Sentinelle-in-piedi

Ultimamente sono stato coinvolto in questo forum
http://www.cattoliciromani.com/21-diritto-canonico/45104-matrimonio-tra-due-transessuali
in cui ho sentito il bisogno di spiegare cosa è una persona transessuale, i suoi possibili orientamenti sessuali, le leggi vigenti in italia e nel mondo, e la differenza con le persone transgender.

Non ho espresso nessun giudizio, come potete osservare.
Ovviamente sono stato “bloccato“, e questo mi ha fatto riflettere sulla visione cattolica
riguardo alle persone LGBT.

Noi distinguiamo, per ragioni didattiche e “didascaliche”, tra orientamento sessuale (predisposizione della persona) e identità di orientamento sessuale (ovvero quando quella persona, risolta, rivendica la sua condizione di omo, bi, transgender…)
Transgender, transessuale, omo, bi, sono termini, direi scientifici.

In area cattolica invece tutto ciò viene visto solo come “ideologia“, che colpisce persone confuse che ovviamente sono etero e cisgender, (ma loro preferiscono dire NORMALI) e per un trauma pensano di essere altro, magari spinti e spinte da persone ideologizzate (la chiamano teoria del gender, nessun attivista glbt ha ancora capito cosa intendono).
Quindi non essendoci una rivendicazione di cio’ che si è, dovuta alla consapevolezza, non esistono le identità glbt, ma solo la confusione, l’errore, il trauma, la “malattia”, il peccato, e quindi è tutto reversibile, o meglio, curabile.
Quindi tutta la terminologia, ormai scientifica, su cisgender, transgender, sugli orientamenti sessuali delle persone T, va cancellata, o meglio, assimilata alle ideologie, come le ideologie politiche, quindi “relativizzata”, per difendere la visione pietista della persona glbt malata o peccatrice.

Quindi l’omosessuale diventa un eterosessuale “confuso”, e l’attivista omosessuale diventa un “omosessualista”, così come il laico (per la laicità delle istituzioni), diventa un “laicista”. (ovviamente i termini hanno accezione ideologizzata e dispregiativa)

Qualcuno dice che io sia masochista a cercare per forza il dialogo con persone distanti, informarle, “e-ducarle” (dal latino e-duco), ma io penso davvero che la visione di altre prospettive possa generare un percorso di crescita nelle persone, anche in quelle non glbt friendly.