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Donna superiore all’uomo? articolo sull’argomento

Riporto ennesimo articolo “ginarchico” sulla presunta
superiorita’ di un genere sull’altro…

 

Scientificamente attestata la superiorita’ della donna rispetto all’uomo

Pubblicato da Daphne Hiver venerdì, 13 maggio 2011|22 Commenti||

 

Nel corso degli anni si è quasi sempre discusso sulla differenza tra uomo e donna e,  soprattutto, della superiorità dell’uomo rispetto alla donna. Ma è davvero così? Perchè mai un uomo debba essere superiore ad una donna? C’è forse un criterio che lo attesti?

Ho fatto delle ricerche, ma non trovo nessun tipo di conferma, soltanto dibattiti tra il sesso femminile e quello maschile.
Però, scendendo nel dettaglio, ho trovato qualcosa di interessante ( almeno a parer mio ). E’ vero, in passato l’uomo era considerato il più forte rispetto alla donna. Ma facendo delle mie piccole ‘indagini’ ho notato comedelle ricerche scientifiche attestino che in realtà l’uomo è il più debole rispetto alla donna, sia fisicamente che psicologicamente.
Le donne sono anatomicamente e fisiologicamente più longeve, cioè il deterioramento caratteriale e l’indebolimento mentale risulta più precoce e pronunciato nei maschi, come peraltro le statistiche confermano.
Il sesso femminile è meno esposto alle patologie cardiovascolari. Il nostro sistema immunitario è più efficiente. 
Inoltre la donna è reattiva all’attacco ecosistemico ( con ciò s’intende tutto quello che va dalla casa alla città, dalla regione in cui si vive all’aumento degli ultravioletti per il rarefarsi dell’ozono etc.).

In pratica, la donna si adatta meglio, e resiste di più ai cambiamenti ambientali di vario tipo (miseria, lutti, inquinamento etc.).

Le prove di questa maggiore reattività femminile sono molteplici, storiche, sociali, mediche. Per esempio : l’incremento della precocità dell’andropausa e la sterilità maschile in continuo aumento, a seguito dell’effetto serra e di altre cause. In sintesi, sotto l’attacco ecosistemico, gli uomini tendono a diventare impotenti e sterili, le donne no.
Ma il punto più importante della questione è uno : la donna vive l’esperienza più bella della vita. Ciò che la rende donna a 360 gradi, che la forma in tutto e per tutto : la gravidanza e di conseguenza la maternità. Certo la paternità è importante, ma di fatto rimane un qualcosa di superficiale rispetto a ciò che la donna prova.
Per il sesso femminile ‘fare un figlio’ comprende la sfera fisica, psichica e spirituale, che solamente la donna può vivere e capire, con tutto ciò che questo significa.
Concludendo, possiamo vedere che emerge la naturale e pregiudiziale superiorità biologica e psichica della donna, anche se le cose sembrano essere andate diversamente sia dal punto di vista storico che di genere umano.

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55 commenti su “Donna superiore all’uomo? articolo sull’argomento”

  1. bè che la forza non fosse solo quella prettamente muscolare (che è ritenuta maggiore nei maschi) si sapeva.queste scoperte non inficiano il principio secondo cui uomini e donne sono pari moralmente e intellettualmente nel bene come nel male

  2. Anche qui dobbiamo chiederci se la natura non abbia sbagliato, generando il maschio.
    Già da oggi è possibile, con la clonazione sempre più perfezionata, far nascere figli – femmine naturalmente, inutile perdere tempo con forme di vita che si sono rivelate fallaci – da donne e con donne, senza la mediazione dello sperma maschile.
    Un mondo di sole femmine, in futuro?
    Si è possibile, e, nel caso che qualche donna abbia nostalgia di un pene, almeno per le prime nuove generazioni di donne, falli artificiali (utili per la loro portabilità) e robot altamente perfezionati, atti a simulare qualsiasi razza e dimensione maschile, sono già disponibili ed ulteriormente migliorabili.
    Però, una cosa di cui la donna non potrà mai liberarsi, pena la sparizione dell’essere umano dalla terra, è la sua natura intrinsecamente stronza.

      1. Perchè da qualche decennio (forse da sempre) la donna attacca il maschio, rivendicando oggi una sua superiorità fisica ed intellettiva, cosa dovremmo fare se non sparire?
        Così sarà contenta, avendo eliminato la fonte di tutte le sue infelicità.
        Oggi si lamentano dell’uomo per essere questi non sufficientemente maschio, di non corteggiarle come vorrebbero, (da qui le coppie saffiche).
        Matrimoni che si sfasciano, sempre per colpa dell’uomo, che vuole sottometterle, eccessivamente geloso, indolente, rompiscatole.
        La soluzione appare evidente: stare soli, ciascuno per conto proprio.
        Quando la donna smette di fare la donna, l’uomo smette di fare l’uomo.
        Ecco allora le coppie di omosessuali, uomini, o single che pensano a loro stessi al proprio, lavoro, carriera, hobby, ecc.; un disimpegno generalizzato, che vede in sostanza il disgregarsi della società.
        Oggi c’è questa fissazione delle pari opportunità.
        E’ un errore storico che accelera la decadenza della nostra civiltà e la sostituzione con quelle emergenti, nelle quali la donna continua nel suo ruolo tradizionale, facendo figli ed educandoli personalmente – a tempo pieno – perchè la sposa e la madre o si fa a tempo pieno o non funziona.

        La donna che lavora fuori, la donna in carriera è un duplicato dell’uomo, entra con lui in concorrenza; smette di fare figli, di educarli (prendono le conoscenze della tata), in quanto la carriera richiede un impegno totale.
        Il tal modo la donna viene a mancare proprio lì dove solo lei può svolgere un ruolo unico, insostituibile.

        In dieci anni gli immigrati sono triplicati, nei prossimi dieci saranno: 3×3 = nove volte quelli di dieci anni fa, mentre la popolazione italiana, – tutta impegnata a rendere la donna sempre più uguale all’uomo – cala velocemente, essendo già vecchia.

        La giusta via è quella della famiglia tradizionale, sopravvissuta per millenni, questa nuova, partorita dal femminismo, dal comunismo, sparirà nel giro di poche generazioni.

        Continuate pure a ballare, il precipizio è a due giri di danza, ormai.

    1. Francamente sia pure da femminista, nel senso storico delle lotte “di parte” della donna per parità, sono convinto della sostanziale parità, a queste lacune si deve sopperire con la forza di volontà, abbandonanto vizi dannosi per la salute, non credo alla superiorità di nessuno per certe differenze. E’ fin troppo chiaro che essendo stato il contributo della donna messo in ombra nei secoli, quello che gli uomini hanno costruito non è stato un bel mondo, ma secondo me questo aspetto non ha sesso, la regina Elisabetta, ad esempio, era un tiranno come altri, addirittura con l’amante giovane a cui in seguito ha fatto tagliare la testa (vero è che aveva tradito ed era una spia), stando al film. Il trattamento riservato alla donna era una diretta emanazione della scala sociale e dell’utilitarismo miope in cui viveva e in altri modi vive ancora la società, c’erano scale da uomo a uomo e da donna a donna (vedi appunto la regina) ma lo donna è più notevolmente strumento della classe dominante in quanto la diversità è la caratteristica aggettante più superficialmente visibile, ci sarebbe da trattare per molte righe, insomma. I Giovanni si sbagliano quando dicono che la donna nella sua più piena espressione sarebbe uomo, le leonesse ad esempio cacciano, anche più dei leoni, alcune femminie di uccello sono poliandriche, perchè l’uomo dovrebbe avere una differenza più marcata tra i due sessi di un qualsiasi animale, specialmente vista l’enorme capacità del cervello umano in generale?
      E’ inutile affidarsi alla sola donna per cambiare il mondo, putroppo il problema è che il pensiero di massa corrente e che rende la massa massa e non insieme di individui è quello che “il mondo non si deve adattare a me, ma io al mondo”, vero in parte, ma il mondo è anche fatto di tanti “me” di conseguenza la donna si adatta sì ad un mondo costruito da uomini, ma esattamente come lo fa un uomo (etero o gay) di indole completamente diversa, ma che sente di doversi adattare.
      Non ci è dato di sapere se la società a cui adesso si adattano le donne abbia effettivamente sesso, in parte sicuramente si, ha più che altro diverse tare di genere come la diffidenza verso le donne incinte nel lavoro, la richiesta di una bella presenza che obbliga le donne a rispondere ad uno stereotipato desiderio maschile. Niente di tutto ciò è ovviamente irrimediabilmente maschile, nel senso che riguarda la maschilità in generale, ma di sicuro viene dal dominio maschile, in quanto le società matriarcali probabilmente hanno saputo dare un valore diverso alle cose.
      A proposito pensiamo proprio che le donne stiano a guardare la proliferazione degli estremismi (presenti in ogni religione) senza reagire? Io spero proprio di no. E poi mica gli immigrati sono solo musulmani. Vabbè la sua fissa è che l’omosussualità è figlia del disfacimento sociale, quando un sacco di imperatori dei bei tempi erano gay, anche gli amici di Mussolini.

