Io non parlo mai della mia vita personale in questo blog, ma volevo dirvi del meraviglioso sodalizio tra me e una donna transgender che ho conosciuto all’EuroPride per poi scoprire che vive a Milano nel mio condominio!
Da allora condividiamo le gioie e i dolori di una società binaria… io di contro le ho consigliato parrucchieri, negozi e altro per alleviare la nostra vita “fuori posto” e spesso mi porta con se per rendere meno pesante e imbarazzante lo sguardo binario del mondo che ci osserva chiedere cose “non conformi ai nostri genitali”.
Quello che posto qui sotto non è mai successo, o meglio hanno parlato solo gli sguardi, ma la sua reinterpretazione grottesca è magistrale! *_*
liberamente tratto da una storia vera
commessa #1: benvenuti da Alfonso Garlando, dove anche le piedone più grottesche possono realizzare il loro sogno di una scarpetta da principessa, magari in viola cangiante o qualche altro colore garantito per essere inindossabile al di fuori del giorno del vostro matrimonio! come posso aiutarvi a separarvi dai vostri soldi?
commessa #2: …
giulia: questi stivali di merda che sul vostro sito sembravano almeno decenti, li avete davvero solo in scamosciato? e costano davvero cinquecento euro, o è lo scherzo del cazzo che penso che sia?
commessa #1: purtroppo sì, quelli li abbiamo solo in camoscio. trattiamo solo troione di una certa classe, qui. che cazzo si aspettava da un negozio in Brera, gentile cliente?
giulia: qualcosa di meno stucchevole non ce l’avete, ché mi si sta ammosciando? e che magari non costi un mezzo stipendio?
commessa #1: che clownesco numero di zampa porta quella brutta lesbica della sua ragazza? lo chiedo solo per assecondare questa triste sceneggiata
commessa #2: …
giulia: sono per me, mi cerchi un 42. nathan è un amico e credo che la sua affermazione gli abbia appena causato un colpo apoplettico
nathan: in questo momento vorrei morire dalla vergogna ma non prima di avervi ammazzati tutti seduta stante a colpi di tacco 12 nelle tempie (ilcrimine perfetto)
commessa #1: signore, la mia fragile psiche femminile riesce a stento ad abbracciare una tale enormità! le sue caratteristiche sessuali secondarie (la peluria a chiazze irregolari che le cresce quasi per sbaglio sul viso, la voce bassa e gracchiante, le mani scimmiesche!), per non parlare dell’osceno turgore che le gonfia i pantaloni all’altezza della patta, suggeriscono che lei è possessore di un cazzo! di dimensioni perlomeno animalesche, per di più! i prodotti esposti in questo negozio non sono compatibili con il possesso di un cazzo! per il mio spiccato senso di professionalità, tuttavia, la lascerò essere artefice della propria umiliazione, facendole provare questo paio di stivali palesemente inadatti alle sue appendici prensili. come ciliegina beffarda in cima alla torta di panna della sua degradazione, aggiungerò che sono in sconto: forse anche un travone come lei (sicuramente disoccupato esieropositivo) se li potrà permettere senza l’intervento caritatevole del suo attuale protettore
commessa #2: …
giulia: questi stivali richiedono piedi a forma di ferro da stiro. ho qualche difficoltà ad infilarli, ma non si scomodi a fare una patetica, breve ricerca nel retrobottega per una taglia ancora più comicamente grande, perché comunque mi facevano cagare. lasciate che, per una vuota forma di educazione, vi ringrazi e auspichi il mio ritorno in questo piccolo delizioso esercizio commerciale
commessa #1: sparite prima che chiami la polizia
commessa #2: non violentatemi vi prego