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E così assisti incredulo alla lenta morte del tuo passing.
Vai in giro e riesci a trattenere a stento il tuo petto dentro una canotta slabbrata.
Quante volte hai detto al tuo ex di Berlino di andare da TransToys, giusto sotto casa sua, a comprartene una nuova?
Ma che dici! sai bene che non ci entreresti dentro. Sei il doppio di allora!
I capelli, non ce la fai più a tagliarli troppo corti. Sembri una vecchia butch obesa e tettona, corpulenta e ingombrante. Preferisci tenerli di media lunghezza, in modo da sembrare, mal che vada, una di quelle signore sposate post partum, grassa e trasandata.
E ti perseguita ovunque tu vada, sempre di più, lentamente e inesorabilmente, come un destino.
L’infermiere gay all’esame del sangue.
Zignooooooraaaa” con voce nasale. Ti chiedi come faccia a darti il femminile, visto i peli che trabordano dai cosciotti alla Ronaldo che escono allegramente dai pantaloni a pinocchietto. Quel povero infermiere gay, effeminato e stizzoso, ti marchia addosso quel femminile, di donna “zingara“, trasandata talmente tanto da non “farsi i peli“, ma inevitabilmente donna. Come potrebbe essere altrimenti? Si vede quel morbidume contenuto a stento sul petto. Quei lineamenti rotondi, da gnomo, del viso, sovraccaricati dai chili di troppo.
Anche la suocera, con cui sei sempre passato, inizia ad avere dei dubbi e chiede al tuo compagno: “ma il tuo ragazzo…ha le tette? vuole diventare donna?
E così aspetti agosto per iniziare una ferrea dieta. Aspetti che passi il tuo anniversario, in cui tu e lui vi scofanate di cibo,  andate nel posto del primo appuntamento, anni fa, e vi sbattete dentro chili di tiramisù e leccornie varie.
Ma poi l’indomani il frigo si svuota di qualsiasi cosa di inappropriato, e si riempie di salumi snelli, di jocca, e di verdure pronte ad essere lessate.
Le intere vacanze sono destinate al riposo, alla lettura, alla meditazione, e al reperimento di cibi miracolosamente ipocalorici, come l’olio di vaselina o lo shirataki, in una milano deserta con erboristerie e negozi di omeopatia sigillati fino a settembre. Ma del resto, a settembre non ci sarà il tempo di tornare quello di un tempo.
Accarezzi il tuo viso, vedi che è morbido come quando eri giovane. Riguardi le foto. L’unica cosa che ti separa da quando eri giovane, non importa se con capelli lunghi, corti o medi, è il peso.
E ti imbarchi in questa rigorosa transizione, che vede giorno per giorno i suoi risultati. Ogni mattina metti i piedi sopra la bilancia e soddisfatto appuri che tre etti sono andati via da te per sempre. Ti chiedi anche se hai già fatto pipì, se hai già bevuto, se magari è qualche etto in meno…
Cominci a contare le calorie. Non ti eri mai accorto che c’erano quelle liste di valori nutrizionali dietro ai cibi. Impari che il cdm è il cucchiaio da minestra, e cosa è un cucchiaio da minestra. Compri un tritatutto e un montatutto. Il philadelphia a casa tua sostituisce ogni tipo di formaggio, crema, condimento. Elimini pasta, pane e pizza…ma in fondo a Milano pane e pizza fanno decisamente schifo.
Elimini dolci e nutella. Torneranno nella tua vita, lentamente ma inesorabilmente, quando tornerai in un frenetico viavai tra lavoro, associazione e casa.
Speri di potercela fare a continuare la dieta dopo, ma anche di perdere il più possibile adesso.
Inizi ad intravedere, dopo la perdita dei primi tre chili, che entri nei vecchi vestiti, quelli sfiziosi che ti facevano passare.
Solo a fine stagione proverai a rientrare nello smoking, quello che usi per andare alle serate galanti con la Milano bene, dove ti tocca essere l’unico esempio di persona T.
Non vuoi mai più stare in enormi bermuda taglia 48, magliettone metallare, non vuoi più che la tua androginia venga scambiata per trasandatezza.
Sogni di tornare in ufficio fiero della tua androginia, condita da un pizzico di malizia, priva di quella pesantezza, priva di quegli abiti più che maschili brutti, sciatti e di cattivo gusto, senza la ciccia da trattenere a stento, potendo tagliare i capelli a piacimento senza confrontarsi con un viso rotondo da Loacker e la triste somiglianza con le femministe e le fat queer.
E cosi’, come fosse una transizione, ogni giorno ti guardi allo specchio, sperando di vedere cambiamenti. Metti alla prova il tuo passing mentre lentamente rientri nei vecchi vestiti e fai meno fatica a trattenere il petto, lentamente tagli i capelli per tornare al tuo vecchio sé, quello che senza sforzo passava, quello che non aveva bisogno di lunghi preamboli per iscritto, o persone che si sforzassero di vedere un uomo in quella montagna di ciccia.
E non fai caso al fatto che, parlando di frivolezze relative alle calorie, incazzandoti come una bestia se il pollo ai ferri te lo hanno portato con un filo d’olio d’oliva, cercando di tamponarlo col pane per darlo al tuo ragazzo, per salvare la tua dieta, sei diventato come quelle isteriche signorine milanesi perennemente a dieta, ossessionate dal cibo light, che in questi anni hai guardato con compassione considerandole vittime del binarismo 🙂

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