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Se tutt3 avessero ciclo e vagina: critica ad un mondo a misura di “maschio”

Immaginiamo un mondo in cui tutt3, maschi e femmine, improvvisamente si svegliassero con gli organi genitali femminili, quindi la vagina, l’utero, le ovaie, e di conseguenza il ciclo mestruale, la genitorialità tramite la gravidanza.
Immaginiamo che questa diventi la nuova realtà del genere umano: maschi e femmine, tutti col ciclo, con la vagina, e pront3 ad ospitare una gravidanza, a turno. Immaginiamo che il nuovo sesso, sia riproduttivo che per diletto, avvenga senza comunque, anche se non ci sono più persone dotate di pene/testicoli.
Non importa che tutto ciò non sia scientifico: si tratta di una “parabola politica”, non del nuovo cinepanettone di fantascienza (del resto, esiste riproduzione anche senza pene, in alcune specie, ma proviamo un po’ a guardare la luna e non il dito…)

In questo mondo, chi fino a ieri aveva il potere maschile, non vorrebbe essere assoggettato a tutti gli handicap che finora aveva causato a chi aveva il corpo femminile, quindi il mondo verrebbe riprogettato a sua misura, quindi a misura di tutt3.

Improvvisamente, immagino un mondo che, per fare i vaccini, fa delle turnazioni tramite app per non far cadere i vaccini nei giorni più pesanti dei dolori mestruali (che, appunto, avrebbero tutti, maschi e femmine).

I sindacati avrebbero chiesto un giorno o due, a turno, di riposo, al mese, per far riposare il corpo dolorante e spossato a causa del ciclo.

Gli assorbenti interni sarebbero meno usati, perché “i maschi” non vorrebbero mai penetrarsi 5 volte al giorno con qualcosa. In compenso diventerebbero meno utili, perché le attività come il nuoto agonistico o altro verrebbero sospese nei giorni in cui le persone hanno il ciclo, in modo da non creare situazioni ìmpari. Inoltre, considerando il ciclo, i luoghi di riposo e svago sarebbero pieni di attività alternative per coloro che in quei giorni non possono fare il bagno.

Tutto lo sport agonistico sarebbe ripensato tenendo conto dei giorni in cui il corpo è più fragile.

I designer avrebbero pubblicato dei sanitari comodi per chi ha la vagina: niente più pisciate in sospensione in assurde posizioni dei tai chi insegnate dalle madri alle figlie femmine per non prendersi la candida da donne estranee. Niente più pozze di pipì a terra causate dalla posizione dei tai chi, con quella che viene dopo di te che si sente in dovere di pulire freneticamente la tazza, perché educata a farlo (un maschio non lo farebbe mai), perché i sanitari sarebbero comodi.

Le case sarebbero progettate con molti più bagni, perché ciclo e vagina richiederebbero più tempo, ma non sarebbe visto come una colpa, perché sarebbe una causa comune a tutti. Anche i luoghi pubblici avrebbero più bagni.

Le città sarebbero più illuminate, anche nei quartieri periferici.

I medicinali sarebbero sperimentati sui corpi femminili, e non si farebbe “economia” sperimentando su soggetti maschi “perché così non abbiamo la rottura di scatole del ciclo”, perché sarebbero i corpi xx quelli che contano, in quanto gli unici presenti.

Tutti avrebbero dei mesi di permesso genitorialità, e non ci sarebbe discriminazione all’ingresso, né dimissioni in bianco.

La contraccezione non sarebbe una terapia ormonale “a vita” per i corpi xx, perché i maschi non vorrebbero mai fare quello che hanno chiesto alle donne: diaframmi, spirali, corpi estranei da ficcare dentro, terapie cancerogene al puro scopo di non essere fertili per permettere al maschio di “venire dentro”…improvvisamente la ricerca si attiverebbe per nuovi sistemi di contraccezione che non procurano danni o disagi al corpo.

Anche sulla gravidanza e l’alleviare i suoi disagi a ricerca si attiverebbe immediatamente: un maschio non vorrebbe mai provare quelle sofferenze, e si chiederebbe perché non si è fatto nulla finora.

Non ci sarebbero più omofobi, transfobici e terf. Non ci sarebbe più fallocentrismo, perché non ci sarebbe più il fallo.

I maschi hanno il ciclo

Questo racconto distopico vuole solo dire che il corpo xx non ha nulla di sbagliato. Non funziona “peggio” di quello xy. E’ semplicemente inadatto ad un mondo non progettato a sua misura.
Se, in parte, le persone diversamente abili sono rese “disabili” dalle barriere architettoniche, fisiche e non, ciò accade anche al corpo xx e a chi lo ha: viviamo in un mondo che ci “rende” disabili, con barriere architettoniche a cui siamo talmente abituat3 che neanche le vediamo più.

Questo riguarda le persone nate xx, donne, non binary, ftm, ma anche chi al femminile approda, le donne T, che “acquisiscono” gli handicap a cui è soggett3 chiunque non sia un uomo cishet.

Vorrei tanto che non fosse necessario che ciclo, vagina, gravidanza, fossero un tema comune, che riguardassero tutt3, affinché si crei un mondo più paritario e ospitale per tutt3.

 

 

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