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Laici o laicisti?

Tatuajes de ateos 40

In un precedente articolo, ho parlato del fatto che le correnti “anti gender” delle Chiese usano la parola “omosessualista” per definire un attivista per i diritti gay, insinuando che sia uno strumento del demonio per plagiare poveri etero confusi e fare propaganda gay. Anche su “laicista” si potrebbero fare simili chiarimenti, in quanto le chiese rivendicano l’uso della parola “laico” come sinonimo di “colui che è nella condizione laica e non religiosa, che non ha preso gli ordini maggiori“, e non come “attivista per la laicità delle istituzioni” o “persona che ha una visione laica del mondo“, e attribuiscono a questa figura l’appellativo di “laicista“, con una visione negativa e propagandista. Per sicurezza preferisco linkare wikipedia, per calmare gli animi bigotti capitati per errore sul blog http://it.wikipedia.org/wiki/Laico

Vorrei condividere una nota di una persona che stimo (Alessio Giandomenico Mameli) e che chiarisce in modo limpido la differenza tra Laicità e Laicismo
https://www.facebook.com/notes/alessio-giandomenico-mameli/laicismo-e-laicit%C3%A0-sono-strettamente-correlati/141784062528628

La parola laicità, in senso politico e sociale, denota la rivendicazione, da parte di un individuo o di una entità collettiva, dell’autonomia decisionale rispetto a ogni condizionamento ideologico, morale o religioso altrui.
Laico è, in questo senso, chi ritiene di poter e dovere garantire incondizionatamente la propria e l’altrui libertà di scelta e di azione, particolarmente in ambito politico, rispetto a chi, invece, ritiene di dover conciliare o sottomettere la propria e l’altrui libertà all’autorità di un’ideologia o di un credo religioso.
Nel significato originario del termine, ancora utilizzato in ambito religioso, il laico è un fedele della religione non ordinato sacerdote o non appartenente a congregazioni religiose. Nella società protocristiana dei primi secoli il laico veniva distinto dal presbitero ed alle cerimonie religiose i laici e i presbiteri partecipavano fisicamente separati. Nelle basiliche protocristiane esisteva un elemento architettonico divisorio, perlopiù marmoreo, chiamato iconostasi; al di là e al di qua di esso prendevano posto rispettivamente il clero e il popolo dei fedeli. L’iconostasi è ancora presente nelle chiese di rito bizantino, sia ortodosse sia cattoliche. Il termine, riferito ad una struttura politica o amministrativa, ne esprime l’autonomia dei principi, dei valori e delle leggi da qualsiasi autorità esterna che ne potrebbe determinare, compromettere o perlomeno influenzare l’azione.
La laicità, per estensione, si configura anche come assenza di un’ideologia dominante nell’opera di governo di uno Stato, e come equidistanza dalle diverse posizioni religiose ed ideologiche presenti.
 Ad esempio, nel caso di un regime totalitario, definire lo Stato come “laico” è un errore, in quanto in esso vi è posto solo per l’ideologia ufficiale e l’ideologia non ha l’imparzialità dell’atteggiamento veramente laico.
Il laicismo è la branca del liberalismo volta alla tutela della laicità, la quale, a sua volta, non è altro che la libertà degli Individui, della Società e dello Stato nei confronti delle ideologie volte a limitare la libertà senza alcun reale beneficio (in queste rientrano anche le religioni che non sono da meno nel configurare dittature, se lasciate libere di imporre una legge su di esse fondate, esattamente come avviene con le ideologie illiberali atee, quali sono state il comunismo, il fascismo e il nazionalsocialismo).
E’ laico solo lo Stato che emana leggi, non per imporre dottrine e valori morali, ma per garantire la libertà e la sicurezza degli individui

2 commenti su “Laici o laicisti?”