      1. Durante gli anni ’70, ’80, sostenevo il femminismo con i suoi movimenti di liberazione variamente orientati, ma non mi sono interessato più di tanto.
        Ricordo le manifestazioni con gli slogan: “il corpo è mio e lo gestisco io”, “scappate, scappate, le streghe son tornate”.
        Fui favorevole al divorzio e all’aborto. Nel referendum del 2005 ho votato per la fecondazione assistita nel senso più liberale, per la ricerca con le cellule staminali, favorevole anche all’eugenetica, intesa come prevenzione delle malformazioni.
        Mettendo per un attimo da parte la crisi attuale, che vede molte donne licenziate, al pari o più dei loro uomini, il femminismo ha avuto successo, anche per quel che riguarda il diritto di famiglia, la lotta alle discriminazioni (pari opportunità) e quella contro le violenze, sulla quale c’è ancora molto da lavorare, nella repressione come nella prevenzione.
        In molti campi lavorativi, come la scuola, la donna è in larga maggioranza sugli uomini. Nella sanità si avvia a conquistare la maggioranza dei posti di lavoro, anche come medico.
        Praticamente non c’è settore ove non si sia impiegata, comprese le forze dell’ordine, l’esercito e perfino in lavori pesanti come le fonderie o la concia delle pelli.
        Ora una legge impone una quota crescente di donne nella direzione delle aziende, nella P.A. e in parlamento.
        C’è però un risvolto negativo: il calo delle nascite e gravi carenze nell’educazione dei figli.
        L’assenza della donna in famiglia, non adeguatamente sostituita dal tate e baby-sitter, ha prodotto, a mio avviso, un grave degrado dei comportamenti sociali fra i giovani, dall’abuso di alcool, droghe, alle violenze, risse, comportamenti autolesionistici, stupri di gruppo, fino al fiancheggiamento della criminalità più consolidata.
        Tutto questo mi ha fatto riflettere circa l’opportunità di un ritorno alla famiglia tradizionale ma su nuove basi, più vantaggiose per la donna, al fine di allontanare, e se possibile scongiurare, il tracollo della civiltà occidentale, la migliore in assoluto, fino ad oggi, soprattutto per i progressi scientifici e l’alto grado di democrazia raggiunto (ma si può far di meglio).

        L’organizzazione economica della società post-industriale ha modificato radicalmente la struttura ed i rapporti fra i componenti della famiglia.
        Sono scomparsi gli anziani, vivono soli, spesso muoiono soli o in un ricovero.
        La famiglia tradizionale consentiva loro una funzione utile, anche ai fini educativi dei nipoti, i quali in genere conservano un buon ricordo dei loro nonni.
        Per la coppia che lavora, un anziano in casa (solitamente un genitore o entrambe oppure gli zii) può svolgere numerosi compiti, non ultimo quello di vigilare sui bambini tornati da scuola.
        Certo, i rapporti si complicano fra vecchie e nuove generazioni, ma penso che i “nuovi vecchi”, quelli che vengono dalle esperienze del ’68, hanno vedute larghe ed una buona istruzione, che consente loro di capire i nuovi problemi e, conseguentemente, adattarsi.
        Come ho sopra detto, ho assistito alle varie evoluzioni della condizione femminile negli ultimi 40 anni.
        In passato ero favorevole allo scambio dei ruoli, con diverse ripartizioni del lavoro domestico e nell’educazione dei figli.
        Tuttavia, visti i risultati (nuove generazioni allevate davanti ai televisori ed ai videogiochi, con episodi tragici di gravissima immaturità, criminalità, droga, ecc.) ritengo che un ritorno alla divisione tradizionale dei ruoli in maschile e femminile, sia più vantaggiosa per la società, ma anche per gli stessi protagonisti della famiglia.
        Il calo delle nascite è in parte positivo perchè, se non ci fossero le immigrazioni, consentirebbe di arrivare ad una società numericamente stabile.
        Verrebbe quindi a cessare l’incremento del degrado ambientale, la crescita delle città, lo sfruttamento delle risorse e del territorio.
        Ci sarebbe la casa per tutti, grande quanto si vuole, niente più quartieri- alverari, con traffico pazzesco, invivibili.
        La diminuzione della popolazione è auspicabile poichè il nostro è un paese sovrappopolato (secondo uno studio dei verdi risalente agli anni ’70, il numero ottimale degli abitanti per la nostra penisola, non dovrebbe superare i 30 milioni).
        Non ci sarebbero affatto i paventati problemi per la diminuzione della manodopera, poichè l’automazione e l’informatica la compenserebbero largamente.
        Per i lavori più pesanti e disagevoli, un’opportuna legislazione potrebbe fare in modo che vengano retribuiti in maniera adeguata, magari con un minor numero di ore a parità di paga, così da renderli ricercati, anche attraverso la prospettiva di una vita lavorativa più breve (prepensionamento).
        L’impegno della donna nel lavoro, in carriera, nelle forze armate ed in tanti impieghi prima riservati agli uomini, non consente alla donna di svolgere adeguatamente i compiti materni, e lo si vede dai risultati disastrosi sulle nuove generazioni: la nostra è una civiltà in declino che si avvia all’estinzione, sostituita dalle popolazioni immigrate: occorreranno alcuni decenni ma la via è segnata.
        La donna in carriera è una donna perdente: non avrà figli, non trasmetterà loro i suoi valori (ma quelli della tata) e i beni accumulati in tanti anni di lavoro verranno goduti dagli altri.
        E’ destinata a scomparire a favore della donna che invece fa figli e con essi, attraverso l’educazione, condivide la sua visione della vita.
        Grazie ai suoi insegnamenti, i figli, o loro volta, vorranno vivere in comunione con la propria prole.
        Stessa cosa dicasi per le coppie gay; trascorsa la moda effimera del “gay pride” che ha fatto un incredibile numero di proseliti, si estingueranno, semplicemente perchè sterili; vivono solo per se stesse, il che può anche bastare, ma certo il futuro non è nei gay.
        Quanto all’unisex, al bisex; null’altro che formule per sfilate di moda, icone per tabelloni pubblicitari, stravaganze trash per pseudo-creativi, alla Oliviero Toscani.
        D’altra parte s’è visto che l’impegno maschile all’interno della famiglia è sempre stato assai scarso, non solo per il menage domestico ma anche per l’educazione dei figli.
        Ne consegue che la donna è sempre sovraccarica di compiti e questo non la incentiva di certo alla maternità; anche gli aiuti che lo stato le dà, pur in aumento, sono sempre assai scarsi. Le famiglie con figli sono dunque penalizzate e le donne sopportano le conseguenze più pesanti.
        Bisogna, quindi, riconoscere il ruolo insostituibile della donna come madre ed educatrice che non può essere surrogato in modo soddisfacente da nessun altro servizio sociale.
        Occorre un cambiamento radicale nella politica della famiglia. Incentivare le donne al ritorno in casa, anzitutto con il riconoscimento sociale dell’importanza delle sue funzioni di sposa e di madre. Ciò significa dare prestigio al suo lavoro in casa.
        I media devono valutare positivamente, seguendo maggiormente non la donna che lavora fuori di casa, ma quella che crea, assiste, e fa crescere la famiglia.
        A questo tipo di donna vanno anche dati vantaggi economici; un’adeguata legislazione deve difenderla da ogni tipo di violenze e abusi, da qualunque parte provengano. La donna deve sentirsi protetta dalla società e dallo stato, ricevere un vitalizio in caso di fallimento del matrimonio e la pensione per la vecchiaia, indipendentemente da altre forme di assistenza.
        Occorre creare servizi sociali che l’assistano nei suoi compiti di allevamento dei figli e che sostengano la coppia nel risolvere i problemi di convivenza.
        Io credo che la differenziazione dei sessi in maschile e femminile, ciascuno con un proprio mondo misterioso da scoprire; con la divisione in compiti specifici per l’uomo e per la donna, rivalutati, nel pieno rispetto reciproco, rendano, alla fine, più felici.
        Non l’uguaglianza ma la diversità; riscoprirne il valore.
        Ciascuno di noi sa cosa significa essere uomo. Occorre plasmarsi su questo valore, accettare il proprio corpo, il destino biologico che la natura ci ha dato. Educarsi continuamente ad essere uomo, curare la propria mascolinità, così come la donna la propria femminilità; rispettare i confini e l’autonomia di ciascuno.
        Guarire dal dubbio circa la propria identità sessuale, insinuato dalla moda del trasgredire, dal volersi adeguare al costume del gruppo, troppo spesso gregge o da qualche brutta esperienza adolescenziale o da cattiva educazione.
        Essere uomo, essere donna, richiede lo stesso impegno che si profonde per conseguire una laurea.
        Bisogna nobilitare il proprio sesso che, non ci sono dubbi, è quello che la natura ci ha dato. Non dobbiamo tradire la nostra natura, non possiamo mai essere felici altrimenti.
        Se la nostra società viene reimpostata sui ruoli tradizionali, mondati dagli errori del passato, la nostra civiltà potrà riprendere a crescere e rinnovarsi.
        Se, invece, continuiamo a farci del male con modelli unisex, bisex, alla “gay pride” ed altre aberrazioni, la via dell’estinzione è segnata: calo demografico sempre più accentuato e forti immigrazioni con imposizione di valori tradizionali di altre società (ad esempio quella islamica, dove le donne sono schiave, obbligate ad una arretratezza medioevale).
        Non vi sembra che la nostra società occidentale, che ha portato l’uomo e la donna al progresso ed alla conoscenza sempre più approfondita di se stessi e dell’universo, meritino un destino migliore?

        1. ma perchè solo madre. Perchè anche papà assieme a mamma non può occuparsi dei figli visto che sono stati voluti da entrambi? E una donna che lavora può essere una madre buona o meno buona quanto una che sta a casa, mi creda

        2. Ma che cavolo c’entra l’abuso di alcol. E che ti piaccia o no, le donne possono fare ciò che fa l’uomo e dividersi la cura dei figli, senza la perversione di separare con l’accetta cio che è della donna e cio che è dell’uomo, questo è innaturale, perchè è irregimentare il pensiero, sei un fascista del pensiero, un grande fratello. E appunto viva le diversità e accettare che talvolte possa esserci, corpo a parte, più diversità tra due persone dello stesso sesso che tra altre due di sesso diverso. E l’estremismo islamico può andare a quel paese come il tuo estremismo maschilista.

