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E’ un diritto manifestare idee intolleranti e discriminatorie?

Mia madre mi ha raccontato candidamente che era a cena con un suo cugino, uno di quelli, reazionarietto di provincia, che non vedo da vent’anni e che riempirei a schiaffi. Il balordo rivendicava la libertà d’opinione contro l’attuale legge discussa in senato contro l’omotransfobia.
Il genio non ricorda che lui sarà anche reazionario, ma è siciliano.
Ho posto a mia madre una suggestione: se il carissimo cugino si trasferisse a Milano, dove, “per libertà d’opinione“, vi è disprezzo e pregiudizio verso i “terroni“? Considererebbe legittimo il loro ostracismo alla sua “libertà” di trovare lavoro ed integrarsi.
Sono tutti finocchi col culo degli altri.

E oggi abbiamo, rullo di tamburi, le “sentinelle in piedi“, anziane signore in stile Binetti che manifestano per il loro diritto di dire che i gay sono malati e che l’unica famiglia naturale è tra pisellino e patatina.
In malafede e faziosamente confondono il loro diritto di essere etero, di formare meravigliose famiglie etero di cui essere fieri col “diritto” di disprezzare le famiglie altrui.
Ma la penseremmo così se una famiglia di bianchi si divertisse a definire “aberrante” una famiglia dove il padre è nero od ebreo?

Di certo sull’etnia ci siamo abbastanza evoluti da considerare violenta e quindi censurare affermazioni come questa. Che poi non sono diverse da “gli indiani d’america non hanno l’anima” (o le donne, o i neri) oppure “i meridionali / le donne sono inferiori“.
Ma se il punto fosse la libertà di pensiero, forse noi non staremmo qui a discutere della legge contro l’omotransfobia, ma della costituzione stessa, e di come tutela già le altre differenze (sesso, religione, etnia…), oppure le varie aggravanti che esistono già se si offende o discrimina una donna, un  nero, un musulmano.

Eppure il problema è che le “amiche” sentinelle (il cui nome è inquietante e rimanda a concetti inquietanti) non toccano minimamente l’argomento etnia, religione, sesso: perché la maschera della difesa della libertà di opinione cade subito se si prova un insidioso, estenuante e insistente gioco filosofico per arrivare al punto senza andare fuoritema, come loro vorrebbero.

Di certo è necessario che l’interlocutore della sentinella sia abbastanza colto e smaliziato dalla politica per portare il discorso in campo neutro e far gettare la maschera.
Ammesso, comunque, che abbia senso parlare ad una sentinella e invece non abbia molto più senso raggiungere la zona grigia, l’osservatore confuso di questi movimenti d’opinione.

Qualcuno, i più giovani, pensino che una legge che tampona i pensieri violenti sia solo un “palliativo”, e che dovrebbe cambiare la mentalità, come per l’affaire “quote rosa” et similia.
Tale riflessione era stata fatta persino da Giuseppe Mazzini, in tutt’altro contesto, nel testo denominato “I diritti dell’Uomo”, di cui presento questo stralcio.

prima diritti

seconda diritti

A tutti voi lettori l’ardua sentenza…

9 commenti su “E’ un diritto manifestare idee intolleranti e discriminatorie?”

  1. beh è risaputo che con i trans gay e i travestiti gay ci vanno solo uomini eterosessuali sposati, con filgi o fidanzati con donne….. evidentemente gli etero non hanno le palle di ammettere al mondo la loro bisessualità latente, per paura dei pregiudizi di familiari. vicini, amici.. ecc ecc insomma in italia il 98% dei maschi cosidetti etero fanno sesso con trans e travestiti….. quindi l’italia è un paese di uomini che fanno sesso con altri uomini… quindi siamo un paese di gay frustrati che si sposano e stanno con ragazze e poi si fanno doppie vite omosessuali di nascosto….. wow.. siamo un paese di uomini gay… gli etero?????? quindi non sono mai esistiti in italia.. è tutta una facciata per paura…….ora siamo più tranquilli!!!!

