«Devo dire addio a Luana torno ad essere Marco» |
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di FLAVIA SERRAVEZZA Un mese fa ha ripreso a indossare gli abiti maschili, ha tolto il trucco e smesso di prendere estrogeni. «Sono tornato uomo perché la vita da transessuale era diventata un incubo». La nuova, scioccante rivelazione di Marco (Luana) Ricci, riporta subito la mente a un anno e mezzo fa, quando il musicista salentino, 48 anni, sposato e padre di due figli, annunciò urbi et orbi la volontà di diventare donna e per questo fu allontanato dal Duomo di Lecce, la chiesa dove ha suonato come organista e diretto il coro per ben 18 anni.«D’ora in poi – dice alla “Gazzetta” – potete chiamarmi di nuovo Marco Della Gatta». Per quasi quattro anni, il noto pianista e compositore (ha realizzato e arrangiato le musiche per il film Nuovomondo, Leone d’Argento a Venezia, e vanta un curriculum di tutto rispetto con partecipazioni alla Notte della Taranta e collaborazioni con l’Orchestra Ico della Provincia), si è sottoposto a cure ormonali per cancellare dal suo corpo ogni traccia di virilità. Ma a un certo punto qualcosa è cambiato. A un passo da quell’intervento chirurgico che avrebbe potuto mutare in maniera definitiva la sua sessualità, ha deciso di interrompere il percorso di transizione per tornare indietro: smettere i panni della transessuale Luana, per riprendersi la sua “vecchia” identità. Vuol dire che Luana Ricci continuerà ad esistere? «La mia intimità, quello che sento realmente di essere, ora lo tengo per me e voglio condividerlo solo con la mia compagna, la persona che mi ha cambiato la vita». Cosa l’ha spinta a tornare uomo? «Ho capito che come trans non sarei mai stata accettata. Purtroppo, in questo mondo conta moltissimo l’aspetto fisico, come ci si veste. Ma le ragioni sono diverse. In quest’ultimo anno e mezzo ho vissuto lontano dal Salento, sono andato a Roma, dove ho fatto esperienze ed incontri che mi hanno aperto gli occhi. Ho visto persone intorno ai 50 anni e più, in corso di transizione, vivere situazioni drammatiche. Hanno problemi a trovar lavoro, sono persone sole, che hanno perso legami affettivi e contatti importanti, perché quella bellezza esteriore che ogni transessuale cerca, alla mia età sfiorisce. E tutto questo mi ha spaventato e spinto a riflettere. Ho valutato pure i rischi legati all’intervento per diventare donna, che non sono di poco conto alla mia età. Anche Carolina, la mia compagna, ha avuto un ruolo fondamentale, mi ha aiutato ad accettarmi per quello che sono, a farmi capire che la transizione è soprattutto un processo psicologico; per lei non conta come mi vesto, se sono Luana o Marco non fa differenza. Ma su tutte queste motivazioni, prevale il fatto che da transessuale non ero più sereno» .Troppi pregiudizi o cos’altro le dava fastidio? «Da trans, per esempio, nessuno mi ha mai chiamato “maestro”. Eppure in tutto questo tempo ho continuato a insegnare pianoforte, a dirigere e suonare in teatro o nei locali come facevo in passato e allora tutti riconoscevano la mia professionalità. Quando la mia storia legata al licenziamento da parte della Curia di Lecce è balzata su tutte le cronache, nel Salento paradossalmente si sono chiuse tante porte, non solo quelle del Duomo. Nove mesi di “ospitate” nei salotti televisivi per denunciare quanto era accaduto non sono serviti a nulla. Penso alle fiaccolate di solidarietà, alle manifestazioni organizzate per darmi sostegno e sensibilizzare l’opinione pubblica, a cosa hanno portato? Ho provato, nel mio piccolo, a fare qualcosa: collaboro con diverse associazioni gay e trans, ho avuto una breve esperienza politica a livello locale, ma mi sono sentito solo sfruttato per interessi privati, anche dal mondo GLBT (gay, lesbiche, bisessuali e trans). Essere trans non conviene, è questa la verità». Nella Capitale ha trovato più apertura nei confronti dei trans? «No, la stessa ipocrisia che c’è nel Salento e in tutta Italia. Infatti da un mese sono tornato a vivere a Lecce. Ho ripreso i miei contatti, l’insegnamento e i concerti, sono tornato a suonare nelle chiese di provincia per qualche matrimonio, da uomo ovviamente».
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