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Espressione e desideri “binari” nei percorsi ftm: sono legittimi?

In passato ho parlato degli interventi ai genitali nei percorsi ftm e di come gli scarsi risultati attualmente possibili portino molti ftm a ragionare sul loro pensarsi senza il genitale maschile.

Tamaño-pene

Il fatto che un ftm faccia un percorso interiore di riflessione sui cambiamenti che desidera per il suo corpo, e sul perché li desidera, è qualcosa di assolutamente positivo, tuttavia mi chiedo se la finissima elaborazione antibinaria che porta molti ftm a pensarsi felici col genitale di nascita sia sempre genuina o sia influenzata dagli scarsi risultati degli interventi possibili con le attuali tecniche.

Ho notato che le riflessioni sulla percezione del proprio corpo, e dei propri genitali, negli ultimi anni è stata sempre più influenzata dalle teorie intersezionali e non binarie, diffuse soprattutto tramite i social, e si sia sviluppato un giudizio moralista verso quegli ftm che continuano ad avere un desiderio “binario” riguardo ai propri genitali, decidendo quindi di tentare comunque l’intervento o decidendo di non procedere, ma rimanendone dispiaciuti e speranzosi per il futuro.

Vi è quindi spesso, da parte di ftm “militanti” nel femminismo, un giudizio che colpisce quegli ftm che desidererebbero avere un pene funzionante di dimensioni accettabili, e sono quindi bollati a sessisti, machisti, fallocentrici.
Tutto ciò mi ricorda lo spiacevole meccanismo del “bisessismo“, per il quale alcuni militanti trans di orientamento filosofico queer trattano con sufficienza coloro che non sono pansessuali o hanno orientamenti transescludenti.

Desideri binari nei percorsi ftm sono legittimi

Altra accusa che viene rivolta agli ftm che desiderano avere il genitale maschile è quella di “farlo per il/la partner”. Ho riscontrato che tendenzialmente i potenziali partner uomini delle persone trans hanno un orientamento maggiormente influenzato dalla genitalità, mentre le donne sono maggiormente legate alla parte sociale, e quindi ai caratteri sessuali secondari. Per fare un esempio, sulle app di dating luixlui, coloro che respingono un ftm non lo fanno per la mancanza della barba, o per il timbro della voce, ma per una questione squisitamente genitale, mentre, osservo dagli amici ftm etero, le partner donne (probabilmente a causa dell’educazione maggiormente sessuofobica che ricevono le persone xx), soprassiedono sulla genitalità poiché maggiormente abituate a provare attrazione per atteggiamenti, caratteristiche estetiche secondarie o altro.

Per fortuna oggi esistono protesi somatiche estremamente realistiche nella forma, nel colore, nella consistenza e nella funzionalità, ad esempio quelle offerte dalla Pymander. Anche sull’uso delle protesi (“da passeggio” o “da battaglia”, o semplicemente per andare in bagno in luoghi pubblici), ho talvolta sentito giudizi rivolti a quegli ftm che ne hanno un maggiore bisogno.

Esco adesso dalle tematiche genitali per parlare di quel “binarismo” che spesso appare nell’espressione di genere delle persone trans, in particolare degli ftm.
Molte persone cis condannano questa polarizzazione di genere, e di ruoli, che alcune persone trans incarnano, ma secondo me sono comportamenti che, a meno che non scandano nel maschilismo, nell’omofobia, nella misoginia, sono del tutto legittimi.
Vedo un po’ di malafede in chi li condanna, e non tanto un desiderio “attivistico” di lotta ai ruoli, perché se è vero che una decostruzione degli stereotipi è necessaria, questa cosa dovrebbe riguardare tutti e tutte, e non di certo limitarsi proprio alle persone T.

Concludendo, il binarismo è legittimo? Che riguardi l’immaginario sul proprio corpo, o i propri comportamenti, è importante che ogni persona, trans e non, si senta libera di esprimersi, e che il lavoro da fare non è tanto di annullamento delle visioni maggiormente polarizzate, ma di inclusione di tutte le variabili, anche non binarie.

E’ fin troppo facile, quando si è diversi, attaccare le altre diversità per ciò che toccano in noi, ma siamo qui per dialogare.

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