Nome di battesimo e nome d’elezione
Molte persone transgender sono cristiane, ma si allontanano dalle religioni poichè le associano alla parte della loro vita fatta di imposizioni, tra cui ad esempio l’appioppamento di un nome anagrafico alla nascita, dunque di un “genere” ad esso associato, di tutti gli stereotipi e le aspettative sociali relative a quel genere, e infine del famoso nome “di battesimo”.
Nel caso della chiesa cattolica romana, la persona rimane legata alla comunità religiosa con quel nome, e quel genere, e non c’è possibilità di cambiarlo, visto che la chiesa cattolica romana non accetta le persone transgender.
Di contro, oggi esistono delle chiese cristiane che accettano le persone transgender e il loro genere d’elezione,e sarebbero pronte ad accettarle col loro nome scelto.
Per questo spesso alcune di loro chiedono di essere ri-battezzate, anche se non tutte le chiese extra-cattolicesimo romano “ripetono” il battesimo.
Alcune chiese lo fanno perché considerano non valido un sacramento avvenuto senza consapevolezza (pedobattesimo), altre considerano i sacramenti irripetibili, e quindi “tengono buono” il battesimo celebrato dalla chiesa cattolica, da cui ovviamente poi la persona ha preso le distanze.
Il battesimo, di per se, non è “l’attribuzione del nome”, anche se nel sentire popolare il battesimo coincide con questo, e il “sentire” spesso è più importante del fatto oggettivo.
Si pensi al film “L’importanta di chiamarsi Ernest”, dove i due “Ernesti” decidono di farsi ribattezzare dal prete con questo nome.
La persona Transgender non conosce il diritto canonico, e sogna un nuovo “nome di battesimo” , e quindi un nuovo “battesimo”, per iniziare un nuovo percorso spirituale senza la “zavorra” del precedente, non scelto ma appioppato.
Di contro, le chiese, anche quelle GLBT friendly, in realtà si sono sempre più interrogate sul problema “omosessuale”, quindi sui matrimoni gay e lesbici, e quindi non si sono poste il problema di come raggirare il problema delle persone transgender non rettificate anagraficamente, o anche di quelle rettificate (ma che rimangono battezzate col nome dell’estratto di nascita). Come ci si pone con questa persona, se ad esempio volesse fare la cresima? Oppure, se cresimata, come ci si pone se volesse sposarsi?
Ammesso che queste chiese sposino sia coppie etero che coppie omo, come ci si pone verso una persona trangender? Sposarla “come da documenti” (indipendentemente se la si sposa con un uomo o con una donna) è mancarle di rispetto, ma come si risolve il problema? ribattezzando questa persona? Oppure modificando il certificato del battesimo? O magari facendo una cerimonia in cui la persona viene accolta nella chiesa? (cerimonia non legata a un sacramento, ripetuto o non ripetuto).
Nelle ultime settimane sto contattando le chiese Gayfriendly per capire insieme come possono diventare delle chiese accoglienti anche per le persone transessuali e transgender.
Non faccio questo tanto per un interesse personale. Credo che tutte le persone trans (quindi anche quelle cristiane) debbano avere delle opportunità per essere se stesse anche nel percorso spirituale che sentono proprio.
A presto con aggiornamenti in merito.
Il Battesimo, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica Romana, imprime il carattere, ossia gli effetti del Battesimo non sono cancellabili. Da un punto di vista “liberale” si può ovviamente modificare l’anagrafica (in questo specifico caso, cambiare il nome sul certificato, ma non nella Chiesa Cattolica Romana), ma se sei battezzato lo rimani per sempre! Il cambio del nome è sempre fattibile (nelle chiese friendly), ma personalmente considererei una cerimonia religiosa, alla presenza di tutta la comunità, la famiglia e gli amici, nella quale la persona sceglie il suo nuovo nome e riceve la benedizione dal sacerdote. Di fatto, si tratta dell’inizio di un nuovo cammino.
The Holy Celtic Church – Santa Chiesa Celtica – We regard Catholic baptism and confirmation as unrepeatable. A Protestant “confirmation” is repeatable because it is not sacramentally valid. If a transgender person was baptised a Catholic but not confirmed we would offer Confirmation with their chosen name and if already confirmed we could offer a “Service of Admission” to our church.
Vorrei riflettere un po’ prima di risponderti!!! Al momento, l’importanza del battesimo è che tu diventi nel Nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, membro della Chiesa: una santa cattolica ed apostolica… Di tutti coloro che professano il credo niceno-costantinopolitano… Tutta la persona “entra” in questa comunione universale… Quindi, secondo me, è importante prendere consapevolezza che, se da piccoli siamo stati battezzati in una chiesa che ci “odia”, E’ IMPORTANTE CONFERMARE LA NOSTRA FEDE IN UN DIO CHE E’ AMORE… E quindi di scegliere, se combattere i suo atteggiamenti negativi dall’interno o aderire ad altre chiese!!! PACE ED UNITA’!!!
Trovo molto interessante che, in tutta questa storia, non vengano consultate le due figure più interessate: *l* transgender e … Dio, mentre la parte decisionale spetti agli intermediari 🙂
non basta l ‘autore come transgender?
Quale autore, Dio o tu? 🙂 Ovviamente non mi riferivo a te, ma alla chiesa cattocila cosiddetta cristiana.
…………. mi viene in mente il nome Andrea, in alcuni paesi è un nome attribuibile ad “una neonata” in altri tipo in Italia ad “un neonato” ……. ora se è vero che la mappa non è il territorio o l’etichetta non è il contenuto della bottiglia perché siamo ancora attaccati a semplici designazioni, magari anche utili in certi ambiti ma certamente non esaustive… Perché si perde ancora così tanto potenziale arricchimento umano legandoci ad una designazione? Se c’è un Dio creatore che ti ha creato così andrà bene così… se non c’è va bene così uguale… ma quanta sofferenza si deve ancora far ingoiare in nome di una ipotetica “certezza”?
però io non credo che l’esistenza di nomi maschili e femminili sia un problema
e ritengo più che giusto che una persona transgender voglia un nome adatto al suo genere d’elezione