    2. ma poi nessun modello familiare, maggioritario o minoritario che sia, può essere considerato di per sè giusto o sbagliato

      1. Sono favorevole ai relativismi ma qui si tenta di sfuggire a quelle che sono regole di comportamento ottimale.
        Es. vero che la donna, con la fecondazione assistita, può fare un figlio anche a 64 anni, ma la natura non glielo avrebbe mai permesso.
        L’età migliore per far nascere un figlio è entro i 28 anni, in media, entro i quali si devono terminare tutti gli allattamenti.
        Così, il modello familiare d’elezione è quello che abbiamo ereditato (padre, madre, figli e nonni) eterosessuali, collaudato da milioni di anni, ma un malinteso senso della libertà ce lo ha fatto storpiare, non darà buona genia.
        Nel mio ultimo articolo ho citato il ruolo attivo del padre, non centrale come quello della madre, almeno nei primi anni.
        Ho parlato di aiuto domestico anche per il maschio, ma è chiaro che si tratta di un sostegno; anche impegnativo (es. manutenzioni, commissioni varie) ma chi dirige la famiglia è la madre e moglie.

        Una donna che lavora non può occuparsi della famiglia come dovrebbe.
        Ospito una famiglia polacca con una donna e figlio di circa 3 anni: sta allevando un capolavoro di bimbo e futuro uomo, che non dà alcun problema, anche in asilo; ma la sua presenza deve essere assidua, non ci sono alternative, lo vedo con i miei occhi l’attenzione continua che occorre, se non si vuol procurare alcun trauma al bimbo. Il tempo pieno è indispensabile, l’apprendimento è corretto e veloce.
        La donna DEVE stare in casa a creare e dirigere la famiglia.
        Di aiuto possono anche essere i nonni, alternativamente dei due coniugi, per alleggerire il lavoro della donna. Così sarebbe una famiglia ideale.
        La società post capitalista (siamo agli sgoccioli), dovrà mettere a disposizione appartamenti che possano ospitare le due famiglie di provenienza e la nuova, per un totale medio di otto persone, due figli compresi.
        Le donne al lavoro, con baby sitter a casa, sono un vero fallimento per una società, credimi.
        Pagheremo tutto.

        1. giovanni, i miei genitori lavoravano entrambi (operaio lui maestra lei) e io ho avuto delle baby sitter..apprendo di essere un fallimento..vabbè.

          1. Beh, insomma, se sei un trans, un omosessuale o in qualche altro stato strano, relativo al genere, per me qualcosa non è andato a dovere.
            Comunque ci sono mamme che fanno peggio delle baby sitter.
            Se uno scrive su questo blog, per un motivo o per l’altro non è normale. 🙂

            Sono nato che i miei genitori erano già separati.
            Tanto io che mia sorella in collegio già a 3 e 5 anni; collegi del dopoguerra, non college.
            Preti e monache imperversarono sulla mia psiche, ma non fui sodomizzato.

            Si sopravvive ma ci si porta dietro un bagaglio simile a quello dei barboni che girano fra i cassonetti.
            Mia madre voleva abortire e prese un intruglio a base di prezzemolo, ma non servì.
            Nacqui lo stesso ma con un danno cerebrale, che mi ha portato oggi a scrivere su questo blog. 🙂

              1. “ma ti viene duro quando parli in modo offensivo delle persone glbt?”

                ho messo due faccine sorridenti in segno di scherzo

                “vabbè..comunque per tua informazione non sono trans e al momento provo attrazione sessuale per le donne quindi sono un comunissimo maschio etero..poi che dal tuo punto di vista io non sia normale ci sta”

                Bene,allora sappi che sei un cisgender
                Ognuno di noi è speciale..

                  1. “di fatto, attualmente, sei asessuale. dovresti venire ai pride con gli asessuali”

                    e chi sono gli asessuali? Non esistono.
                    Quelli che nascono senza i genitali?

                    Questo articolo che fa appello alla scientificità non ha nulla di scientifico, proprio come impostazione. Sembra invece la requisitoria di una femminista frustrata.
                    Infatti, la donna non è “altro” dall’uomo, ma il suo complemento, vale a dire la parte che serve a completarlo, e viceversa. I due posseggono metà del patrimonio genetico del futuro nascituro.
                    Caratteri così diversi, servono proprio a conservare quella distinzione, fra maschile e femminile, idonea per fronteggiare i cambiamenti ambientali. Per questo è bene che ad essi corrispondano abilità e competenze specifiche che vengano mantenute distinte e diversificate quanto più è possibile.
                    Non per nulla la costola (oggi possiamo intenderla come DNA) che Dio prese per creare la donna, simbolicamente sta a significare che essa è parte dell’uomo, non estranea.
                    La bibbia è un contenitore di simbolismi utili se studiati dal punto di vista psicoanalitico, come può esserlo qualsiasi romanzo o fiaba. Questo però non significa che dobbiamo credere ai fatti che vi vengono narrati, inventati dai sacerdoti per controllare e sfruttare il popolo credulone.
                    Del resto, i capezzoli che l’uomo ancora porta (secondo la mia professoressa di scienze ne abbiamo lieve traccia di diverse altre coppie, sotto, verso il ventre, come molti mammiferi) stanno a testimoniare un’evoluzione (al contrario di quanto affermato nella genesi, ma il significato è quello) del maschio come posteriore a quella della donna.
                    Naturalmente qui ci perdiamo nella notte dei tempi, ben prima della comparsa dei primati.
                    Durante la gravidanza si può notare come l’evoluzione del feto parta sempre da una femmina, l’organo sessuale maschile è successivo ed è un’evoluzione della clitoride. Alcuni organi scompaiono, evolvendosi in altri, quasi il programma scritto sul DNA seguisse precedenti stati, poi abbandonati da una successiva evoluzione, più adatta all’ambiente attuale.
                    Così, il nostro cervello più interno, che presiede alle emozioni ed agli istinti legati alla sopravvivenza antica, è un cervello primitivo (cosiddetto del rettile).
                    Quindi, non dobbiamo vedere uomo/donna come opposti ma come esseri destinati ad integrarsi.
                    Quest’evoluzione è stata a vantaggio della sopravvivenza, ignorarlo sarebbe fatale per una civiltà (purtroppo, sta avvenendo).
                    Ora può essere che una donna si educhi ad abilità più proprie a quelle del maschio, fino a ieri, superandolo in molti settori, ma questo non significa che debba prenderne il posto, secondo una concezione capitalistica: la persona giusta al posto giusto, il più bravo al primo posto.
                    La donna può anche avere capacità di gestione di una società migliori di un uomo ma la sua abilità, attitudine al comando, è sprecata per un’azienda, rispetto a quella che essa può esercitare in famiglia, che porrei al primo posto, in qualunque organizzazione industriale moderna.
                    Viceversa, l’uomo non può sostituire la donna in casa, specialmente nell’allevamento dei figli.
                    Ora uno può ritenere i lavori domestici, umilianti, ripetitivi, poco interessanti. Nulla da obiettare ma si devono fare. Io stesso, come single, pur maschio, li faccio da una vita e non ci vedo nulla di drammatico. Rimane comunque del tempo libero per un’attività intellettuale, personale.
                    L’uomo, oltre a non poter fare figli, non li sa accudire ed educare altrettanto bene, per le competenze che solo una donna può esercitare; ciò nondimeno deve intervenire nell’educazione, per la parte che gli compete, come caratteri di maschio che dovrà trasmettere al figlio e, in altro modo, alla femmina.
                    Ora, specialmente gli ultimi decenni, che hanno visto la donna passare dalla casa al lavoro, come risultato di lotte femministe e di una certa legislazione comunista, si sono rivelati disastrosi per la prole. La società si è disgregata, vive in uno stato di degrado e progressivo sfacelo.
                    Drammatico il calo delle nascite; se gestito in assenza di immigrazione, sarebbe vantaggioso, infatti l’Italia è sovrappopolata di almeno il doppio. La promiscuità degli ultimi anni è paragonabile alla biblica Sodoma e Gomorra, che il diluvio distrusse, per volere divino.
                    Si tratta di leggende, ma è un segno che i nostri progenitori hanno sempre temuto l’avvento dell’omosessualità, che del resto contrassegna la fine di ogni impero giunto a maturità, con un declino irreversibile.
                    La storia insegna.
                    Questa competizione fra uomo e donna, visti come avversari, piuttosto che alleati, è un altro segno di degrado. L’ossessione dell’uguaglianza ad ogni costo, al punto da stabilire, con una certa maniacalità il 50 % per cento in ogni aspetto dell’attività umana, è un segno di follia e di stupidità.
                    Sono tutti fatti che ci fanno meritare l’estinzione.
                    Gli stranieri sono triplicati in 10 anni, oggi sono 6 milioni compresi i clandestini (contemporaneamente gli italiani sono scesi di mezzo milione). Fra dieci anni saranno 15/18 milioni, mentre gli italiani, a causa della loro vecchiezza, saranno scesi di diversi milioni. Un ulteriore decennio e passeranno a 45 milioni, mentre gli italiani saranno ridotti a 15 milioni.
                    Intorno al 2050 il cambio sarà completato: via la vecchia società debosciata e decrepita, in alto la nuova, che, seppure meno sofisticata della nostra e forse proprio per questo, abiterà la nostra penisola, cancellando per sempre anche le vestigia del nostro passato: la mezza luna al posto della madonnina, una gigantesca moschea al posto del Colosseo, ecc.
                    Questi movimenti di sessualismo diversificato che pervade la società fino agli scranni parlamentari ed a quelli vescovili (v. ultimo provvedimento della chiesa inglese), che fine faranno? Non ne rimarrà traccia, sepolta sotto una montagna di pietre.

