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I cattivi maestri e i cattivi allievi

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Da anni, o forse quasi da lustri, la mia attività di attivista antibinario mi ha messo in contatto con giovani persone questioning sulla loro identità di genere o semplicemente sul ruolo di genere.
Molte di queste persone mi hanno seguito per anni, ma poi si è rotto qualcosa.

Per chi mi legge da anni, è scontato il fatto che il mio punto di vista si è stabilizzato, perlomeno dal 2009.
Non sono un transessuale e non mi interessa spacciarmi per tale.
Non sono un queer.

Chi mi contatta di solito mi ringrazia per il mio porre un’alternativa a queste due comunità e punti di riferimento intellettuali, una legata più che altro alle dinamiche di cambio di “sesso”, l’altra legata a contestazioni cattedratiche piuttosto astratte e spesso anche di decostruzione sociale e quindi anarcoidi.
Il mio punto di vista si pone come estraneo e complementare a queste visioni.

Prima o poi però il o la mia seguace prende una strada, che è quella transessuale o quella queer.
Se prende quella transessuale, basterà che l’ago penetri la sua pelle per rinnegarmi come maestro, sentirsi improvvisamente più esperto, e ribadire che io “non potrò mai capire“.
Se prende invece la via queer, io sarò immediatamente bollato a borghese, etichettatore, non abbastanza fluido.
E’ per questo che ho sempre preferito essere presidente di un’associazione mista (Il Milk), e non dirmi “decano” di un popolo di persone a metà tra il transessualismo e la teoria queer.

Purtroppo negli anni ho capito che quasi tutte le persone questioning prima o poi si posizionano in una di queste due identità, e che nel mezzo resta poco, anche perché la società non è pronta ad accogliere ciò che sarebbe naturalmente collocato in mezzo.
E a quel punto ci sono “padri” migliori di me, sia nel movimento transessuale, sia seduti alle cattedre queer.

Ed è per questo che io rimango profeta antibinario per persone avanguardiste ma che sono portatrici di vissuti ben diversi dal mio, e quindi non vivono identificazioni e successive disidentificazioni.
I miei lettori sono spesso persone cisgender, oppure gay e lesbiche open e avanguardiste, o ancora professionisti, tesisti, giornalisti.

Devi essere lontano da me per mettermi a fuoco, e mettere a fuoco il mio pensiero. La troppa vicinanza porta ad un coinvolgimento emotivo, di speculazione (da speculum, specchio), e di empatia, simbiosi, che genera poi un tradimento, quando la persona questioning cambia, e io rimango come sono.

Questo blog va preso semplicemente come la proiezione del mio pensiero, e non va sovraccaricato di aspettative, per non generare successivamente delusioni e disidentificazioni.
Io sono solo un autore, che apre un suo punto di vista. Non va preteso da me altro che questo.

7 commenti su “I cattivi maestri e i cattivi allievi”

  1. Nel 2008 mi sono iscritto al tuo forum Hair rock cafè, ricordo i tuoi articoli, soprattutto gli argomenti scelti, per avviare le conversazioni, non riguardavano affatto tematiche genderqueer, anzi, mi sembra contestassi l’omossesualità. Quel termine era poco conosciuto allora, per lo meno io non lo ricordo, mi sembra recente nella sua più larga diffusione.
    Solo nel 2010/11 hai iniziato a porre agli iscritti interrogativi sull’omosessualità.
    Ti ricordi? Abbiamo avuto – a ridosso della mia iscrizione – anche una lunga chat sui maschi stalker, corteggiatori che ti seccavano perchè volevano importi i loro comportamenti stereotipati, di dominanza; te ne sei occupato più volte nel forum.
    Ora non c’è più nulla di quegli argomenti, hai cancellato tutto all’inizio dell’anno.
    A meno che non fosse già tutto in nuce in te, e stavi attendendo il momento più opportuno per uscire.

    Il termine “persona questioning” la intendo come una che si pone interrogativi, quindi in fase decisionale, su una scelta da fare; oppure, contestualmente, una che pone la domanda.

    I tuoi articoli sono ricchi di neologismi, al punto da essere illeggibili, ed infatti desisto.
    Tutto a posto, però, meno il linguaggio è comprensibile, più si rivolge a minoranze “loculizzate”.

    1. non ho mai contestato “gli omosessuali”. nè ora mi occupo “di omosessuali”.
      Non so chi sei, palesati con un nome riconoscibile.
      Semmai mi dava molto fastidio la pruderie sessuale di chat e siti, non solo da etero, ma anche da eterelli curioselli di esperienze gay.
      Si, già nel forum parlavo di machismo e binarismo, e questo blog in particolare è rivolto a un pubblico (c’è una pagina in alto, introduttiva, che spiega a che pubblico si rivolge)
      sul mio facebook parlo ovviamente anche di altre cose (non per tornare all’argomento facebook, ma almeno pone un rapporto alla pari, mentre qui si finisce per essere in rapporto lettore/scrittore o proprietario/ospite e odio cio’.

      p.s. il forum esiste ancora, non l’ho oscurato, ha solo cambiato nome e lo ha preso in gestione un ragazzo. Io non avevo tempo e voglia.

      1. sono giovanni qui compaio con l’iscrizione a wordpress che ho fatto due giorni fa, per raccogliere articoli sparsi, una sorta di testamento personale culturale, data pure la mia età; mentre ho praticamente chiuso con face, dispersivo, mi prendeva troppo tempo.
        In HairRockCafe sono Jo8.
        Volevo solo puntualizzare alcuni ricordi, se ti è utile.

  2. Hai ragione Nathanael, fra la tua posta di quel periodo, che ho ricevuto (gennaio 2010), ritrovo, in un tuo blog dell’epoca :

    “La mia visione del Mondo

    Come tutte le persone dotate di senno, mi interrogo continuamente su cio’ che è importante nella vita.

    Negli anni ho revisionato spesso la mia visione politica e religiosa, in base anche alle mie attitudini di rifiuto totale degli stereotipi imposti dalla società.*

    Religiosamente, mi affascina come credenti di tutte le correnti, ma soprattutto cristiani, si sforzino di pretendere la laicità statale, come ad esempio i valdesi, ma anche piccole realtà di liberi pensatori.

    Lo stesso per quanto riguarda la politica: mi interessa rompere la dicotomia secondo la quale solo le sinistre si occupano di diritti civili e che le destre siano per forza razziste, machiste, omofobe (dicotomia presente solo nella vaticanista italia)

    Cerco di spezzare queste dicotomie, come gli stereotipi di genere, che impongono che ognuno, a seconda dei genitali con cui nasce, debba recitare un ruolo, pena l’esclusione sociale, sguardi di biasimo, etc etc.”

    Devo dire che, all’epoca, avevo di te una visione diversa, non avendo letto molti tuoi articoli e visitato i tuoi siti.

  3. Il problema secondo me è che non importa quanto profondamente delle barriere vengano infrante, le persone cercheranno sempre di mettere dei paletti e ricreare dei confini tra “noi” e “voi”. Mi chiedo se sarà davvero possibile un giorno essere liberi da questa maledizione

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