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Le domande morbose dell’attivista…

Domande Binarie: quando anche le altre persone LGBT sono morbose

Domande Binarie: quando anche le altre persone LGBT sono morbose

“già è strano che si dica trans e non transizioni, ma è ancora più strano che sia trans e vada con gli uomini…che senso ha? non gli conveniva rimanere donna?”

La domanda più frequente che mi fanno, e che accolgo con la mia proverbiale pazienza.
Perché se sconosciuto è il mondo dei transgender che non fanno una transizione medicalizzata (ciò non vuol dire che non siano dichiarati al mondo, che non siano attivisti o che non siano intransigenti verso il proprio genere), sconosciuto è anche il fatto che un transgender, come un cisgender (non transgender), può avere qualsiasi orientamento affettivo/sessuale.

Il problema è che questa cosa è ignorata persino dai nostri attivisti!

“posso capire che gli piacciano gli uomini…ma come fa un gay a corrisponderlo? non capisco…io non andrei mai con uno senza uccello!”

Prima di tutto, se un transgender ftm è interessato agli uomini, è si “gay” (o bisessuale), non significa per forza che si relazioni a ragazzi gay. Significa solamente che gli piacciono i ragazzi, cosi’ come a ogni gay piacciono i ragazzi, mica solo i ragazzi gay.

Dimentichiamo sempre l’esistenza dei ragazzi loro stessi ftm, dei bisessuali, dei queer, dei pansessuali, e degli etero “non binari”.

Infine, il fatto che “lui non andrebbe mai a letto con me“…significa forse che nessun gay andrebbe con me? Inoltre, non è discriminante che le persone si interroghino sul se andrebbero o meno a letto con me? lo fanno con chiunque incontrano?

Una cosa saggia a riguardo me la disse Alessandro D., presidente GayPolimi e socio UAAR Milano, pur partendo dal solito punto di vista egocentrico.
“certo se mi dovessi innamorare di te sarei in crisi. Ma immagino che farei un percorso sul mio orientamento sessuale simile a quello che hai fatto tu sulla tua identità di genere”.
Mai riflessione spontanea e non preparata fu così azzeccata.

Spesso incontro altri attivisti, presidenti di altre associazioni (io sono presidente di un’associazione LGBT).
Spesso non si parla dell’associazione, ma di me, di come faccio sesso, del perché non prendo ormoni, del perchè vado con gli uomini.

E’ curioso riflettere sul fatto che perlomeno tutti si interrogano sul fatto ipotetico di poter venire o meno a letto con me. Non è da tutti.

1 commento su “Le domande morbose dell’attivista…”

  1. Se esci dalla norma, dalla consuetudine, in tanti ti utilizzeranno per capire meglio se stessi. E’ umanamente comprensibile, finché fatto in modo civile. Diviene intollerabile quando proposto nei termini che descrivi tu. E, a prescindere, è molto faticoso.
    Non so se condivido le tue teorie genderqueer (per ora, sospendo il giudizio, il mio giudizio), ma certamente ammiro la tua capacità (indotta, obbligata) di destrutturare la realtà e le personalità per giungere… all’essenza. Ok, forse essenza è un po’ troppo enfatico, ma rende l’idea.
    Gli etero, o eteroperplessi, o gay che non si accettano, usano gli omosessuali per esplorarsi. I cisgender (right?), soprattutto quelli gay che ti capita di incontrare, ti usano per fare la stessa cosa, aprendo una nuova parentesi, dopo quelle già chiuse. Se fossi una persona vuota non ti accadrebbe, ma non saresti neanche presidente di un’associazione che ha fatto dell’innovazione e della messa in discussione delle basi la propria linfa vitale. Non so se sia una ricompensa sufficiente, non credo, però almeno restituisce dignità alla pazienza che usi per tollerare i ronzii.

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