                      1. “Così, il modello familiare d’elezione è quello che abbiamo ereditato (padre, madre, figli e nonni) eterosessuali, collaudato da milioni di anni, ma un malinteso senso della libertà ce lo ha fatto storpiare, non darà buona genia.
                        Nel mio ultimo articolo ho citato il ruolo attivo del padre, non centrale come quello della madre, almeno nei primi anni.” Continui ad ignorare con le ovvieta ogni elementare buon senso e ogni cosa che è stata detta qua in anni. Il modello “normale” non viene messo in discussione solo perchè viene dato spazio anche ad altri modelli, piuttosto che chiudere gli occhi e guardare come mostri. Davvero se tu riuscissi ad uscire da questa fissazione e riuscissi a capire che è più l’uso strumentale che il capitalismo ha fatto di questa rimessa in discussione dei ruoli, capiresti molte più cose, sarebbe molto più gradevole parlare con te, anche senza che capovolgessi il tuo pensiero, non dico questo. Ma se guardassi oltre invece di appoggiarti alla falsa, storicamente falsa idea, che le cose fossero più efficiente e funzionassero meglio, quanto c’era la dote e la donna aveva solo un destino. No le cose andavano di merda anche prima, a meno che tu non sia di quei machiavellici per cui c’è un ente astratto a cui asservirsi, no, non ce ne facciamo nulla della società “efficiente” se il singolo individuo è oppresso. La donna ha scoperto la leonessa che c’è in lei, chi ha detto, ripeto che nella preistoria non cacciassero? E’ l’uomo che perversamente ha imposto un modello di femmina passiva, rifacendosi ad altri animali, con maggiore dimorfismo sessuale, davvero non ci è dato di sapere quale sia la nostra vera natura, soprattutto adesso che non viviamo più nella giungla.

                        1. ma poi in realtà una cosa come “la nostra vera natura” non esiste dato che è sempre intrecciata con la cultura anche nella giungla

                        2. Poi questa pretesa di definire in cosa è sprecata una donna capace, “no, la donna è molto di più questo è un vile lavoraccio per noi uomini”. Ricordo che le peggiori nefandezza sono state fatte dicendo di dare valore alla donna come ad un fragile vaso di coccio. Questa presunzione protettiva invadente dell’uomo. E se invece è una donna a definire cosa è e non è un uomo? E’ bello? Ma neanche a parlarne.
                          Ah ricordo, sì, sei stato femminista, ma siccome le donne non sono cadute riconoscenti ai tuoi piedi, hai smesso.

                        3. “ma poi in realtà una cosa come “la nostra vera natura” non esiste dato che è sempre intrecciata con la cultura anche nella giungla”
                          Molto interessante qui Paolo.
                          Il discorso attiene al confine, secondo me labile tra parte razionale e parte istintuale, dove si ipotizza che gli animali abbiano una componente istintuale più preponderante. Una cultura istintuale sembra esserci anche in molti animali, per quanto primitiva in effetti, per non parlare della scimmie, chi ci dice che le differenze, in materia di comportamento sessuale tra scimpanze e bonobo non possano essere in parte culturali.
                          Ecco per cultura e parte razionale / software, si intendono comportamenti non innati ma apprendibili, per “natura” (ma la natura è relativa e fenomenica) o istinto si intendono comportamenti innati che non vengono direttamente tramandati da una generazione all’altra se non con il corredo genetico, ora è vero che pare che i genitori degli uccelli possano avere la loro parte nell’insegnare a volare ai loro figli, anche se al più sembra che li aiutano o li accompagnino e questo quando va bene, ma il comportamento del volo è impresso, o forse avviene induttivamente per prova e riprova. Poi il cacciare, il corteggiamento, l’accoppiamento, senza tutto il construtto culturale (nel bene e nel male) e la sovrastruttura degli umani attuali, che varia da un paese all’altro, anche tra quelli “civili” (ad esempio dove è molto meno pronunciato lo stigma sociale verso la donna che prende l’iniziativa al posto dell’uomo, ho letto che ciò avviene più spesso).
                          La mia obiezione al darwinismo sociale è che “natura” è la semplice osservazione di un evoluzione già avvenuta, il resto ovvero comportamenti migliori per la sopravvivenza, sono politica (non dico necessariamente quella di partito o verticistica, ma scelte organizzative della società).

                      1. vabbè..comunque per tua informazione non sono trans e al momento provo attrazione sessuale per le donne quindi sono un comunissimo maschio etero..poi che dal tuo punto di vista io non sia normale ci sta

                    1. Ma come si fa a parlare di degrado portato dalla donna che lavora! Ma siete impazziti! Informatevi sui paesi in cui sono “fissati” con le pari opportunitá, paesi in cui l’economia e il welfare funzionano alla perfezione per tutti, senza distinzioni si sesso (es. Svezia).
                      E poi, chi ha detto che il ruolo della donna é quello di stare a casa a fare la colf e a servire la famiglia: in famiglia si collabora tutti, é necessario condividere le responsabilità… I papà imparino a fare i padri e a non delegare alle mamme.
                      Questi uomini che parlano di ciò che dovrebbero fare le donne é intollerabile.
                      Quanta ignoranza!

                      Le donne non si realizzano dedicandosi totalmente alla famiglia, esattamente come avviene per gli uomini. É sempre stato così e lo sará sempre. Se solo ora le cose sono cambiate (in parte, ancora c’è tanta strada da fare) è perché solo adesso é possibile, in quanto prima ogni realizzazione al di fuori della vita familiare era impensabile e volutamente repressa dalla societá maschile e maschilista.

                      Parlando di sfacelo, pensate alle donne uccise, stuprate, ecc… Questi sono problemi reali.

                      É imbarazzante questo maschilismo, chiusura mentale e ignoranza!

                      1. embè?
                        Attività lecita e salutare, se hai letto qualcosa sulla sessualità.
                        Ti consiglio il libro “Nuove terapie sessuali” della Kaplan, testo del primo anno di psicologia, 1980.
                        Ce l’ho ancora.
                        Esercizi di masturbazione sono usati per la cura dell’eiaculazione precoce.:

                      2. il punto è questo: la vostra giovane età non vi permette di fare raffronti col passato
                        Alla vigilia dei gay pride, primi anni ’90, le manifestazioni pubbliche di omosessualità non accadevano ed erano severamente punite.
                        L’enorme diffusione dell’omosessualità attuale è proprio dovuta all’azione di proselitismo dei gay pride e delle successive manifestazioni..
                        L’omosessualità è appresa in percentuali altissime. Come si apprende parimenti si può dis-apprendere.

                        1. “Alla vigilia dei gay pride, primi anni ’90, le manifestazioni pubbliche di omosessualità non accadevano ed erano severamente punite.”
                          Negli anni ’90? sì, dell 800.
                          E no, veniva punità l’omosessualità e il venirne a conoscenza, non le semplici manifestazioni pubbliche. Esibizione pubblica era solo un termine foglia di fico per intendere qualsiasi indizio di omosessualità che di conseguenza è esibizione, se uno dice ad un amico di essere gay e l’altro dice in giro della sua omosessualità rientra nell’esibizione pubblica?
                          Se si sa che due tipi sono fidanzati, (tralasciando le effusioni, anche moderate, in pubblico), tipo uno presenta il suo “amico” come fidanzato, oppure parlando salta fuori che lo è, rientra nell’esibizione pubblica?
                          Nel caso di una varietà omosessuale effeminata, si rischia, che per esibizione pubblica si intenda il semplice non nascondersi. Quale vigliacca arroganza per dire nascondetevi alla nostra vista, se vi vediamo vi picchiamo.
                          Non vorrei sapere la risposta.
                          Il proselitismo gay come causa della repressione è un altra delle tue inesattezze.
                          Il proselitismo gay è indubbiamente eccessivo ma è un eccesso minoritario credo. Che tu vuoi confondere con il venire fuori senza vergognarsi, l’unione di gay più antiomofobi fa la forza, caro mio. Non è un “diventate gay, è bello e trasgressivo” ma semplicemente “non vergognatevi, non abbiate paura”.
                          Sono tutte reazione che plausbilmente senza l’oppressione nei loro confronti non ci sarebbero state. Per quanto ti ripeta che tu metta il carro davanti ai buoi tu continui.
                          Però perchè tu non mi possa accusare della stessa cosa, prenderò in esame i casi, che ritengo minoritari di omosessualità per emulazione e non per condizione personale.
                          In ogni caso non rischiamo l’estinzione per questo, è sempre un fatto minoritario e ci sono sempre stati. Due individui adulti consenzienti possono fare sesso o farsi vedere insieme, che saperlo ti disturbi o no, preferiresti fare finta di non vedere. Semplicemente non risponde alle tue fantasie vedere due uomini che di baciano. Ma non dire che è perchè temi la malattia e l’emulazione.
                          Forse lo riterrai anche tu un caso a parte, ma spero che non ritenga che i bambini vittime di abusi, (da preti ma non solo) siano diventati gay.

                    2. Gianni e Giovanni sono la stessa persona, ho cliccato su un menù a discesa, sbagliando.

                      Nath:
                      “gli asessuali sono coloro che , come te, non sono sessualmente attivi.”

                      Sono sessualmente attivo, mi masturbo.

                      Antome:
                      “Ricordo che le peggiori nefandezza sono state fatte dicendo di dare valore alla donna come ad un fragile vaso di coccio. Questa presunzione protettiva invadente dell’uomo. ”

                      Nell’articolo dove mi firmo Gianni, ho prospettato una condizione femminile domestica ben diversa dal passato, con innovazioni importantissime!

                      Antome:
                      “Ma se guardassi oltre invece di appoggiarti alla falsa, storicamente falsa idea, che le cose fossero più efficiente e funzionassero meglio, quanto c’era la dote e la donna aveva solo un destino. No le cose andavano di merda anche prima, a meno che tu non sia di quei machiavellici per cui c’è un ente astratto a cui asservirsi, no, non ce ne facciamo nulla della società”

                      Mi stai descrivendo una società anteguerra, sulla quale sono contrario anch’io, io invece, nell’articolo suddetto, ho prospettato una rivoluzione civile, quasi, tutta a vantaggio della donna e della società.

                      Antome:
                      “La donna ha scoperto la leonessa che c’è in lei, chi ha detto, ripeto che nella preistoria non cacciassero? E’ l’uomo che perversamente ha imposto un modello di femmina passiva, rifacendosi ad altri animali, con maggiore dimorfismo sessuale, davvero non ci è dato di sapere quale sia la nostra vera natura, soprattutto adesso che non viviamo più nella giungla.”

