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Sono una marionetta ia ia oh: una pubblicità binaria

Sono una marionetta ia ia oh

Spesso non capiamo un certo tipo di comicità americana, perché rappresenta satiricamente una cultura a noi lontana e sconosciuta.
Ci ho messo anni a capire che il film “Le ragazze della terra sono facili” replicava un fischiettio famoso di un detective di una serie anni ottanta americana, e l’ho capito perché veniva ripreso anche nei Simpson.

Però, anche se non conoscevamo la trasmissione scandalistica che derideva, tutti abbiamo riso alla puntata dei Griffin in cui un uomo andava in un talk show e scandalizzava con rivelazioni paradossali.
Non sono un uomo, sono una donna! (e giù la prima maschera), non sono neanche una donna, sono un cavallo (e giù la seconda maschera), non sono neanche un cavallo: sono una scopa (e giù inerte sotto forma di scopa).

Eravamo giovani e non ci chiedevamo se venivano offesi uomini, donne, transgender, animali o oggetti.

Sulla falsariga di questa satira, la Vivident Blast internazionale ha proposto una pubblicità in cui un vecchio va dal figlio a dire di non essere suo padre.
Chiaramente lo spettatore medio pensa al concetto di “figlio illeggittimo”.
Ma qui arriva la sorpresa: sono tua madre! e apre la camicetta da cui esce un body sexy di pizzo col push up (chiaramente un videomontaggio).

A quel punto il ragazzo, prima apparentemente sconvolto, fa una riflessione ancora più bizzarra: e io non sono tuo figlio (e giù la maschera), sono una marionetta, iha iha oh.

A quel punto appare, sul tetto di un grattacielo, in stile delirante onirico, un presentatore che associa le sorprese agghiaccianti alla sensazione improvvisa di fresco che dà la caramella pubblicizzata, e mentre parla gli vola addosso una balena gigantesca.

Le persone transgender ftm si sono fermamente opposte a questa pubblicità, che  ridicolizzerebbe lo stato delle persone ftm.

Vorrei spezzare una lancia a favore di questa pubblicità.
E’ probabile che chi l’abbia ideata ignori anche l’esistenza delle persone ftm. Magari, a modo suo, voleva solo creare un paradosso e , per differenziarsi dal noto sketch del Griffin, ha invertito la direzione (li era una donna che confessava di essere un uomo).
O forse, a modo loro, non volevano neanche descrivere un ftm, ma un vecchio che si è sempre “sentito” donna (infatti non apre la maglietta mostrando una fascia, una canotta o un petto con le cicatrici (aldilà del fatto che non sarebbe stato recepito il messaggio e non avrebbe fatto ridere), ma un body sexy di pizzo col push up.

Infine, penso che sono metà del mondo ftm sia indignato per l’aspetto denigratorio. L’altra metà è, comunque, infastidita del fatto che si possa mostrare al mondo esterno l’esistenza della realtà ftm.
Sono le stesse persone che, quando frequentavo una lista privata per ftm e venne fuori che doveva andare un ftm al Grande Fratello (e qui mi sottraggo a commenti per ora non pertinenti), disse le testuali parole:
” per ora ho lasciato credere ai miei amici e compagni che la mia carte di identità sia solo una svista alla mia nascita, ma se loro sapessero che esistono gli ftm, per loro sarei un ftm, e non crederebbero più che sono un uomo”.
Era un ftm che placava il suo disagio con l’ignoranza della gente, perché se non si sa cosa è un ftm, un ftm pre-t potrebbe essere scambiato per un ragazzino, o forse per una lesbica, ma non di certo per una persona trans.
E su una persona post-t nessuno avrebbe dubbi.

Un’altra polemica a riguardo che ho letto in un forum trans era relativa al fatto che, nella pubblicità, il vecchio avrebbe concepito il figlio prima della transizione e con un uomo biologico. Questa cosa dà fastidio agli ftm che provengono dall’esperienza lesbica che maltollerano il fatto che esistano ftm gay, bisessuali o con un passato da donna eterosessuale, moglie e madre.

Che impatto ha avuto questa pubblicità nella mia vita?
Esaminiamo il campo della stessa in cui c’è più ignoranza “di genere”: l’ufficio.
Chiaramente l’hanno “ricondotta” in qualche modo a me. E questo mi ha comunque fatto piacere. Perché almeno hanno centrato la situazione, e non mi hanno associato alle lesbiche. E forse è positivo che questi concetti entrino in circolo, magari non in modo ortodosso.
Anche dei gay non si era iniziato a parlare in modo felice, eppure i “cugini” gay almeno, come attivisti, hanno scavalcato una fase: quella di spiegare cosa fossero. Problematica che ancora alcune persone t hanno.

So che queste mie riflessioni antitetiche daranno fastidio (mi sto sopravvalutando, in realtà nessuno mi calcola hihi) ma volevo comunque dire la mia.

Nath

dimenticavo l’url del video

https://www.youtube.com/watch?v=iHTajkBajhk

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