  2. il 98% mi sembra una percentuale senza fondamento; chi si mette a fare questo tipo di ricerche e con quale affidabilità?
    Vedi, Nath, come prendi in castagna anche chi, apparentemente, sembra capirci qualcosa di generi?
    Io ci ho rinunciato del tutto, a tentare di dire la cosa giusta, aspetto che l’altro mi corregga, se comprensivo.
    La Storia dovrebbe averci insegnato che i pregiudizi non si vincono. Anche chi ritiene di averlo fatto, o di non averli avuti mai, si sorprende, magari, di scoprire – di quando in quando – di essere solo tollerante.
    A mio avviso, – e Nath sembra essersene accorto – è più facile regredire, specie fra le “nuove” generazioni.
    Niente è mai conquistato per sempre; sono solo battaglie provvisorie, ad essere vinte, quando succede.
    E’ un po’ nell’ordine delle cose.
    Si può fare un paragone con la storia del secolo scorso: le nuove generazioni non sanno nulla delle vecchie ideologie, nel bene e nel male, e i vecchi tempi possono tornare in auge, come l’araba fenice.
    “Ma come? Dopo l’olocausto?”
    Ebbene, sì.
    Basta contare quanti ce ne sono stati dopo!

    1. Mi sembra che Mazzini si contraddica con l’ultimo periodo del suo scritto, a partire da: … si tratta di rovesciare con la forza, la forza brutale… ecc.
      Come dire: “Mi oppongo alla violenza, dovessi bastonarti, per fartelo capire”.
      Non si possono punire le persone che esprimono contrarietà a che certi fenomeni accadano, nel nostro caso l’esplosione dei generi, nell’attuale società, che, a mio avviso, sono solo transitori (come tante mode delle quali ci siamo dimenticati, si pensi agli hippies, gli indiani metropolitani, gli anarchici, ecc.): si tornerà indietro, questione di tempo.
      Il pendolo tende sempre a tornare nella condizione di minore energia, quella centrale.

      Sarebbe come dare ragione a priori al transgenderismo, nelle sue innumerevoli varietà.
      Sono solo punti di vista, percezioni soggettive: tu ti ritieni femmina ma io ti vedo come maschio, e non puoi punirmi per questo.

  3. Omosessaulità e transgenderismo non sono “punti di vista” ma realtà oggettive. Che piaccia o meno omosessuali, transessuali e transgender esistono e queste condizioni non sonos celte. Chi mai sceglierebbe di essere discriminato, insultato e deriso? Il punto qui non è la libertà di opinione. Nessuno infatti nega la libertà di pensare quel che si vuole. La libertà però ha un limite che è la libertà altrui. E negare la legge contro l’omo-transfobia significa imporre la propria opinione a tutti, anche a chi non la condivide andando per di più a ledere i diritti e la dignità delle persone. L’omo-transfobia è violenza ed è basata su falsità. è davvero lecito imporre un’idea basata su idee oggettivamente false? Secondo me no.