                      Non ho assolutamente detto questo, mi attribuite modelli che non ho neanche pensato.

                      Paolo:
                      “ma perchè solo madre. Perchè anche papà assieme a mamma non può occuparsi dei figli visto che sono stati voluti da entrambi? E una donna che lavora può essere una madre buona o meno buona quanto una che sta a casa, mi creda”
                      Se rileggi, anche questo ho affermato, sono d’accordo.

                      Antonella:
                      “Ma come si fa a parlare di degrado portato dalla donna che lavora! Ma siete impazziti! ”

                      Più precisamente ho affermato che ciò accade per l’assenza della donna dalla famiglia.
                      La donna che lavora può essere sostituita, la donna madre, educatrice, casalinga, sposa, ecc. tenendo conto dei cambiamenti paritari subentrati negli ultimi decenni, anche in famiglia, no.

                      “E poi, chi ha detto che il ruolo della donna é quello di stare a casa a fare la colf e a servire la famiglia: in famiglia si collabora tutti, é necessario condividere le responsabilità… I papà imparino a fare i padri e a non delegare alle mamme.”
                      E’ quello che affermo, esprimendomi diversamente, nel mio articolo firmato Gianni.
                      Siamo più vicini di quanto non sembri.

                      “Informatevi sui paesi in cui sono “fissati” con le pari opportunitá, paesi in cui l’economia e il welfare funzionano alla perfezione per tutti, senza distinzioni si sesso (es. Svezia).”

                      Certo, ma sono paesi protetti geograficamente (molto a nord) e a basso numero di abitanti (meno di 10 milioni) quindi più facili da gestire, mai colpiti da guerre e con molte risorse naturali che permettono loro di conseguire alti redditi.
                      Nonostante ciò l’immigrazione è al 12%, più che da noi.
                      Sono isole fortunate, da non prendere come paragone; non è escluso che la crisi raggiunga anche loro.

                      “Le donne non si realizzano dedicandosi totalmente alla famiglia, esattamente come avviene per gli uomini. É sempre stato così e lo sará sempre.”

                      Non ho mica detto che debbano fare famiglia. Libere di dedicare la loro vita alla carriera ma fare le due cose non riesce bene.

                      “Parlando di sfacelo, pensate alle donne uccise, stuprate, ecc… Questi sono problemi reali.”

                      Nulla da ridire, io sono per la pena di morte e la castrazione.

                      A conclusione posso dire:
                      Essendo vecchio, ho visto tutti i modelli di famiglia succedutesi in oltre mezzo secolo (dai figli dei fiori a Nomadelfia); quello che conta è il risultato finale. Società (im)perfetta ma destinata a finire ben presto.
                      Chi vivrà vedrà

                        1. embè?
                          Attività lecita e salutare, se hai letto qualcosa sulla sessualità.
                          Ti consiglio il libro “Nuove terapie sessuali” della Kaplan, testo del primo anno di psicologia, 1980.
                          Ce l’ho ancora.
                          Esercizi di masturbazione sono usati per la cura dell’eiaculazione precoce.:

                        2. Qui sono d’accordo con giovanni, sulla masturbazione ;).
                          Sì è vero ora ricordo che comunque l’idea di famiglia che proponi è più moderna e libertaria, nulla in contrario, se non c’è alcuna costrizione. Di questo te ne rendo atto, forse era solo uno stimolo a che lo rifacessi presente, ma ho esagerato un po’.
                          Poi secondo me la
                          Ti chiederei di lasciar fuori il discorso della crisi perchè è evidente che è un fatto del tutto innaturale che riflette la schizofrenia della finanza, e la schiavitù nei confronti di un paradigma che crea una dipendenza psicologica da risorse finanziarie, di cui dispongono in pochi, completamente scollate dal discorso delle risorse effettivamente presenti. Lo dimostra il fatto che la finanza può comprare 8 volte la ricchezza mondiale, mentre la moltitudine non ha nemmeno la quantità di denaro che rappresenta il valore delle merci che produce. Cosa produce questo, sudditanza schiavitù, e governi che fanno pagare chi ha già pagato, pavidi con chi è potente.
                          Obietto anche come al solito alla solita contrapposizione carriera famiglia, se per carriera intendiamo anche il dare un notevole contributo con la propria abilità e la propria intelligenza, d’altronde anche gli uomini potranno dividersi il compito. Non so, Margherita Hack ha anche figli.
                          Furbi gli uomini, dicono che la donna può fare bene i compiti che un tempo erano solo loro, ma se si tratta per l’uomo di emulare le capacità educative femminili “sono insostituibili, per una volta mi conviene dire che loro sono superiori, tornino a casa, che è quello che sanno fare meglio, come un uomo, in quanto inferiore non potrà mai”.
                          Possiamo provare ad immaginare tecnologie superiori, robotizzazione IA, investiamo in questo, magari ci si potra dedicare di più entrambi a svago e famiglia, pensiamo in positivo e non solo all’avanzata musulmana paventata. Anche con l’aiuto del professorino, magari anche trans.

                    3. Nella cosa che citi, comunque non mi riferivo a te, ma all’uomo nei secoli, mi scuso se ho dato quell’impressione, ma volevo sgombrare il campo.

                      1. Tanto la Hack, quanto la Montalcini sono state due scienziate altissime.
                        La Hack non ha avuto il nobel ma decenni di carriera l’hanno resa famosa, proprio perchè donna, quindi spesso intervistata perchè persona rara in un campo di studi prettamente maschile. E diciamolo, poi, i maschi sono i veri guardoni.
                        Non si può dire che l’astronomia sia competenza solo maschile giacchè un campo affine, l’astrologia – roba inventata – non scientifica, è dominio di donne, per gli oroscopi.
                        Due parole che si somigliano e spesso confuse dalla gente ma completamente diverse.
                        Per l’astronomia, infatti, devi guardare il un telescopio; per l’astrologia, nelle tasche del cliente, dopo avergli fatto domande trabocchetto, per farti dire le cose che gli si ridiranno sotto altra forma.
                        Che succede, senza la Montalcini non avremmo scoperto N.G.F., il fattore di crescita delle cellule nervose?
                        No, qualcun altro l’avrebbe fatto. Si tratta solo di attendere l’evoluzione tecnologica degli strumenti di ricerca (il qualità di tecnico di laboratorio elettronico e calibratore di strumenti, conosco l’importanza dell’innovazione tecnologica per il progresso nelle ricerche).
                        Per fare un esempio, Marconi e Popov (russo), sul finire del xix sec. si sono contesi la scoperta della trasmissione delle onde radio, poi attribuita a Marconi, stessa cosa per il telefono fra Meucci e Bell. E ancora per la scoperta del virus dell’AIDS, poi attribuita al francese Luc Montagnier, nel 1983.
                        Centinaia i casi di scienziati che si contendono il primato di una scoperta.
                        Ne segue che non ha importanza il nome dello scopritore ma lo stato della scienza che precede sempre una scoperta importante.
                        Come dire che la pera cade quando il frutto è maturo.
                        Da qui l’irrilevanza del genio femminile (o di chiunque altro se preso a se) in una certa scoperta, ve ne sarebbe stato di lì a poco uno maschile.
                        Ribadisco: se c’è il maschile ed il femminile, dopo milioni di anni di evoluzione, non sarà l’ideologia femminista a mettere in forse la scelta migliore per il funzionamento di una famiglia, l’ha già “brevettata” la natura in 4 miliardi di evoluzione della vita.
                        La dimostrazione che la donna che passa dalla casa al lavoro, mettendo in crisi l’identità e la funzione del maschio, entrando in competizione con lui, non sia la scelta migliore per una società, lo dimostra il calo delle nascite e l’avvento di nuove organizzazioni sociali (immigrati), dove questi meccanismi non sono stati manomessi dalle ideologie.
                        Quindi, secondo il programma che ho sopra esposto, è possibile migliorare le condizioni della donna che lavora in casa, alleva figli, lasciando all’uomo il lavoro fuori.
                        Non è svantaggioso per la donna, potendo lasciarle, grazie a servizi sociali efficienti, anche parecchio tempo libero per curare amicizie, per le sue attività intellettuali, es. di scrittrice o per incarichi sociali all’interno della sua comunità.

                        1. “Quindi, secondo il programma che ho sopra esposto, è possibile migliorare le condizioni della donna che lavora in casa, alleva figli, lasciando all’uomo il lavoro fuori.”
                          Approvo, e magari più governi (sedicenti conservatori non lo fanno) purchè su base volontaria e ripeto (non l’ho detto spesso, l’ho ammetto) che ritengo questo un lavoro nobilissimo, sia per l’uomo che per la donna. Forse ci vorrebbe una campagna fatta molto delicatamente che lasci intendere in maniera non cattolica paternalista, catastrofista come fai tu, (con pretese di obiettività) che la donna può scegliere, e che la casalinga non è niente di dequalificante. I tuoi modi non sono più adatti, e se cerchi di lasciare intendere che è tutta una perversione del femminismo e che quelli sono i doveri della donna, è il modo migliore perchè ti mandino a fanculo e si eviti come la peste il mestiere di casalinga, associandolo a te.
                          La natura è caos, a volte fa delle scelte sbagliate, che portano all’estinzione, dobbiamo assolutamente filtrare con l’intelletto. Di conseguenza non si può imporre per legge ciò che è (o si presume) giusto dal punto di vista della specie a scapito delle scelte dell’individuo. Vero è che forse è un quacosa che si deve fare per l’ambiente, ma secondo me non si può fare per ciò che non riguarda la convivenza civile, il rispetto reciproco, pena una società caserma.
                          Al di la della rilevanza militare, figliare come conigli non nemmeno la cosa più intelligente da fare, nemmeno per i musulmani o altri immigrati, perchè può concretizzare la crisi malthusiana di risorse.
                          “Che succede, senza la Montalcini non avremmo scoperto N.G.F., il fattore di crescita delle cellule nervose?
                          No, qualcun altro*/a l’avrebbe fatto”
                          fixed 🙂
                          Poi sì è stata intervistata anche per quello che dici, ma prima di tutto per la sua scoperta, gliene vuoi fare una colpa?
                          Non so quanti se possiamo mettere qui però, può essere che l’abbia semplicemente scoperto per primo per questione di pochi anni, dipende da quanto la scoperta sia figlia di un ragionamento unico o raffinato, non ci è dato di sapere. Però ho spesso sostenuto anch’io che certe scoperte dipendono dal progresso scientifico. E comunque ho molte riserve sul funzionamente del brevetto.

