questi popoli mediorientali “teocratici” è anche la donna lesbica, la persona trans, etc etc? E che il turista ftm non rettificato (quindi proprio tu, mio caro lettore) dovrebbe armarsi di velo per visitare quei paesi?
Se in un paese straniero occidentale non venissero riconosciute le persone trans, ci indigneremmo o saremmo sereni perchè “evidentemente fa parte della loro cultura“?
Magari anche bruciare le attiviste trans “fa parte della loro cultura?”
Ma no, si preferisce usare autodeterminazione per parlare di donne col velo integrale. E definire sessista e maschilista, quando non razzista, il dire che il burqa è binario (se non lo fosse lo indosserebbero anche i mariti, no?).
Oggi per essere “di sinistra” devi essere inclusivo verso tutto. Anche verso il binarismo dei popoli “non occidentali“. Accusarli di binarismo e di sessismo sarebbe “razzista” e “giudicante”…
Esempi “nostrani”
Ricordo come era difficile vivere, ai miei tempi in Sicilia. Catechismi, scuola, etc etc, ti convincevano che la brava ragazza doveva arrivare vergine al matrimonio, e alla fine ci arrivava anche, e , se le chiedevi, ti diceva che era una “sua scelta“. Sarei stato inorridito se avessi saputo che, dal Nord Italia, che immaginavo progredito e moderno, qualcuno, atteggiandosi ad “antropologo“, avesse detto che quel binarismo era giusto poichè parte della cultura meridionale, e che quelle donne erano vergini fino al matrimonio “per scelta“.Probabilmente anche molte donne somale, convinte che se non ti fai infibulare sei una botthana, sono convinte che quella mutilazione sia una “scelta“, eppure noi condanniamo l’infibulazione, perchè è una mutilazione fisica, e non pensiamo a quanto “mutilante” sia una vita intera dietro un velo integrale
Eppure io ricordo le olimpiadi negli anni 80 e 90. Le guardavo con papà, e vedevo donne e uomini di tutte le etnie indossare gli abiti sportivi standard. Ai tempi, prima del politically correct, si parlava ancora di primo e di terzo mondo, e il cosiddetto “terzo mondo” era inebriato dalla modernità e dal desiderio di modernizzarsi. C’era fierezza e voglia di modernità nell’indossare gli abiti dello “stile internazionale“. Non c’era ancora stato l’ 11 settembre, e la modernità, lo stile contemporaneo, veniva visto da tutti come “progresso”, e non come “occidentalizzazione”. E di quel progresso hanno beneficiato tante persone e tanti popoli, anche musulmani. Da quando questo feroce dibattito monopolizza la sinistra, sono sparite tutte quelle foto che chi è giovane come me non puo’ ricordare. Le foto degli anni 70, della Persia e del Maghreb, in cui le donne, con tagli di capelli occidentali (o meglio, allora si sarebbe detto “internazionali”), vivevano all’incirca lo stesso progresso che vivevamo noi, e non c’era questa netta divisione tra Nord e Sud del Mediterraneo: c’era solo un passato medievale e un futuro più equo, meno sessista, meno razzista, in cui le differenze sarebbero scemate e tutti quanti, uomini e donne, a precindere da religioni e colori della pelle, avrebbero beneficiato dell’illuminismo e delle sue conquiste. Oggi invece è tutto un Occidente vs Medio Oriente.
State difendendo antiche tradizioni immutabili?
Chi difende burqa e burqini dimentica che non stiamo difendendo antiche tradizioni immutabili. Dimentica che le madri e le nonne di chi oggi indossa il burqini come se ci fosse sempre stato, andavano in giro in jeans, coi capelli corti, fumavano, erano donne libere (la foto sottostante non è di una spiaggia del nord del Mediterraneo, ma del sud del Mediterraneo).
E, per gli increduli, ecco una gallery sulle donne iraniane negli anni 70.
E’ più semplice e populista dimenticare tutto questo, o considerarlo un “vizio borghese” che noi perfidi bianchi avevamo esteso alle donne “del terzo mondo”.
Oggi “fa razzista” proporre la modernità come concetto globale.
E’ più comodo pensare che siamo noi con la pelle rosa a dover e poter usufruire delle conquiste illuministe, mentre (paternalisticamente?) dobbiamo abbandonare gli altri al loro destino, che va sempre di più verso l’oscurantismo.
Essere musulmani e moderni/e si può?
Di contro le destre amano immaginare i musulmani come coincidenti con “l’islam politico”.