    1. Esattamente, ma questa idea che la varietà delle espressioni di genere sia un vizietto borghese dell’era dell’abbondanza è dura a morire. Significa ignorare che prima ce ne si vergognava e si temeva la riprovazione. E poi ci sta che a qualcuno possa non piacere l’omosessualità, ma chi lo costringe a praticarla? Lo stesso al gay non piace l’eterosessualità, che scoperta. La cosa brutta è odiare gli omosessuali, specialmente poi gli uomini.
      Secondo me, gli anarchici, nel senso migliore del termine, non si sono affatto estinti, altro che moda. Poi certo alle persone occasionali desta qualche sospetto il fatto che a promuovere politiche di integrazione e di rispetto della biodiversità siano spesso gli stessi organi promotori dell’austerity che sta deprimendo l’economia. L’ipotesi è che sia dovuto al fatto che l’elettorato lgbt è diventato, giustamente qualcosa di cui tener conto, ma che poi non fossero così libertari come temevano (parlando in generale, intendo dire, è solo un’ipotesi). Ovviamente rimane l’idea che possa essere fatto per dividere e creare la lotta tra poveri. Il che è un peccato perchè è una cosa sacrosanta, magari qualcuno che non aveva alcuna riserva sui diritti lgbt, comincerà a chiedersi perchè l’europa (non nel senso dei popoli che si incontrano e condividono uno spazio, ma nel senso dei vertici politici). si preoccupi tanto di questo e non del disagio economico e del dislivello di potere.
      Secondo me ci vorrebbe una legge antidiscriminazione onnicomprensiva, così nessuno avrebbe la scusa di lamentarsi, ma forse è utopico, tipo un’espansione della legge sui futili motivi, e sulla discriminazione basata su aspetti personali privati.
      L’iniziativa economica si riserva ovviamente il diritto di selezionare e discriminare in base alla avvenenza e alla bella presenza, in alcuni campi, specie tra le donne, quindi bisogna essere accorti nella formula :D.

  4. Enrico ’76:
    “Che piaccia o meno omosessuali, transessuali e transgender esistono e queste condizioni non sonos celte.”
    Ne abbiamo parlato diffusamente, in passato, su questo blog.
    Non voglio riprendere il discorso ma si tratta proprio di scelta, non consapevole ma imposta dagli eventi educativi. In sostanza non esiste il “terzo sesso” con tanto di geni.
    Considerando poi i generi che uno si sente di scegliere, o meglio, che ritiene dover scoprire in se… di sessualità ve ne sono numerose varietà.
    Ora, con una legge che punisce quella che viene chiamata omofobia e transfobia, si finirebbe per imporre il pensiero opposto, che è pure violenza, censura.
    Non si potrebbe più parlare di questi argomenti se non in senso affermativo, finisce la dialettica e la possibilità di elaborare il dubbio, la promiscuità, l’indefinibile, l’incerto che sta alla base delle ricerche sulla propria identità, sul genere diverso da scoprire, da quello apparentemente assegnato dalla natura, ecc.

  5. Non conosco bene questa legge, ma spero che al limite impedisca la discriminazione, come appunto dicevo. La discussione non dovrebbe essere tarpata, tant’è che qui se ne discute. Forse è il rispetto che non dovrebbe mancare. L’unica “censura” valida è infatti la censura della censura, quella critica che dalla critica passa ai fatti limitando la libertà personale.
    E’ vero, il terzo sesso non esiste in senso genetico, se non nell’ermafroditismo, sempre comunque un miscuglio dei due.
    Qui si parla comunque non di terzo sesso, ma di un sesso nel senso di genere. C’è poco da fare, c’è una persona che si sente di un sesso opposto a quello nel quale è nato. E ha poco ha che fare con le bamboline ed i vestitini di per sè o i soldatini. Una donna trans può essere un maschiaccio e viceverse e anche rifiutare molti stereotipi di genere (sebbene alcuni di loro ne usino alcuni estetici per rinforzare l’immagine di quel genere, magari perchè li condividono e non c’è in questo niente di male), ma questo non cambia li fatto che si sentano di quel genere a dispetto dell’educazione. Non è che se un ragazzino frequenta un gay o un trans diventa uno dei due.
    L’educazione può influire, ecco l’equivoco, sulla percezione di genere, sulle aspettative, una donna può ad esempio quindi avere una mentalità mettiamo più “maschile” e libera, per quanto riguarda il sesso, può piacerle lo sport e i motori invece di fare danza (che poi non ha sesso, è solo un esempio) o la cheerleader o i concorsi di bellezza. Ma questa è tutta un altra cosa rispetto al sentirsi un uomo o una donna.

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