                          So che serve alla tua posizione politica, prima si diceva che una donna non poteva sostituire l’uomo nei suoi campi tipicamente maschili (autodelimitati dagli stessi uomini), per incapacità, ora che non si può negare il contributo femminile, si cerca di sminuirlo dicendo che un uomo avrebbe potuto sostituirla, e meglio una donna in più che fa 3 figli, e una in meno da scienziato (tanto un uomo la sostituisce) che una donna in più scenziato e però senza figli, ora però è falso dilemma (o almeno sempre di più). La hack però ha anche figli. E proprio per la natura diversa dell’oggetto scientifico astronomia e astrologia non hanno paragoni, come hai brillantemente illustrato. E comunque diverse donne ci sono anche al Cern.

                    4. ho saputo che nel PD ci sono donne in lista per il 40%, ma si parla di quote simili anche in apparati direttivi dello stato e aziende private.
                      Credo sia stata approvata anche una legge sulle quote, per cui un imprenditore è obbligato ad assumere donne in percentuali assai alte, pari a quelle maschili o lì vicino.
                      Vero che ci sono state parecchie rimostranze, ribattezzate come omofobe, contro gay pride ed altre manifestazioni. Nonostante ciò nulla è stato accolto. Di fatto c’è un trend di accettazione di “diritti” quasi senza discuterne.
                      C’è, di conseguenza un clima di rassegnazione.
                      Pertanto, per i due fenomeni, si può dire che c’è un’accettazione e approvazione da parte delle autorità su tutta la linea. Le promesse elettorali oggi sono in linea con queste richieste, anzi, c’è una specie di gara a chi ne fa di più.
                      Con una eventuale legge sull’omofobia (che sarebbe anticostituzionale, contro il diritto di opinione) l’opera sarebbe completa.
                      Per questo non ci resta che aspettare e leggere le statistiche sempre più alte di scomparsa degli italiani, per decremento demografico, per passaggio all’altra sponda e per immigrazione.
                      Auguri!.

                    5. Sempre nella ricerca del proprio genere, sulla quale si basa questo blog, possono essere utili gli articoli che seguono, tenendo presente che spesso non è possibile vedere se stessi, essendo noi condizionati dai nostri giudizi su di se.
                      Come se un microscopio potesse vedere se stesso.
                      Per questo uno psicanalista non può analizzare se stesso in modo obiettivo. Tuttavia, l’autoanalisi fu praticata dallo stesso Freud, in quanto non vi erano psicoanalisti disponibili, lui è stato il primo, come fondatore della psicoanalisi.
                      Analogamente, la ricerca cui accennavi, Antone, che lo stesso Nath sostiene, è illusoria, non possiamo trovare chi realmente siamo attraverso noi stessi; occorre misurarsi col mondo esterno. Saranno gli altri a dirci chi siamo.
                      Io, il mio punto di vista su Nath già l’ho detto e non voglio ripeterlo, per non irritarlo, lui lo sa.
                      Poi ci saranno altri che diranno di lui a lui.
                      Gli articoli che seguono mostrano come sia complessa la psicologia della donna e come sarebbe opportuno non averne a che fare.
                      Non sei mai sicuro di nulla e, se ti comporti bene verrai pure mazziato.
                      Uno dovrebbe essere uno stronzo o dintorni, per andare bene, ma a me non va di farlo, quindi sono rimasto single.

                      CORRIERE DELLA SERA psicologia
                      Narcisismo, impulsività e «machiavellismo» fanno breccia. Il rappresentante tipico è James Bond

                      MILANO – L’avevamo sempre sospettato e adesso la scienza lo conferma. La cattiveria paga, almeno con le donne. Secondo uno studio condotto da ricercatori internazionali guidati dallo scienziato Peter Jonason, della «Mexico State University» di Las Crucis e ripreso dal settimanale New Scientist sarebbero proprio gli uomini «cattivi» ad attrarre il maggior numero di donne. Il motivo? Una triade di caratteristiche psicologiche negative come il narcisismo ossessivo, l’alta impulsività e l’abilità nell’essere manipolatori e machiavellici renderebbe gli uomini stile James Bond fortemente affascinanti tanto che anche le donne più belle non riuscirebbero a resistere

                      TRIADE NEGATIVA – I cattivi non solo appaiono più seducenti alle donne, ma hanno anche una vita sessuale più intensa: «Lo studio conferma – ha spiegato il professore Jonason al New Scientist- che persone con queste tre caratteristiche possono rappresentare una strategia evolutiva di successo». Lo studio ha preso in esame i test condotti su duecento studenti universitari nei quali erano evidenziati i tre tratti psicologici negativi. Ai ragazzi tra l’altro sono state formulate diverse domande sulle loro abitudini sessuali e sul numero di partner che avevano avuto nella loro vita. Infine essi hanno dovuto chiarire se preferissero storie brevi o relazioni stabili. I risultati della ricerca, presentata nel corso di un convegno della «Human Behavior and Evolution Society» a Kyoto in Giappone, ha confermato che gli studenti con i tre tratti psicologi negativi più marcati erano anche quelli che avevano avuto nella loro breve vita più partner sessuali. La maggior parte dei «ragazzi cattivi» ha del resto ammesso di preferire relazioni brevi, ma intense a lunghi rapporti monogami.

                      IL PROTOTIPO DI UOMO CATTIVO – Il cinema ci ha offerto diversi personaggi che si avvicinano a questo prototipo di uomo «cattivo», da James Dean a Jean Paul Belmondo, ma secondo il professor Jonason James Bond è quello che meglio rappresenta questo tipo di persona, perché racchiude in sé tutti e tre i tratti psicologici negativi: «Egli è chiaramente antipatico, ma è molto estroverso, ha un’estrema curiosità, uccide le persone e ha sempre tante donne» conferma Jonason. Lo stesso studioso afferma che le persone che nella vita reale sono simili a James Bond, seducendo una donna dopo l’altra, avranno un’intensa vita sessuale e naturalmente avranno più possibilità di avere figli. Tuttavia, date le loro caratteristiche negative, sfuggiranno sempre all’idea di diventare padri. Uno studio parallelo, condotto su un campione di 35 mila persone in 57 paesi dallo scienziato David Schmitt della «Bradley University» di Peoria, nello stato dell’Illinois (Usa) confermerebbe le intuizioni di Jonason. Lo studio dimostrerebbe il legame tra le tre caratteristiche negative e il successo riproduttivo negli uomini. «Nelle diverse culture è universalmente riconosciuto che gli uomini che possiedono questi tre tratti psicologici negativi hanno più possibilità di accoppiarsi» afferma Schmitt. «E di riuscire ad avere tante brevi relazioni con diverse donne». Francesco Tortora

                      http://www.seduction.net/defaultf.htm

                      La seduzione secondo lo psicanalista
                      Perché piacciono i “mascalzoni”?
                      del prof. Fausto Antonini

                      Un proverbio negro-americano recita: “il peggiore fa battere il cuore alle ragazze”. Per quanto possa suonare provocatorio, il proverbio riflette una situazione niente affatto lontana dalla realtà. Se siete perbene, magari con un buon posto di lavoro, perfino di bell’aspetto, ma soprattutto buoni d’animo, beh, troverete spesso difficoltà a far innamorare una donna di voi. E questa condizione sembra in qualche modo essersi accentuata negli ultimi tempi. Recentemente ho avuto occasione di conoscere un giovane decisamente bello, secondo i più comuni canoni estetici, che aveva un problema quasi incredibile: molte donne si innamoravano di lui, anzi aveva soltanto l’imbarazzo della scelta, ma dopo poco tempo egli veniva lasciato dalla girl-friend di turno. Come mai? Che cosa turbava le ragazze al punto di indurle a interrompere il flirt? Avendo studiato il caso da un punto di vista psicologico, posso affermare che era sicuramente il fatto che questo giovane non sembrava avere talloni d’Achille. Era molto piacente, intelligente, aveva un buon lavoro, in altre parole era una persona serena e abbastanza realizzata. Questo appena descritto è il primo caso. Quello del desiderio, spesso neppure troppo nascosto, che molte donne provano nel voler far soffrire gli uomini. Tale sofferenza diviene parte integrante del loro godimento e ricordo, in proposito, una ragazza che entrava in depressione se il suo fidanzato non piangeva, a causa sua, almeno due volte a settimana. Ecco allora il limite del “bello” in questione: non soffriva quanto le sue innamorate pensavano dovesse soffrire. Non aveva appunto quegli handicap sui quali riversare tutto il loro “sadismo riparativo”. Non è infatti raro che alcune donne sognino uomini malati o mutilati (simbolo di castrazione) e si immaginino nel ruolo di consolatrici. Possono curali ed accudirli. Al contrario, il giovane di cui parliamo, sano e bello, non solo non aveva bisogno di cure di questo tipo ma poteva piacere ad altre, essere concupito e creare, di conseguenza, continua insicurezza alla partner.

