Tatuajes de ateos 40

In un precedente articolo, ho parlato del fatto che le correnti “anti gender” delle Chiese usano la parola “omosessualista” per definire un attivista per i diritti gay, insinuando che sia uno strumento del demonio per plagiare poveri etero confusi e fare propaganda gay. Anche su “laicista” si potrebbero fare simili chiarimenti, in quanto le chiese rivendicano l’uso della parola “laico” come sinonimo di “colui che è nella condizione laica e non religiosa, che non ha preso gli ordini maggiori“, e non come “attivista per la laicità delle istituzioni” o “persona che ha una visione laica del mondo“, e attribuiscono a questa figura l’appellativo di “laicista“, con una visione negativa e propagandista. Per sicurezza preferisco linkare wikipedia, per calmare gli animi bigotti capitati per errore sul blog http://it.wikipedia.org/wiki/Laico

Vorrei condividere una nota di una persona che stimo (Alessio Giandomenico Mameli) e che chiarisce in modo limpido la differenza tra Laicità e Laicismo

La parola laicità, in senso politico e sociale, denota la rivendicazione, da parte di un individuo o di una entità collettiva, dell’autonomia decisionale rispetto a ogni condizionamento ideologico, morale o religioso altrui.
Laico è, in questo senso, chi ritiene di poter e dovere garantire incondizionatamente la propria e l’altrui libertà di scelta e di azione, particolarmente in ambito politico, rispetto a chi, invece, ritiene di dover conciliare o sottomettere la propria e l’altrui libertà all’autorità di un’ideologia o di un credo religioso.
Nel significato originario del termine, ancora utilizzato in ambito religioso, il laico è un fedele della religione non ordinato sacerdote o non appartenente a congregazioni religiose. Nella società protocristiana dei primi secoli il laico veniva distinto dal presbitero ed alle cerimonie religiose i laici e i presbiteri partecipavano fisicamente separati. Nelle basiliche protocristiane esisteva un elemento architettonico divisorio, perlopiù marmoreo, chiamato iconostasi; al di là e al di qua di esso prendevano posto rispettivamente il clero e il popolo dei fedeli. L’iconostasi è ancora presente nelle chiese di rito bizantino, sia ortodosse sia cattoliche. Il termine, riferito ad una struttura politica o amministrativa, ne esprime l’autonomia dei principi, dei valori e delle leggi da qualsiasi autorità esterna che ne potrebbe determinare, compromettere o perlomeno influenzare l’azione.
La laicità, per estensione, si configura anche come assenza di un’ideologia dominante nell’opera di governo di uno Stato, e come equidistanza dalle diverse posizioni religiose ed ideologiche presenti.
 Ad esempio, nel caso di un regime totalitario, definire lo Stato come “laico” è un errore, in quanto in esso vi è posto solo per l’ideologia ufficiale e l’ideologia non ha l’imparzialità dell’atteggiamento veramente laico.
Il laicismo è la branca del liberalismo volta alla tutela della laicità, la quale, a sua volta, non è altro che la libertà degli Individui, della Società e dello Stato nei confronti delle ideologie volte a limitare la libertà senza alcun reale beneficio (in queste rientrano anche le religioni che non sono da meno nel configurare dittature, se lasciate libere di imporre una legge su di esse fondate, esattamente come avviene con le ideologie illiberali atee, quali sono state il comunismo, il fascismo e il nazionalsocialismo).
E’ laico solo lo Stato che emana leggi, non per imporre dottrine e valori morali, ma per garantire la libertà e la sicurezza degli individui