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Transgender e Serie TV

Personaggi lgbt, transgender, non binary nelle serie tv

personaggi lgbt serie tv

Nella settimana della pride week il milk ha organizzato l’evento dedicato alla rappresentazione delle persone LGBT nei media, e il giorno prima, all’evento “le persone transgender si raccontano“, la relatrice Laura Caruso ha parlato di come i media presentano le storie delle persone T in televisione.

In passato il Milk ha sviluppato, in un laboratorio cinematografico, condotto da Alessandro Martini e Marco Borserio, una ricerca, che passava dalla fantascienza alla commedia, di tutti i personaggi LGBT e come essi venivano rappresentati prima dell’era Will e Grace. Un esempio molto positivo, tutto italiano, viene dato ad esempio dal figlio gay di un commissario triestino (per maggiori info cliccate qui)
Sia la commedia (i Jefferson), sia la fantascienza (soprattutto Star Trek), avevano fornito esempi di transgenderismo non legati al sex working.
La ricerca condotta allora tralasciava il filone dei telefilm del crimine, perché spesso le persone LGBT non erano valorizzate e “rappresentate correttamente“:

Se mi rifaccio alla mia esperienza, la mia autodeterminazione è arrivata in un periodo in cui facebook non era diffuso.
Al liceo non mi era facile, nel mio paesiello, venire a sapere dell’esistenza degli ftm o della transomosessualità, e gli unico contatti furono il timido invito del transessuale Antonio nel programma di Alda De Usanio chiamato “la scelta”, e le translesbiche di Tutto su mia madre di Almodovar.
Soprattutto il secondo esempio però rimaneva ancorato al sex working e alla sieropositività.
Dovetti aspettare i miei anni universitari per conoscere Max Sweeney, ftm gay di L word
http://thelword.wikifoundry.com/page/Max+Sweeney

Da grande appassionato di telefilm del crimine, devo dire che i telefilm post 2000, americani, a tema “crime“, presentano degli esempi di personaggi transgender davvero significativi.

“Law and order”  in una puntata presenta una piccola mtf , aiutata da una professoressa, anch’essa mtf, che cerca di farsi accettare dal severo padre conservatore.
Appare, come special guest, l’attrice che aveva già impersonato Max Sweeney.
http://www.afterellen.com/general-news/45220-law-order-svu-tackles-trans-issues-with-a-familiar-face

In “The Closer”, il tenente Provenza deve accettare che il suo vecchio collega puttaniere, che ha perso di vista e che deve rivedere per un caso, ha poi transizionato ed è una distinta signora anziana, che gli spiega il fatto che è ancora una filibustiera per quanto riguarda le donne, e che quindi è lesbica!
http://www.thebacklot.com/the-closer-puts-on-latex-funbags-and-a-matronly-dress/12/2009/

In “Cold Case” sono davvero tante le puntate dedicate alle minoranze razziali, alle donne emancipate, e alle persone LGBT. Spicca la puntata in cui Samantha Randall, preferisce definire sè stessa come Sam, veste abiti maschili e chiede per sè il genere maschile, ma non è attratto dalle donne, bensì dagli uomini, e vi è una particolare attrazione col suo migliore amico.
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In “Senza Traccia”, Stephanie è una trans “stealth“, cristiana, che canta in un coro, e, alla morte del padre, decide di riallacciare col suo passato, soprattutto con moglie e figli, avuti nella sua vita passata da uomo etero.
https://it.wikipedia.org/wiki/Senza_traccia

In tutti questi casi, ben lontani dal sex working (adolescenti ftm ed mtf, donne trans in carriera, etc etc), i personaggi rappresentano vittime e dispersi, ovvero è stato deciso dagli sceneggiatori di caratterizzarli come tali.

Sono stati esempi ben costruiti, ben lontani dal pietismo con cui i nostri talk show strumentalizzano le persone trans, facendole apparire sempre piagnone e oggetto della pietà dello spettatore.

3 commenti su “Transgender e Serie TV”

  1. sono ottimi esempi. Comunque sia per Tutto su mi madre sia per i telefilm citati è importante avere personaggi ben scritti e credibili e gli sceneggiatori (non scenografi) ci sono riusciti, direi

  2. Gli autori, sceneggiatori, registi, coreografi, ecc., se vogliono che il loro film sia visto da quote crescenti di popolazione, devono adeguarsi ai mutamenti sociali.
    Lo vediamo anche nella pubblicità: la società multietnica, multirazziale, deve tener conto della mutata composizione della popolazione e, se le aziende vogliono vendere i loro prodotti a tutti, occorre che inseriscano una quota di attori delle etnie emergenti.
    La popolazione cambia, cambiano i soggetti culturali, che a loro volta rafforzano il cambiamento, adeguandosi.
    Anche l’economia, quindi, diviene fattore di cambiamento.
    Così, nessuna azienda farà a meno del suo spot pro-gay, di quando in quando. Qualcuna velatamente (per decenni lo spot Averna) altre meno (Ricola) e da ultimo, sfacciatamente, con intenti proselitici, un’intera serie, come la Findus:
    https://www.youtube.com/watch?v=F0lmkKvNwc8
    Tuttavia, nelle stanze del potere, ci sono sempre stati rappresentanti GLBT, seppur velati, ora possono apertamente divenire attori del cambiamento.
    Recentemente, la decisione della Corte Suprema degli USA, ha esteso a tutto il paese, d’autorità, la celebrazione dei matrimoni gay.
    Solo ora si sono accorti che non farlo sarebbe anticostituzionale?
    No, è che in quelle sale, da tempo, i GLBT, ivi presenti chissà da quando, attendevano questo momento favorevole.
    “Ciò c’ha a esser, convien sia.
    Chi vuol esser lieto, sia,
    di doman non c’è certezza.”
    E, in effetti, non sappiamo come andrà a finire.

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