                      Poi vi è un secondo caso. Appunto quello del cosiddetto “mascalzone”. Molte donne sono represse e hanno dunque bisogno di trasgredire, di violare le regole, di andare contro-corrente e, spesso, molto di più di quanto comunemente si creda. Del resto, lo stesso femminismo è stato, nel suo complesso, un immenso fenomeno, in parte salutare ma in parte paranoico, di esercitare un’azione contro-corrente e trasgressiva. Ebbene accade che spesso le donne preferiscano che sia l’uomo a trasgredire, piuttosto che trasgredire in prima persona. Cosi come che non disprezzino un certo tipo di violenza morale per potersi sentire non colpevoli del primo rapporto e di altri rapporti ancora.

                      Il “MASCALZONE”, nell’inconscio femminile assume dunque i contorni di un eroe. Un eroe che “uccide” simbolicamente figure materne e paterne. Un eroe negativo che non crede né nella società né nelle sue regole. In una figura del genere, la donna vede appagato sia il masochismo (specialmente se il compagno o l’uomo desiderato è violento e brutale) sia il sadismo che si soddisfa nella costante situazione di precarietà e di pericolo in cui il “mascalzone” si trova. Inoltre il “mascalzone”, ovviamente, stimola la curiosità ed una certa tendenza all’avventura molto più di una persona tranquilla ed affettuosa. E questo dell’emozione è un punto molto importante per la donna. Non è raro che essa rifiuti proprio l’uomo che non le dà insicurezza, che non le dona forti emozioni. Gli avvocati matrimonialisti sanno che separazioni e divorzi sono molto comuni anche in coppie che vanno d’accordo ma che hanno esaurito -per così dire- la loro carica di libido. Spesso più comuni che in coppie che invece litigano in continuazione.

                      Si potrebbe dire, insomma, riprendendo un tema molto caro a molti scrittori (peraltro uomini) che la donna rimane per molti versi misteriosa e che la pericolosità di una relazione la fa vibrare, la fa sentire importante, turbata, creativa, o forse addolorata, ma sempre emozionata di fronte allo scontro tra quelli che comunemente si definiscono male e bene.

                      1. ‘penso che le figure qui descritte non siano “malvage” in sè e affascinano di fatto anche gli uomini..se poi si vuole mettere sotto accusa l’immaginario cinematografico io non sono d’accordo.
                        Comunque il Bond di Daniel Craig è una forza!

                        1. poi ste ricerche sui gusti delle donne e degli uomini riguardo l’altro sesso mi lasciano sempre perplesso

                    6. “Analogamente, la ricerca cui accennavi, Antone, che lo stesso Nath sostiene, è illusoria, non possiamo trovare chi realmente siamo attraverso noi stessi; occorre misurarsi col mondo esterno. Saranno gli altri a dirci chi siamo.
                      Io, il mio punto di vista su Nath già l’ho detto e non voglio ripeterlo, per non irritarlo, lui lo sa.”
                      Mi spiace, non sono d’accordo, siamo parte in causa nel dire noi chi siamo dato che l’apparenza inganna e la percezione degli altri varia secondo la cultura, più o meno veritiera e le scoperte che si fanno, buonanotte se si doveva lasciar dire agli uomini bianchi, chi fossero le donne e i neri, per esempio, quello che dici in seguito sulle donna dimostra che non si può affidare ad un altro qualunque la definizione del sè.

                    7. Paolo:
                      “se poi si vuole mettere sotto accusa l’immaginario cinematografico io non sono d’accordo.”

                      James Bond è un personaggio esagerato ed antipatico, inventato da un romanziere; è poco più che un fumetto. Ritengo che alle donne piaccia l’attore, non il suo ruolo, ma è probabile che i suoi modi di conquistatore siano pure bene accetti, più nella fantasie delle donne che nella realtà.
                      Come dire che vorrebbero essere trattate in quel modo ma nel reale rifiuterebbero.
                      Credo che nella psiche ci siano due strati di desideri, uno coincidente con le nostre convinzioni razionali, l’altro più istintivo, che spesso contrasta con le prime.
                      Ecco, per dire, a una femminista piacerebbe, vedendo il film, identificarsi nella partner di James Bond… mai o farebbe nella realtà.
                      Avendo vissuto il periodo femminista, di questa dicotomia ne ho avuto un saggio nei miei tentativi di corteggiamento. Si parlava a quel tempo (anni ’70) di “liberazione o rivoluzione sessuale”; in realtà, nei collettivi femministi si progettava una nuova donna protagonista, intraprendente anche sentimentalmente e sessualmente, di fatto, per delle donne ormai adulte, era assai difficile comportarsi secondo certe idealità.
                      Ti ritrovavi la donna di sempre, la cui sessualità era come il denaro per l’uomo, da spendere con molta accortezza, ma anche potere sull’altro.
                      Il modello James Bond è raro da trovare, si tratta di fantasie di maschi, come quelle che si raccontano al bar, di ritorno dalle vacanze.
                      La donna può essere disposta a concedersi ma mai facilmente o gratis.
                      All’uomo piace comportarsi secondo un certo clichè: detto in due parole, fottere e scappare.
                      Questo, però, non è il modello imposto dalla natura (è recessivo), perchè di mezzo c’è la gravidanza.
                      Solo il maschio che si occupa della sopravvivenza della figliolanza trasmetterà i suoi geni.
                      Chiaro, dunque, che i personaggi come J.B. sono del tutto negativi, da un punto di vista sociale, come pure negativi sono gli effetti di certi video-giochi violenti.
                      La sovraesposizione a quei video e la mancanza di una vita sociale (= confronto con la realtà), può generare qualcuno di quei mostri che si armano e vanno a sparare nelle scuole o nei supermercati.

                      Paolo:
                      “poi ste ricerche sui gusti delle donne e degli uomini riguardo l’altro sesso mi lasciano sempre perplesso”
                      “non credo neanche che machiavellismo, narcisismo eccetera siano esclusiva maschile”

                      Io le considero invece molto valide, se sono fatte con criteri scientifici, perchè servono ad abbattere molti pregiudizi, miti e leggende metropolitane.

                      Sul narcisismo ecc. sono d’accordo, anzi, ritengo che la donna sia più capace in tal senso, nel manovrare l’uomo.
                      Anche sulla presunta sensibilità, intuizione ecc. della donna ho molti dubbi… spesso trovi in giro certe capre!
                      Dipende, possono essere molto dure, proprio perchè, si dice, orientate al pratico, e può scattare un loro interruttore “on-off” in qualsiasi momento.

                      Antone:
                      “Mi spiace, non sono d’accordo, siamo parte in causa nel dire noi chi siamo dato che l’apparenza inganna e la percezione degli altri varia secondo la cultura, più o meno veritiera e le scoperte che si fanno”

                      Ok, ma perchè allora parli della ricerca del proprio genere? Evidentemente non appare a se stessi così chiara.
                      Socrate affermava: “conosci te stesso” come supremo grado di conoscenza.
                      Significa che noi, in realtà, non ci conosciamo a fondo, oppure riteniamo di conoscerci, tant’è che spesso rimango stupito di come alcuni, parlando di se, dichiarano difetti o qualità, che non corrispondono al loro comportamento reale, del quale non sono consapevoli per vari aspetti.
                      D’altra parte ti accorgi abbastanza presto (tutto dipende dalle qualità recitative di una persona) quando qualcuno vuole che gli altri prendano atto di un certo suo modo di essere, che vorrebbero affermare, e che invece stride o cede quando si va alla prova dei fatti.

                      1. “Chiaro, dunque, che i personaggi come J.B. sono del tutto negativi, da un punto di vista sociale”

                        i giudizi moralistici o sociologici sui personaggi letterari o cinematografici più o meno pop non mi appartengono. James Bond come personaggio funziona (ripeto: quello di Craig è strepitoso!) e tanto mi basta. Che poi una “femminista” fantastichi un’avventura con un uomo simile può essere, ma non vedo cosa ci sia di male

                    8. Sulle donne come ho detto conosco diverse “eccezioni” che probabilmente stanno diventando (o possono diventare la donna) vedi il mio amico appunto. E’ vero Giovanni, spesso ci sono cose che si vedono meglio da fuori e anzi è meglio spesso un giudice esterno, però se questo giudice è ignorante, meglio ascoltare sè stessi. Non so quanto in alcuni casi la disforia di genere possa essere autoconvinzione, senso di inadeguatezza rispetto ad un immagine esterna, a cui il sessismo ha comunque contribuito con la rigidità dei ruoli, che si vuole adequare chirurgicamente, fattostà che il problema “cervello del sesso opposto” non è dismissibile così, credo, su certe cose bisognerebbe stare zitti non potendo capire cosa si provi e cosa viva chi ha la sfortuna di incorrere in tali disagi, è facile dire curati “è una malattia psicologica e un vizietto”, banalità paternalistiche che aggiungono davvero poco. Se si vuole fare una seria ricerca sull’idea di poter uscire da un tale disagio, bisogna mettere da parte tutti i pregiudizi ed il disprezzo di cui si è capaci e su cui negli anni ci si è crogiuolati, solo per cercare presunte conferme scientifiche di quanto la cosa sia deviante, e contribuire veramente, senza disprezzi antidiluviani e strali sui vizi della società moderna, alla ricerca sulla causa di questa disforia ed ad un eventual via d’uscita indolore.
                      Ci si può risparmiare quindi, con tutto rispetto, davvero :), l’ovvietà “se ha il cazzo è un uomo, se ha la figa è una femmina” ovvio che non è così semplice in casi come questi.
                      A meno di non ritenere il maschio un enorme cazzone dalla testa ai piedi che se non educato va con ogni cosa che si muove (e con certi, che si ritengono pure grandi machi, rigorosamente omofobi, non si sbaglia di molto), visto che nemmeno gli animali sono così. Sindrome da transfert?
                      E’ vero in certi casì si tratta dell’espressioni di dominanza, sebbene in certi animali sono registrati comportamenti omosessuali continuativi, ma sempre di una forma di omosessualità si tratta e non sempre nel campo umano è espressa in una forma di dominio, anzi c’è lo scambio di ruoli.