  1. Importanti questi chiarimenti, fra neologismi sempre meno comprensibili.
    Pensandoci, per me laico è un termine religioso, infatti io mi definisco ateo, senza Dio, ma potrei usare il termine “agnostico”, colui che non si cura di sapere.
    Anche questo termine non mi piace, perchè sa di filosofia, la nonna della scienza, che oggi non sa dove collocarsi e si diverte a ficcare il naso dappertutto (v. filosofia della scienza), con la sua presbiopia spinta, che sfiora la cecità.
    Per me la conoscenza sta nella scienza, che studia la natura e su essa basa i suoi riferimenti.
    Dio è un problema mentale (follia che crea fantasmi) indotto dai preti in una parte importante dell’umanità (alcuni miliardi).
    Il credente in Dio è un malato di mente, contagiato dalle dottrine dei religiosi, dai loro riti, dalle loro trappole psicologiche.
    Credere in Dio rende il cervello incapace di ragionamento razionale, riportando in tal modo l’uomo a stati di intelligenza anteriori, primitivi, rendendolo nel contempo infantile, costantemente bisognoso delle parole del prete e dell’affaccio domenicale del Papa.

    Il problema, Nath, è che tu vuoi continuare a credere in Dio e non rompere con le religioni, per questo ti trovi in questa difficile situazione: vorresti che i religiosi cambiassero opinione sui gender, non riesci a scagliarti su di loro con la giusta veemenza. Vuoi convertirli, non annientarli.

    In un tuo articolo recente, in forma di vignetta, rappresenti un prete che finisce per prendere atto del cambiamento ufficiale di sesso (carta di identità), ovvero riconoscimento della vera identità.

    Ho commentato la vignetta dicendo, sostanzialmente, che l’unione non aveva bisogno del riconoscimento religioso.
    E, invece, per te è importante, Nath, perchè vuoi continuare ad essere te stesso ma riconosciuto anche dai religiosi, perchè credi in Dio.
    Partita persa, non ti comprenderanno, fai prima a farti una religione tua.
    Ecco, una religione dei gender, può essere un’idea, ormai siete tantissimi e potenti per abbandonare la loro definizione di Dio e trovarne una propria, adatta ai gender.
    Si può fare perchè, siccome Dio non esiste, comunque te lo immagini va bene.
    Ma ci sono religioni che non si pongono neanche il problema, una è il buddismo, basta convertirsi.
    Con la reincarnazione può capitare di tornare in vite future sotto forma di animali, per scontare il karma; non credo che si facciamo problemi di omosessualità.

  2. Vincitori della selezione naturale del 21esimo secolo…
    I più “malati di mente”!
    Ebbene sì, e sarebbe il caso, nella fattispecie di levare le virgolette visto che parliamo dei fondamentalisti delle peggiori similitudini tra Bibbia e Corano (in entrambi puoi trovarci di tutto e di più, secondo le interpretazioni). Che importa se non usi la testa, se sei violento e usi le donne come fattrici vinci la selezione naturale.
    Quindi l’occidente deve adeguarsi o subire l’invasione, ma adeguarsi diventando come loro? Un pochino ma non troppo, basta tornare alle donne in cucina e i gay nell “armadio”

    Si scherza ovviamente, nel programma comunque è prevista la possibilità della donna di uscire senza velo, di fare lavori, se lei vuole, perchè la battaglia sarebbe solo culturale (vero? ;)), mica autoritaria.
    Uhmm, però il tempo stringe, se non si usa un po’ di autoritarismo… quindi sistema russo contro la propaganda omosessualista?

    Per tornare IT – giusto – non ho frequentato questi propogandisti abbastanza da capire se per loro c’è un’agenda per trasformare i sani virgulti etero in queer privi di spina dorsale :D, non so se sanno, almeno loro come debba essere un uomo o una donna, se hanno dei manuali, se fanno ricorso alla cultura popolare. Ben poco affidabile il giorno d’oggi.
    L’ossessione principale sembra essere quella dell’eventuale “travestimento” e messa in discussione degli stereotipi maschile.

    La giustificazione è la presunta ingerenza della scuola nei valori che trasmettono i genitori. Se ne deduce che si debba guardare con sospetto ormai anche eventuali seminari sul tema del bullismo, visto che, non si sa mai, potrebbe includere anche il rispetto degli lgbt, ma soprattutto il concetto che uomini e donne sono persone prima che stereotipi pre determinati.
    Il cliente, genitore ormai ha sempre ragione, può anche essere un buzzurro.
    Ma il libertariano (libertario per il libero mercato, che in molte forme apprezzo) che è in me, mi direbbe che anche il genitore il cui figlio è vittima di bullismo sessista è un cliente, come la mettiamo?

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