E’ facile dare per scontato che le femministe di origini musulmante siano “atee”, cancellare il loro tentativo di conciliare spiritualità e libertà. E’ facile dimenticare che essere musulmani e moderni si puo’. E’ facile dimenticarsi delle spiagge dei paesi a maggioranza o totalità musulmana, che fino a pochi anni fa erano pieni di bikini.
E’ facile fare finta che i costumi integrali non siano apparsi timidamente, che le prime non siano state derise, ma che anno dopo anno non siano diventate la maggioranza e che non siano infine diventate “puttane” quelle poche che il bikini hanno deciso di tenerselo (finchè potranno, dove possono).
Sembra che all’opinionista occidentale convenga fare confusione non solo tra velo e burqa, ma anche tra musulmani e islamisti.
La moschea si, ma in Via Padova…
E’ facile, se si è radical chic e si vive in centro, anche provenendo da percorsi di femminismo anni settanta, rivendicare la costruzione di una moschea in un quartiere periferico, lontano dalla loro casa, dove si auspica che la “comunità musulmana” trovi un suo polo (ovvero, un ghetto). E’ facile, e fa chic dire che si vuole la moschea a Milano ma disinteressarsi completamente di come poter creare una coabitazione rispettosa ed inclusiva tra le persone LGBT (e le donne emancipate) che abitano la periferia (e sono tantissime) e l’immigrazione musulmana (che, se raccolta in un ghetto, non aiuterà di certo le donne migranti ad usufruire dei progressi della modernità).
La modernità ha la pelle bianca?
Con che coraggio consideriamo l’illuminismo una “nostra” conquista. L’illuminismo è bianco? è cristiano? è ateo?
Più la modernità (antibinarismo compreso) verrà considerata una prerogativa occidentale, più sarà facile pensare per noi che volerla estendere sia “razzista” e “irrispettoso”, e più il machista, bigotto e reazionario non occidentale potrà imporre oscurantismo rivendicandolo come qualcosa di etnicamente proprio.
La modernità e l’illumismo sono conquiste destinate agli “umani” e noi occidentali (soprattutto illuminati e “di sinistra“) non abbiamo alcun diritto di farne qualcosa di nostro e solo nostro
La donna con la pelle scura non ha meno diritto di noi di vivere ed autodeterminarsi in un ambiente non binario.
ce cosa ho scritto di off topic o offensivo? Ho pure detto che sono sostanzialmente d’accordo col contenuto del post a parte il “femminismo religioso” che per me è un ossimoro
eri fuoritema. nessuno ha parlato di femminismo religioso. spesso vai fuoritema.
hai parlato di “femminismo islamico” se non erro. io lo trovo un ossimoro come “femminismo cattolico”
scusa, mi fai qui la citazione?
“E’ facile immaginare come “atee” le femministe musulmane, cancellare il loro tentativo di conciliare spiritualità e libertà.”
ecco per me il femminismo come ogni movimento moderno di emancipazione dovrebbe essere se non esplicitamente “ateo” perlomeno laico o laicizzante, insomma la vedo dura coniugare femminismo e tradizione religiosa
E quindi?
Bellissimo. Ribloggo. Unica pecca: non è tradotto in inglese dannazione. Dovresti davvero pensare di tradurre il tuo blog, scrivi cose molto importanti 🙂
L’ha ribloggato su STARDUSTe ha commentato:
Bellissimo post, purtroppo solo in italiano. Esprime moltissimo di quello che penso riguardo al contrasto fra femminsimo, diritti LGBT, non-binarismo e le “culture” medio-orientali, o quelle che ora vengono pubblicamente presentate come le culture medio-orientali.
