Un giorno Zeus ed Era si trovarono divisi da una controversia: chi potesse provare in amore più piacere: l’uomo o la donna. Non riuscendo a giungere a una conclusione, poiché Zeus sosteneva che fosse la donna mentre Era sosteneva che fosse l’uomo, decisero di chiamare in causa Tiresia, considerato l’unico che avrebbe potuto risolvere la disputa essendo stato sia uomo sia donna. Interpellato dagli dei, rispose che il piacere sessuale si compone di dieci parti: l’uomo ne prova solo una e la donna nove, quindi una donna prova un piacere nove volte più grande di quello di un uomo. La dea Era, infuriata perché l’indovino aveva svelato un tale segreto, lo fece diventare cieco, ma Zeus, per ricompensarlo del danno subito, gli diede la facoltà di prevedere il futuro e il dono di vivere per sette generazioni: gli dei greci, infatti, non possono cancellare ciò che han fatto o deciso altri dei.[1]

pene grosso

Oggi voglio parlarvi del piacere fisico…che non è materia solo dei miti greci.
Troppe volte ho sentito dire che “la donna” provi meno piacere, e mi sono chiesto quanto di questo si culturale o dovuto all’incapacità di molti uomini etero (o la mancanza di bisogno o di voglia di imparare), nel far godere le loro compagne.

Spesso vedo delle conoscenti etero, per niente emancipate, vantarsi delle dimensioni del pene del loro compagno, o prendere in giro i loro amici maschi per il loro presunto pene piccolo.
Mi chiedo…è così significativo il pene grosso? O è solo una gara tra donne a chi è la “pupa” del “boss” più potente e virile?

Io ho sempre trovato sgradevoli i peni grossi, ma il mio non è un punto di vista “femminile”.
Mi sembra triste e binario che alla triste gara a chi ha il pisello più grosso, di questi maschi eterosessuale, si sia affiancata la gara delle “pupe” di coloro che hanno il pisello più grosso, donne che, evidentemente, non avendo altre doti da esibire di se stesse e del compagno, si lanciano in una gara di banane.

Ma tornando in topic…chi gode di più? l’uomo? la donna? il maschio? la femmina? E’ una questione di corpi o di menti? E’ una questione culturale? O fisiologica?



Se la parola andasse ai e alle trans medicalizzati/e, si potrebbe dire che la discriminante è fisiologica. Infiniti i casi di donne trans che , iniziata la terapia ormonale, hanno un calo del desiderio (ma aggiungono anche che fare sesso come un uomo faceva comunque loro schifo, e quindi già il piacere psicologico era a zero…e con la medicalizzazione era stato abbattuto quello fisico, con però un aumento di quello psicologico), e di ftm che finalmente diventano ossessionati dal sesso come i “cugini” biologici, e definiscono “merda” il sesso che facevano prima (ma effettivamente quanto può appagare un ftm fare un sesso “da donna“?).

Altri indizi ce lo danno le esperienze omosessuali, che presentano uomini gay che, senza la zavorra del dover sedurre il boccioldiròsa-donna, possono mettersi d’accordo per scopate occasionali senza convenevoli, ma anche le donne lesbiche, che dopo alcuni mesi raggiungono un’amicizia “sorellesca” e la celeberrima “morte del letto“.

Un altro punto interessante lo portano tutte quelle donne etero sposate con “Pier Ciccio“, un etero baldanzoso che non si preoccupa del loro piacere, che si trovano a loro agio con la butch o l’ftm di turno, che le fa godere con calma con le sue manine o bocca, e quindidecidono” di non essere delle donne etero, ma questo solo per l’incapacità e la mancanza di sensibilità del loro ex marito…

Comunque essendo difficile la questione, porgo la parola ai miei lettori e lettrici…

 

 

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