Oggi ho sentito un amico che non sentivo da molto tempo.
Lui è genderqueer e ha iniziato un percorso ormonale soft per androginizzare il suo aspetto.
Quando l’ho sentito, mesi fa, mi aveva detto chiaramente di desiderare dei dosaggi soft perché il suo desiderio era quello di mantenere un aspetto androgino e non marcatamente connotato.
Oggi appare ai miei occhi come un uomo di mezza età.
E’ calvo, dalla maglietta vedo il petto molto peloso. Sui documenti c’è scritto un nome maschile, che non è quello che usava quando ci siamo conosciuti, ma è molto marcatamente maschile.
Mi ha spiegato che i motivi che lo hanno spinto ad una via binaria, sia sociale, sia burocratica, sia biologica sono stati causati da limiti di due tipi: biologici e burocratici.
Assumere ormoni maschili in piccole dosi era possibile nel momento in cui aveva organi sessuali che producevano ormoni femminili e si creava un mix. Un mix che esiste già in corpi maschili e femminili, ma che nel suo caso veniva leggermente spinto verso la virilizzazione.
Fece un intervento di ridimensionamento del petto. Da una quinta ad una prima.
A questo aspetto androgino corrispondeva però un documento femminile. Non esiste altra definizione nei documenti. O sei uomo o sei donna. E quella voce di media frequenza, quella peluria accennata da adolescente, stonava molto con quel Maria Rosa (nome di fantasia).
Fu così che il mio amico, in un primo tempo felice per il suo aspetto androgino, decise di togliere utero ed ovaie per cambiare i documenti. Già da tempo subiva pressioni binarie dal suo endocrinologo, che, a causa del binarismo, tendeva a dargli dosi di testosterone da cavallo perchè “cosi’ funziona il percorso”. A quel punto era diventato sempre più virile il suo aspetto e sempre maggiormente a rischio le sue ovaie ed utero e togliere tutto alla fine sembro’ l’unica via per salvare capre e cavoli, anche se il mio amico pianse, perché aveva previsto altro.
Avrebbe voluto fare una tos mista, introducendo ormoni sia maschili che femminili, non producendone più autonomamente, ma per lui era previsto il testosterone, quindi lo prese, e il suo petto divenne piatto come quello degli uomini biologici, dopo un secondo intervento.
Ora “è un uomo”, lo è anche per la legge. Per la legge è come se lo fosse sempre stato, perché i documenti vengono sostituiti retroattivamente. La sua androginia fisica è stata spazzata via, cosi’ come il riconoscimento della sua androginia mentale. Ora è un neo-uomo come tanti, con alle spalle un percorso transessuale come tanti.
Anche al lavoro è stato favorito dal completamento del percorso, perchè prima non era concepito, non era previsto. Era un errore di codice di Matrix, ora invece è “normale“. Non lo avrebbe mai voluto, ma è successo.
Ha provato in tanti anni a convincere psicologi, medici, endocrinologi, che lui avrebbe solo voluto che alla sua mente androgina corrispondesse un corpo androgino e una burocrazia che desse visibilità a questo essere.
Ma ora è un uomo transessuale calvo, peloso, e con un petto perfettamente maschile.
Mi dice che meglio cosi’ che vivere da donna, ma la cosa triste è che ci possa scegliere solo tra due possibilità, per non finire emarginato, se non malato o privo di cittadinanza giuridica.
Quindi la risposta è no, davanti a questo caffè amaro e a questo mio amico, che alla fine ho visto di persona, vi dico no.
Non è possibile vivere al di fuori del binarismo.
in Germania e ance in Australia credo che la modifica sui documenti nel senso desiderato dal tuo amico sia possibile, comunque resta il fatto che la gran maggioranza numerica degli esseri umani è uomo o donna e con questa realtà è inevitabile confrontarsi
e i nostri corpi contano
Può ora scoprire, nel lavoro, se ottiene quelle opportunità che prima gli erano negate.
Sembra un caso di quelli che ottengono il cambiamento di sesso per un bisogno personale assai forte, che supera quello di ottenere affetto in una relazione.
Più che essere uomo non voleva essere donna, per questo ha dovuto togliersi i genitali ed assumere un aspetto maschile.
Obiettivamente, costruire altre identità sessuali accettate, riconosciute non solo dallo stato ma da tutte le persone, direi che è cosa impossibile; anche la scuola non ce la farà ad educare i bambini a queste realtà.
D’altra parte, nella quotidianità il binarismo è realizzabile, le altre varianti è difficile classificarle, e poi, gli altri, cosa vedranno realmente? .
ciao, sono un ragazzo f to m di Genova. vorrei tanto conoscere ragazzi come me per confrontarmi, per pura amicizia, ma purtroppo non ne conosco e mi sento terribilmente solo senza amici…meno male che ho la mia chihuahua che mi da affetto! perdonami se questo piu’ che un commento ai tuoi bellissimi e interessanti articoli, e’ un appello di un ragazzo solo che vorrebbe amici!! se per caso, tu potessi aiutarmi, te ne sarei infinitamente grato. questo e’ il mio telefono, se credi puoi lasciarlo a chi potrei interessare. grazie mille!!! Carlo.
ecco il mio telefono: 3473859355. Carlo, Genova.
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