no, i non occidentali non meritano la società occidentale. non è una serie di regole da seguire ma un processo che è stato attraversato, che ha fatto delle vittime e che ha inculcato nella società molte regole non scritte estremamente importanti
chi di loro ha i soldi pretende di poter comprare tutto questo, come i cinesi nouveau riche che mandano i loro figli stupidi come ciocchi di legno a studiare nelle università americane, o i mafiosetti balcanici che si fregiano di tute adidas. ci provano a indossare i simboli del potere (perché è il potere che vogliono, non i diritti umani, che è un concetto occidentale, mentre il potere è universale), ma restano dei bifolchi capaci solo di impressionare altri bifolchi
l’occidente è: c’è lo stato, c’è l’individuo, e in mezzo non c’è NIENTE. chi non è nato in una società che funziona così, non può imparare a viverci e non può godere dei suoi immensi privilegi (se non al massimo le tute adidas)
se questo ti fa paura e ti rassicura l’idea di far parte di una grande fratellanza internazionale di barbuti pronti ad accorrere a un grido in arabo a casaccio per aiutarti a molestare la donna bianca, la civiltà moderna occidentale non fa per te e non ne farai mai parte. l’integrazione è impossibile, propongo in sua vece lo sradicamento
notare bene che secondo questa definizione, gli italiani NON sono occidentali, e in effetti, a ben vedere, non lo siamo, e i calci nel culo stanno arrivando
“Quanto siete ‘davvero’ di sinistra?” E chi è di sinistra? xD In quanto simpatizzante di Proudhon, io sono fieramente extraparlamentare, quindi certe etichette non mi si applicano. Che stia tramontando qualunque sinistra decente, comunque, non lo pensi solo tu. Jean-Claude Michéa dice cose ABERRANTI sulle istanze LGBT, ma ha centrato il punto della questione circa le sinistre europee (specialmente quella francese): http://www.caffebook.it/cultura/item/482-i-misteri-della-sinistra.html
Nathanael: “E’ facile e e fa chic dire che si vuole la moschea a Milano ma disinteressarsi completamente di come poter creare una coabitazione rispettosa ed inclusiva tra le persone LGBT (e le donne emancipate) che abitano la periferia (e sono tantissime) e l’immigrazione musulmana (che, se raccolta in un ghetto, non aiuterà di certo le donne ad usufruire dei progressi della modernità).”
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“Sembra che all’opinionista occidentale convenga fare confusione non solo tra velo e burqa, ma anche tra musulmani e islamisti.”
Non farei tante distinzioni. C’è una prima fase immigratoria (definita “prima generazione di immigrati”), durante la quale l’immigrato cerca di farsi accettare, trovare un lavoro, anche in nero, una casa.
A meno che non sia venuto per delinquere, spaccio, contrabbando, ecc. l’immigrato in genere vuole integrarsi non per assorbire la cultura del paese che lo ospita ma per non avere guai con le leggi di quel paese.
Guadagnano, risparmiano, mandano soldi a casa (decine di miliardi euro l’anno, non registrati (vedasi cinesi che trafficano col denaro, intoccabili dalla giustizia e da Equitalia)) e, al momento opportuno, chiamano i familiari, mettono radici, ottengono assistenza sanitaria anche per i vecchi genitori. Uno pensa di importare giovani, invece importiamo vecchi e gente di mezza età.
Alcuni riescono anche a far ottenere ai loro genitori la pensione di vecchiaia, se hanno superato i 65 anni. Fanno venire gente invalida o malata proprio per usufruire dei servizi, esenti da ticket per reddito ed hanno la precedenza sulle visite (testimone oculare).
Per lo stesso motivo i loro numerosi figli riempiono gli asili nido e la scuola materna, tutto gratuito, sempre per reddito, saltano tutte le graduatorie. Gli italiani sono costretti a spendere diverse centinaia di euro per quelli privati. Lo stesso vale per le case; chi è il lista di attesa da anni viene superato dagli immigrati.
Poi ci sono le seconde e le terze generazioni ma, arrivati a quel punto, gli italiani diventano minoranza e gli islamici alzano la testa, rivendicano diritti, aiutati anche dai sindacalisti, dalla sinistra che mira ai loro voti.
E’ tutto un calar di mutande, nostre, s’intende.
Cominciano ad essere letti alle comunali alle regionali e poi al parlamento. Già ci sono parecchi eletti africani e islamici e islamici africani, ma mantengono ancora un certo contegno perchè sono pochi e non possono alzare troppo la cresta, altrimenti allarmerebbero gli autoctoni di sinistra, che non li voterebbero più.
Intanto hanno fatto tanti figli, mentre per noi c’è la denatalità.
C’è un punto critico: quando i voti degli immigrati diventano più numerosi di quelli degli autoctoni, non c’è più possibilità di difendersi.
Per esempio, la Merkel è stata scalzata dall’estrema destra, in un piccolo distretto con il 2% della popolazione. Il partito le ha intimato, d’ora in poi, di parlare di più alla pancia dell’elettorato, andando a prendere lezioni da Salvini. Non le sarà facile perchè ha già un grosso culo da gestire.