                    9. qualcosa che gli adottati da due maschi non possono fare:
                      http://www.youtube.com/watch?v=sQcQ99hkCtM&feature=share

                      buone abitudini apprese da bambini, prevenzione dall’omosessualità:
                      http://www.youtube.com/watch?v=ElOXCtipxQI&NR=1

                      ecco, visto che vi preoccupa tanto, in fase di separazione fra coniugi, dei bisogni del bimbo, come mai questa domanda non se la pongono nel caso di adozioni omosessuali?
                      Che colpa ha un bimbo per essere assegnato a due omaccioni che si sbattono fra loro, privandolo dell’esperienza insostituibile di una mamma?
                      E’ per questo che tali adozioni genereranno altri omosessuali, solo il 5% diventeranno etero; sostanzialmente percentuali invertite.

                      http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=E31_c27Lb-w

                      Antone:
                      sebbene in certi animali sono registrati comportamenti omosessuali continuativi,

                      il ciclo sessuale degli animali, di una o più volte l’anno, è legato alla produzione di ormoni a loro volta influenza da fattori ambientali stagionali, in coincidenza dei quali si attivano determinate ghiandole.
                      Per questo un comportamento continuativo non è possibile.
                      Quando una femmina sceglie un partner, gli altri contendenti possono avere comportamenti omosessuali legati all’espulsione degli ormoni non più utilizzabili.
                      Una volta che la femmina è gravida, cessa di emettere quegli odori che eccitano il maschio, di conseguenza, questi, cessato lo stimolo le ghiandole smettono di produrre ormoni.
                      La matura non spreca, tutti gli allevatori sanno che far accoppiare uno stallone inutilmente, stressa l’animale, se poi è un campione sportivo gli viene proibito ogni accoppiamento.
                      Solo a fine carriera rimane disponibile per le fecondazioni con cavalle di razza.

                      Antone:
                      fattostà che il problema “cervello del sesso opposto” non è dismissibile così, credo,

                      Questa teoria del “cervello di donna in un uomo” è stato uno dei tentativi fantasiosi per giustificare l’origine dell’omosessualità innata.
                      Non esiste il gene dell’omosessualità; quindi è un comportamento appreso e, come tale, si può disimparare. Ora, se un non vuole non lo si può obbligare a curarsi ma, sia chiaro, nessuna concessione al mondo dell’omosessualità.
                      I “diritti” non esistono, sono inventati, pretese; non vanno concessi, si devono contentare di quello che hanno, senza molestare il resto della società.

                      Ci sono differenze nelle circonvoluzioni e nelle diverse aree fra il cervello del maschio e della femmina, anche differenze notevoli di dimensioni e peso.
                      Un cervello di omosessuale è del tutto uguale al cervello maschile, fatta eccezione per le aree del piacere. Se l’abitudine ai rapporti anali è consueta, finisce per sviluppare alcune connessioni corrispondenti a quelle aree del piacere sessuale che si sono spostate per l’uso particolare che si fa di un certo organo e, neuroni a parte, si sviluppa tutta un’attività psichica legata all’affettività omosessuale.
                      Si tratta quindi di modificazioni minime, legate al comportamento, modificabili.
                      Analogamente, chiunque abbia una forte dipendenza da una qualche abitudine (tabagismo, etilismo, tossicodipendenza, ludopatia (gioco d’azzardo, giochi in internet), sport pericolosi (bisogno di forti emozioni), ecc. sviluppano analoghe aree.
                      La donna ha una più vasta area legata al linguaggio, rispetto all’uomo, probabilmente dovuta alla necessità di interloquire con la prole e con altre donne per solidarietà fra mamme. Un omosessuale, non ha quest’area sviluppata, perchè maschio.
                      E’ noto che i traduttori istantanei solo per lo più donne e comunque più brave dei colleghi maschi.

                    10. “ecco, visto che vi preoccupa tanto, in fase di separazione fra coniugi, dei bisogni del bimbo, come mai questa domanda non se la pongono nel caso di adozioni omosessuali?
                      Che colpa ha un bimbo per essere assegnato a due omaccioni che si sbattono fra loro, privandolo dell’esperienza insostituibile di una mamma?”
                      Quello di cui parli avviene anche con le ragazze madri per assenza del padre, per quanto posso capire che la madre sia più importante, specialmente nella primissima parte della vita.

                      “E’ per questo che tali adozioni genereranno altri omosessuali, solo il 5% diventeranno etero; sostanzialmente percentuali invertite.”
                      Semplicemente questa è una tua illazione. Il video che hai postato non c’entra niente comunque.

                      Per quanto riguarda gli animali, non preoccuparti tutto sta nel capire chi tra noi e te dica castronerie, perchè chiaramente se la base è quella puoi tranquillamente ricamarci sopra la tua teoria.
                      “Questa teoria del “cervello di donna in un uomo” è stato uno dei tentativi fantasiosi per giustificare l’origine dell’omosessualità innata.”
                      Non hai capito è ovvio che l’omosessuale (e tu sei ossessionato specialmente da quelli maschi) non ha il cervello di donna, si parla delle trans. Per quanto forse non genetica sembrerebbe essere una tendenza che precede il presidio volontario di questa pulsione, è un qualcosa di davvero misterioso vista la sua incidenza e relativa rarità nei contesti educativi più disparati e spesso diametralmente opposti. E’ un qualcosa che sembra trascendere il dualismo (spesso culturale) genetica – cultura. Per citare una frase di Serious man “accetti il mistero”, almeno finchè non verrà fatta più luce.
                      Certo anche la droga spesso si trova nei contesti educativi più disparati, mi dirai, ma quello è evidentemente un vizio non innato, è complesso il discorso, di solito vengono esclusi dall’innatismo i comportamenti complessi. Secondo me l’omosessualità non è nemmeno un vizio o un sintomo di depravazione, è incredibile che ancora stiamo a questo.
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                      “Ora, se un non vuole non lo si può obbligare a curarsi ma, sia chiaro, nessuna concessione al mondo dell’omosessualità.
                      I “diritti” non esistono, sono inventati, pretese; non vanno concessi, si devono contentare di quello che hanno, senza molestare il resto della società.”

                      Non c’è niente da curare.
                      Chiaramente il diritto è la partecipazione della società nel dare qualcosa che si ritiene spetti a qualcuno, chiaro c’è il diritto per legge, che a seconda di quanto il potere sia centralizzato o distaccato dalla popolazione può essere più o meno vicino al diritto che si verificherebbe in assenza di legge (largamente dipendente in questo caso dalla cultura generale). Diritto che in questo caso vivrebbe in tutte le persone disposte a difenderlo.

                      Tu affermi che disposti a difendere il diritto all’esistenza dignitosa e paritaria di un omosessuale sarebbero in pochi, io ritengo di no, perchè ho un po’ di fiducia nell’umanità. Fermo restando che per quello che io ritengo sarebbe un vero salto culturale manca ancora un po’ e forse in questi diritti, secondo diverse persone non so quanto prevalenti o meno, non ci sarebbe quello all’adozione. Riserve che in qualche modo comprendo pur non approvando (vedi sopra).

                      Per il resto sappiamo che “molestare” secondo il vocabolario giovannesco equivale a non nascondere un comportamento che a lui non piace e sta sul cazzo quindi impossibile accogliere la sua richiesta. Per non molestare posso solo intendere quello che si intende per qualsiasi altra persona senza trovare niente di specifico relativo all’omosessualità.

                      Certo sulla tua base ritieni che nel loro stesso manifestarsi e nel loro lottare per non doversi vergognare di quello che sono invoglino altri a diventare omosessuali per trasgressione. Chiaramente è fantasioso, perchè esso dovrebbe configurarsi nel dire esplicitamente “scegli di diventare omosessuale”.

                      Ecco magari tu ritieni che in “accetta la tua omosessualità” sia insito il messaggio che spinga un ragazzo confuso ad abbandonarsi completamente essa quando si poteva ancora fermare in tempo. Ovviamente son d’accordo che andrebbe aggiunta la postilla “se sei sicuro di esserlo, non se sei semplicemente un bisex “fortunello” fondamentalmente attratto dal sesso opposto ma con potenziale fascinazione verso il proprio sesso. Credo tuttavia che il gay vero e proprio è un caso particolare e sia la vera minoranza di cui appunto si parla e che tanto si teme. I tuoi timori possono essere vagamente fondati solo per il bisex che può pendere da una parte o dall’altra e può fondamentalmente scegliere.

                      Se si intende la rivendicazione di diritti, essa non è molestia. Molestia è anche il vittimismo dell’intolleranza che di tanto in tanto fa sentire il suo lamento.

                      “Un cervello di omosessuale è del tutto uguale al cervello maschile, fatta eccezione per le aree del piacere. Se l’abitudine ai rapporti anali è consueta, finisce per sviluppare alcune connessioni corrispondenti a quelle aree del piacere sessuale che si sono spostate per l’uso particolare che si fa di un certo organo e, neuroni a parte, si sviluppa tutta un’attività psichica legata all’affettività omosessuale.”

                      Sembra che tu faccia corrispondere l’omosessualità all’analità, che è una zona erogena, di per sè neutra ed alla sua stimolazione! Qualunque gay, anale o no, ti ride in faccia, se sei convinto che l’omosessualità sia questo, ma ci sei o ci fai? Precede affatto l’abitudine ai rapporti anali la tendenza all’omosessualità, la quale è “semplice” attrazione verso il proprio sesso, con tutte le sue sfumature, effeminatezza, mascolinità le quali a volte si attraggono l’una con l’una o l’una con l’altra oppure variano, non me ne intendo e lo ammetto, ma credo che esistono tutte queste variazioni. Cose c’entra la stimolazione anale visto che essa può avvenire anche da parte di una ragazza?

                      Cosa c’entra essa col cessare di essere attratti dalle donne ed essere attratti dagli uomini?

                      Tu lo fai corrispondere all’eccitabilità di una certa area e francamente lo riduci a quello.

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