Ciò non sarebbe avvenuto se gli immigrati fossero stati più numerosi. Perchè l’immigrato, fintanto che non ha un proprio connazionale candidato vota sinistra, che nei lustri futuri potrà bastonare a piacimento, ma prima deve impossessarsi del potere.
Statisticamente, quando gli immigrati raggiungono l’8% della popolazione gli autoctoni cominciano a cacarsi sotto, i più sensibili; sindrome che le sinistre denominano come “razzismo viscerale”.
Quando gli immigrati raggiungono il 20% della popolazione accampano diritti minacciosamente, perchè sanno di essere divenuti intoccabili e, se non ottengono quello che vogliono, può esplodere una guerra civile con secessione; hanno le risorse per farlo, in più la popolazione autoctona è ormai vecchia, impotente e rimbecillita da decenni di democrazia.
In Europa al massimo, nei singoli paesi, è stato raggiunto il 23% solo in Svizzera, ma si tratta di migrazione europea. L’Austria ha il 15 %, anche qui sono migranti interni all’Europa, noi il 5,5% ma siccome in Italia sbagliamo in tutto ciò che facciamo, vattela a pesca quanti sono veramente.
https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_per_popolazione_immigrata
Però, attenzione, c’è il trucco: quando ad un immigrato concedi cittadinanza, non è più straniero, quindi non compare più nelle statistiche degli immigrati.
Può succedere che in Italia, il giorno X, gli immigrati siano diventati oltre la metà della popolazione, ottenendo la cittadinanza per “Ius soli” (per chi non conosce il latino, traduz.: beccati ‘sta sola in faccia, italiano coione; zitto e mosca, so italiano puro io, però rimani sotto il mio calcagno), ma compaiono solo pochi migliaia di “disperati” appena sbarcati.
E’ noto, a chi abbia studiato un po’ di antropologia, che gli immigrati non si integrano mai, in quanto tendono a trasferire la loro patria nel paese ospitante, fino a costituire un piccolo stato maturo per la secessione.
Quindi islamici sono all’inizio, poi diventano tutti islamisti; come pure il velo all’inizio, poi diventa burqa ovunque. Tutto questo accade oltre la seconda generazione. La quarta non viene citata perchè dopo la terza diventeranno solo loro, in quanto la popolazione autoctona si è estinta.
La sharià entra in vigore, le costituzioni vengono lapidate.
Le conversioni spontanee ce ne sono a centinaia di migliaia già oggi in Italia; in Europa sono milioni.
Ci saranno poi quelle obbligatorie e chi non si converte passerà per la spada (non per la cruna di un ago come nel cristianesimo), oppure la lapidazione, l’impalamento non si usa più, neanche il rogo, credo.
Tutti i progressi civili dell’occidente sono azzerati, se incompatibili con l’Islam. Tutta la materia qui trattata verrà totalmente ignorata, non c’è da farsi illusioni.
Per questo non esiste un Islam buono; lo fanno sembrare tale fintanto che non prendono il potere, in seguito ci sarà solo l’Islam più estremista.
Torno a ribadirlo: non c’è, assolutamente, a regime, nessuna possibilità d’intesa fra occidentali e islamici, non c’è mai stata in passato e non ci sarà in futuro.
L’unica cosa saggia che potevamo fare sarebbe stata quella di respingerli, fin dall’inizio. Ora è troppo tardi, siamo condannati a soccombere.
Io ho sempre affermato che la democrazia è un fattore di estinzione della civiltà occidentale, perchè non permette di difendere la nostra terra e la nostra cultura. Chiunque venga qui può far scempio di noi; il giorno dopo i giudici l’hanno già liberato.
P.S. mi correggo: il rogo esiste ancora!
Comunque, come volevasi dimostrare, la polemica su veli e burkini ha escluso la voce delle dirette interessate, non ha migliorato la loro integrazione e ha pure peggiorato la loro socializzazione: http://www.nytimes.com/2016/09/03/world/europe/burkini-ban-muslim-women.html?_r=0
Voltaire:
Gli viene costantemente attribuita la frase «Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire», ma come è stato più volte ribadito non è sua. (Wikipedia).
I giudici, le istituzioni, danno costantemente ragione ai nuovi colonizzatori islamici invasori, rigidi ed estremisti sulla loro interpretazione dei codici.
Ecco, il detto attribuito a Voltaire potrebbe avverarsi: l’Islam si affermerà, poichè nulla gli viene vietato e noi soccomberemo. Il coccodrillo che divora chi lo ha alimentato, cominciando dal braccio.